Voglia di ripartire in sicurezza, ma all’insegna della sburocratizzazione, dell’ambiente e abbattendo le disparità sociali. E non solo. La cosiddetta Fase 2, secondo i cittadini, non può prescindere da un impegno di tutta la collettività, in primis datori di lavoro, che dovrebbero garantire la possibilità dello smartworking, e politici, con un taglio netto al loro stipendio. Allo stesso tempo però c’è preoccupazione per chi, nei prossimi mesi, dovrà affrontare condizioni di povertà. È la fotografia di come gli italiani vedono la seconda parte dell’emergenza dettata dal Covid-19 e di come vorrebbero affrontarla. A realizzarla un’indagine della piattaforma di petizioni Change.org che, in un periodo di boom della mobilitazione online, ha deciso di sottoporre un questionario ad alcuni dei 500mila nuovi utenti che negli ultimi mesi si sono iscritti al sito, facendolo arrivare quasi a quota 10 milioni. In tutto sono oltre 7 milioni le firme raccolte durante il periodo di lockdown, tra marzo e aprile. “In un momento di crisi, di fronte all’impossibilità di scendere in strada per manifestare, Change.org ha assunto le sembianze di una vera e propria piazza virtuale che ha consentito a milioni di persone di sostenersi a vicenda per farsi ascoltare dai decisori – spiega Stephanie Branciforte, direttrice della piattaforma italiana – Tanto che le dimensioni della mobilitazione sulla piattaforma e il dialogo tra Istituzioni e cittadini avviato in Rete, hanno dato legittimità alle richieste delle petizioni e dimostrato il grande potere dell’attivismo online”.
Lavoro, stop alla burocrazia e tutela dell’ambiente: ecco come ripartire secondo gli utenti
Sono circa 2000 i nuovi utenti che hanno risposto al breve questionario inviato da Change.org. Un piccolo campione rappresentativo che ha avuto la possibilità di dare tre preferenze per ogni domanda. Per oltre la metà degli intervistati, a guidare le decisioni del governo nella Fase 2, dovrebbe essere l’obiettivo di “garantire una ripartenza veloce a imprese e attività attraverso la sburocratizzazione e la semplificazione della normativa nel Paese”. Non manca però chi, circa il 49%, metterebbe sul podio delle priorità il “non lasciare indietro nessuno”, assicurandosi che tutti abbiano il minimo per poter vivere con dignità. Preoccupa però anche la questione ambientale. L’emergenza, infatti, ci ha messo (di nuovo) davanti a un problema che rischia di ripercuotersi sul futuro: l’enorme produzione, e conseguente smaltimento, di guanti e mascherine. Secondo il 26% degli intervistati, quindi, l’esecutivo dovrebbe “assicurarsi che la ripresa economica si concili con la tutela ambientale, a partire dalla limitazione dell’uso di guanti e mascherine usa e getta”. Un obiettivo non certo facile viste le stime: secondo il Politecnico di Torino, ad esempio, nella Fase 2 servirebbero almeno 1 miliardo di dispositivi di protezione al mese. E c’è anche chi, il 24%, mette la sicurezza davanti a tutto, anche a costo “di rallentare la ripartenza di alcune attività”.
Alla domanda su quali dovrebbero essere “le basi per ricostruire il Paese“, la maggior parte degli utenti, oltre il 55%, ha risposto “ricostruendo l’economia sulla base dell’equità sociale e della sostenibilità ambientale, per tutelare la salute e rafforzare la democrazia”. Tanti, però, viste le numerose morti all’interno delle Residenze sanitarie per anziani, quelli che vorrebbero ripartire proprio dalla sanità, “a cominciare dall’accertamento delle responsabilità in merito alle morti avvenute nelle RSA, e aumentando i fondi destinati alla sanità e alla ricerca”. Una posizione condivisa dal 46 per cento degli intervistati. Così come insegna la mobilitazione online, poi, c’è anche chi, circa il 40% vorrebbe un futuro incentrato proprio sul dialogo con le Istituzioni, un impegno di cittadini e società civile che dovranno quindi “essere coinvolti nella definizione delle politiche per la ripartenza”.
Non mancano le incognite per il futuro. Alla domanda cosa preoccupa di più nei prossimi sei mesi, il 48% degli intervistati, ha risposto “il fatto che molti vivranno in povertà o senza una dimora”. Una condizione registrata anche in pieno lockdown, durante il quale, come sostenuto da Coldiretti e Caritas, “1 milione di nuovi poveri ha avuto bisogno di mangiare”. Tra le paure di circa il 40 per cento degli utenti della piattaforma, anche quella di perdere il lavoro. E c’è anche chi è convinto che a fare le spese della crisi sarà la legalità: secondo oltre il 37% una delle prime conseguenze dell’impoverimento della popolazione sarà proprio l’aumento della criminalità.
