La richiesta principale sono altri 3 miliardi di euro oltre a quelli già stanziati nel decreto Rilancio, che il premier Giuseppe Conte si è impegnato a garantire. I Comuni italiani vogliono dal governo un ulteriore sforzo e un maggior coinvolgimento nella gestione dell’emergenza coronavirus, anche perché altrimenti “salteranno i servizi essenziali di tutte le città”, hanno scritto ieri in una lettera rivolta proprio a Conte. Il presidente del Consiglio oggi ha incontrato i sindaci delle città metropolitane e al termine del vertice ha dichiarato: “Non permetterò che i Comuni vadano in dissesto“. Un “impegno personale” che “apprezziamo“, ha risposto il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, aggiungendo: “Seguano i fatti: al più presto il ministero delle Finanze individui norme e risorse per metterci a disposizione i tre miliardi indispensabili a far fronte ai servizi essenziali per i cittadini”.

Dopo la riunione con i sindaci, il premier Conte ha spiegato: “Capisco che ci possa essere insoddisfazione e anche preoccupazione da parte vostra”. Ma, ha aggiungo, “dovete darci atto che non c’è mai stata una sottovalutazione sul grande ruolo che avete concretamente espletato in questa emergenza”. Il governo nel decreto Rilancio ha previsto appunto 3 miliardi da destinare ai Comuni, di fronte a una richiesta dell’Associazione nazionale che già allora era di almeno 5 miliardi complessivi. “Già venerdì il primo miliardo di euro sarà trasferito a i nostri enti locali”, ha spiegato martedì in audizione il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, specificando poi che è il governo è pronto “se necessario a integrare ulteriormente le risorse stanziate”. I Comuni chiedono ulteriori fondi per compensare in particolare le mancate entrate tributarie: sono calati gli introiti dalla vendita dei biglietti dei mezzi pubblici, per non parlare della tassa di soggiorno, della Tari o della Tosap. Soldi che servono ai sindaci per garantire ad esempio la raccolta dei rifiuti, il trasporto pubblico e l’illuminazione.

Le cinque richieste dei Comuni a Conte
Come avevano anticipato nella lettera inviata al premier, i sindaci hanno esposto a Conte cinque punti fondamentali su cui chiedono l’impegno del governo. Innanzitutto, spiega Decaro, “il riconoscimento del ruolo dei sindaci nell’attuazione di politiche per la ripresa attraverso l’assegnazione diretta di fondi per cultura, turismo, mobilità e welfare”. Po appunto “altri 3 miliardi, oltre i 3 assegnati nel dl rilancio, per chiudere i bilanci compensando le minori entrate di questi mesi”. Un’altra richiesta è rendere più flessibili le regole “relative ai vincoli finanziari” con “norme straordinarie per la gestione degli squilibri di bilancio per il 2020″. Decaro sottolinea anche l’importanza della “sospensione dei piani di rientro per tutti i Comuni per il 2020 e dei procedimenti riguardanti la verifica dei piani di riequilibrio pluriennali”. Infine, l’ultimo punto riguarda le “regole semplificate e i poteri commissariali per la realizzazione di alcune opere prioritarie e urgenti”.

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