Ma è con la quarta domanda, quella a risposta libera, che emergono anche delle proposte per l’oggi. Molti quelli che, per esempio, vedono nello smartworking, obbligatorio in questi mesi di quarantena, una possibilità e chiedono quindi ai datori di lavoro di implementarlo , con “agevolazioni” e quindi “continuando quello sperimentato in questi mesi, migliorando la qualità di vita e dell’aria”. Ma non solo i datori di lavoro. Anche i politici, secondo gli utenti di Change, potrebbero fare la loro parte “diminuendo di numero e tagliando i propri stipendi”.
Il boom delle petizioni: 13mila lanciate in 8 settimane e 7 milioni di firmatari
Come ricorda la presidente di Change.org Italia, Stephanie Branciforte, dalle manifestazioni in piazza nei mesi di lockdown si è passati alle “piazze virtuali”. Da marzo ad aprile sono state lanciate più di 13mila petizioni, la maggior parte indirizzate alle istituzioni e con tema centrale l’emergenza in corso. Sette milioni i cittadini che hanno risposto ai vari appelli, firmandoli virtualmente. Così ha raccolto oltre 50mila firme la richiesta, indirizzata direttamente al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per il “giusto riconoscimento economico degli infermieri”. Mentre oltre 20mila cittadini hanno sottoscritto la richiesta di fornire dispositivi di protezione ai medici di famiglia, che per una parte dell’emergenza ne erano sprovvisti. E altri 68mila hanno chiesto di “salvare” gli anziani del Pio Albergo Trivulzio. “Ogni giorno – spiegano da Change – campagne su diversi temi hanno raggiunto la vittoria o hanno ottenuto un impatto diretto influenzando le scelte dei decisori”. Tra le tante anche quella, con risultato finale di 132mila sostenitori, per aprire l’Ospedale degli Alpini di Bergamo , o quella, lanciata a inizio emergenza, per rendere il parcheggio gratuito per gli infermieri di Milano che in soli tre giorni aveva raggiunto 50mila firme. E non mancano rappresentanti delle istituzioni che hanno risposto a questi appelli. Come il Presidente della Commissione antimafia, Nicola Morra, che ha risposto sulle scarcerazioni dei boss mafiosi, o come la ministra della Famiglia e delle Pari Opportunità, Elena Bonetti che ha risposto ben tre volte agli appelli dei cittadini, tra cui quello per l’istituzione di un supporto psicologico gratuito per chi ha assistito persone affette da Covid. “Dall’inizio dell’emergenza ad oggi – conclude Branciforte – abbiamo registrato picchi di firme attorno ad argomenti che poi sono stati presi seriamente in considerazione dal Governo: ogni decreto varato in questo periodo contiene misure che rispondono almeno in parte a richieste presentate sulla piattaforma. Altre attendono ancora delle risposte e gli utenti di Change.org continueranno a fare pressione per far sì che vengano accolte”.
Cronaca
Fase 2, boom delle petizioni online durante la quarantena: oltre 7 milioni di firme. L’indagine di Change: “Ecco cosa chiedono ora gli utenti”
Secondo un'indagine svolta tra i propri utenti dalla piattaforma di mobilitazione online, oggi i cittadini vorrebbero ripartire sburocratizzando il Paese, ma con una nota green. Attenzione, quindi, allo smaltimento di guanti e mascherine. Al governo, poi, chiedono chiedono anche un'azione contro la povertà così da "non lasciare indietro nessuno"
Voglia di ripartire in sicurezza, ma all’insegna della sburocratizzazione, dell’ambiente e abbattendo le disparità sociali. E non solo. La cosiddetta Fase 2, secondo i cittadini, non può prescindere da un impegno di tutta la collettività, in primis datori di lavoro, che dovrebbero garantire la possibilità dello smartworking, e politici, con un taglio netto al loro stipendio. Allo stesso tempo però c’è preoccupazione per chi, nei prossimi mesi, dovrà affrontare condizioni di povertà. È la fotografia di come gli italiani vedono la seconda parte dell’emergenza dettata dal Covid-19 e di come vorrebbero affrontarla. A realizzarla un’indagine della piattaforma di petizioni Change.org che, in un periodo di boom della mobilitazione online, ha deciso di sottoporre un questionario ad alcuni dei 500mila nuovi utenti che negli ultimi mesi si sono iscritti al sito, facendolo arrivare quasi a quota 10 milioni. In tutto sono oltre 7 milioni le firme raccolte durante il periodo di lockdown, tra marzo e aprile. “In un momento di crisi, di fronte all’impossibilità di scendere in strada per manifestare, Change.org ha assunto le sembianze di una vera e propria piazza virtuale che ha consentito a milioni di persone di sostenersi a vicenda per farsi ascoltare dai decisori – spiega Stephanie Branciforte, direttrice della piattaforma italiana – Tanto che le dimensioni della mobilitazione sulla piattaforma e il dialogo tra Istituzioni e cittadini avviato in Rete, hanno dato legittimità alle richieste delle petizioni e dimostrato il grande potere dell’attivismo online”.
Lavoro, stop alla burocrazia e tutela dell’ambiente: ecco come ripartire secondo gli utenti
Sono circa 2000 i nuovi utenti che hanno risposto al breve questionario inviato da Change.org. Un piccolo campione rappresentativo che ha avuto la possibilità di dare tre preferenze per ogni domanda. Per oltre la metà degli intervistati, a guidare le decisioni del governo nella Fase 2, dovrebbe essere l’obiettivo di “garantire una ripartenza veloce a imprese e attività attraverso la sburocratizzazione e la semplificazione della normativa nel Paese”. Non manca però chi, circa il 49%, metterebbe sul podio delle priorità il “non lasciare indietro nessuno”, assicurandosi che tutti abbiano il minimo per poter vivere con dignità. Preoccupa però anche la questione ambientale. L’emergenza, infatti, ci ha messo (di nuovo) davanti a un problema che rischia di ripercuotersi sul futuro: l’enorme produzione, e conseguente smaltimento, di guanti e mascherine. Secondo il 26% degli intervistati, quindi, l’esecutivo dovrebbe “assicurarsi che la ripresa economica si concili con la tutela ambientale, a partire dalla limitazione dell’uso di guanti e mascherine usa e getta”. Un obiettivo non certo facile viste le stime: secondo il Politecnico di Torino, ad esempio, nella Fase 2 servirebbero almeno 1 miliardo di dispositivi di protezione al mese. E c’è anche chi, il 24%, mette la sicurezza davanti a tutto, anche a costo “di rallentare la ripartenza di alcune attività”.
Alla domanda su quali dovrebbero essere “le basi per ricostruire il Paese“, la maggior parte degli utenti, oltre il 55%, ha risposto “ricostruendo l’economia sulla base dell’equità sociale e della sostenibilità ambientale, per tutelare la salute e rafforzare la democrazia”. Tanti, però, viste le numerose morti all’interno delle Residenze sanitarie per anziani, quelli che vorrebbero ripartire proprio dalla sanità, “a cominciare dall’accertamento delle responsabilità in merito alle morti avvenute nelle RSA, e aumentando i fondi destinati alla sanità e alla ricerca”. Una posizione condivisa dal 46 per cento degli intervistati. Così come insegna la mobilitazione online, poi, c’è anche chi, circa il 40% vorrebbe un futuro incentrato proprio sul dialogo con le Istituzioni, un impegno di cittadini e società civile che dovranno quindi “essere coinvolti nella definizione delle politiche per la ripartenza”.
Non mancano le incognite per il futuro. Alla domanda cosa preoccupa di più nei prossimi sei mesi, il 48% degli intervistati, ha risposto “il fatto che molti vivranno in povertà o senza una dimora”. Una condizione registrata anche in pieno lockdown, durante il quale, come sostenuto da Coldiretti e Caritas, “1 milione di nuovi poveri ha avuto bisogno di mangiare”. Tra le paure di circa il 40 per cento degli utenti della piattaforma, anche quella di perdere il lavoro. E c’è anche chi è convinto che a fare le spese della crisi sarà la legalità: secondo oltre il 37% una delle prime conseguenze dell’impoverimento della popolazione sarà proprio l’aumento della criminalità.
Ma è con la quarta domanda, quella a risposta libera, che emergono anche delle proposte per l’oggi. Molti quelli che, per esempio, vedono nello smartworking, obbligatorio in questi mesi di quarantena, una possibilità e chiedono quindi ai datori di lavoro di implementarlo , con “agevolazioni” e quindi “continuando quello sperimentato in questi mesi, migliorando la qualità di vita e dell’aria”. Ma non solo i datori di lavoro. Anche i politici, secondo gli utenti di Change, potrebbero fare la loro parte “diminuendo di numero e tagliando i propri stipendi”.
Il boom delle petizioni: 13mila lanciate in 8 settimane e 7 milioni di firmatari
Come ricorda la presidente di Change.org Italia, Stephanie Branciforte, dalle manifestazioni in piazza nei mesi di lockdown si è passati alle “piazze virtuali”. Da marzo ad aprile sono state lanciate più di 13mila petizioni, la maggior parte indirizzate alle istituzioni e con tema centrale l’emergenza in corso. Sette milioni i cittadini che hanno risposto ai vari appelli, firmandoli virtualmente. Così ha raccolto oltre 50mila firme la richiesta, indirizzata direttamente al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per il “giusto riconoscimento economico degli infermieri”. Mentre oltre 20mila cittadini hanno sottoscritto la richiesta di fornire dispositivi di protezione ai medici di famiglia, che per una parte dell’emergenza ne erano sprovvisti. E altri 68mila hanno chiesto di “salvare” gli anziani del Pio Albergo Trivulzio. “Ogni giorno – spiegano da Change – campagne su diversi temi hanno raggiunto la vittoria o hanno ottenuto un impatto diretto influenzando le scelte dei decisori”. Tra le tante anche quella, con risultato finale di 132mila sostenitori, per aprire l’Ospedale degli Alpini di Bergamo , o quella, lanciata a inizio emergenza, per rendere il parcheggio gratuito per gli infermieri di Milano che in soli tre giorni aveva raggiunto 50mila firme. E non mancano rappresentanti delle istituzioni che hanno risposto a questi appelli. Come il Presidente della Commissione antimafia, Nicola Morra, che ha risposto sulle scarcerazioni dei boss mafiosi, o come la ministra della Famiglia e delle Pari Opportunità, Elena Bonetti che ha risposto ben tre volte agli appelli dei cittadini, tra cui quello per l’istituzione di un supporto psicologico gratuito per chi ha assistito persone affette da Covid. “Dall’inizio dell’emergenza ad oggi – conclude Branciforte – abbiamo registrato picchi di firme attorno ad argomenti che poi sono stati presi seriamente in considerazione dal Governo: ogni decreto varato in questo periodo contiene misure che rispondono almeno in parte a richieste presentate sulla piattaforma. Altre attendono ancora delle risposte e gli utenti di Change.org continueranno a fare pressione per far sì che vengano accolte”.
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Coronavirus, il virologo Crisanti replica a Zaia: “La Regione aveva i piani per i tamponi? Li mostrassero. La tv? Mai preso 1 euro”
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Tremano i Campi Flegrei: nella notte scossa di 4.4. Oggi scuole chiuse. Ingv: “Niente elementi che fanno pensare a un’eruzione imminente”
Washington, 13 mar. (Adnkronos) - Christopher Lockyear, segretario generale di Medici Senza Frontiere (Msf), è intervenuto oggi al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla catastrofica crisi umanitaria causata dalla guerra in Sudan, chiedendo la fine delle violenze contro i civili e un rinnovato impegno per fornire aiuti salvavita. La guerra in Sudan è soprattutto “una guerra contro le persone" ha dichiarato.
Le Forze Armate Sudanesi (Saf) - ricorda Msf - hanno bombardato ripetutamente e indiscriminatamente aree densamente popolate. Le Forze di Supporto Rapido (Rsf) e le milizie alleate hanno portato avanti una campagna di violenze, fatta di stupri sistematici, rapimenti, uccisioni di massa, saccheggi di aiuti umanitari e occupazione di strutture mediche. Entrambe le parti hanno assediato città, distrutto infrastrutture civili essenziali e bloccato gli aiuti umanitari. Msf fornisce assistenza medica in 11 dei 18 stati del Sudan, operando su entrambi i fronti del conflitto, secondo i principi umanitari che la contraddistinguono. I team di Msf nel paese hanno segnalato molte volte i livelli preoccupanti di malnutrizione in diverse zone, mentre malattie infettive prevenibili con i vaccini sono in aumento. L'imminente stagione delle piogge acuisce l’urgenza di assicurare alle persone nelle aree devastate dalla guerra forniture alimentari e mediche.
Il messaggio di Msf al Consiglio di Sicurezza è: la guerra in Sudan non può continuare a essere combattuta con un simile disprezzo per le vite dei civili. Dopo quasi 2 anni di combattimenti, la risposta internazionale è stata fin troppo limitata, ostacolata dalle parti in conflitto e aggravata dalla mancanza di responsabilità, risorse e leadership. “Mentre in questa sede si fanno dichiarazioni, i civili rimangono invisibili, senza protezione, bombardati, assediati, stuprati, sfollati, privati di cibo, cure mediche e dignità” ha dichiarato Lockyear. “La risposta umanitaria vacilla, paralizzata dalla burocrazia, dall’insicurezza, dall’esitazione e da quello che rischia di diventare il più grande disinvestimento negli aiuti umanitari della storia”. Lockyear ha fatto appello a un rinnovato impegno nella protezione dei civili e far fronte alle necessità umanitarie. “La crisi in Sudan impone un cambiamento radicale, abbandonando gli approcci fallimentari del passato. La vita di milioni dipende da questo”, ha concluso.
Gaza, 13 mar. (Adnkronos/Afp) - L'agenzia di protezione civile di Gaza ha riferito di aver riesumato 48 corpi dal cortile dell'ospedale Al-Shifa, un tempo la più grande struttura medica di Gaza, ma ora in gran parte in rovina a causa dei molteplici attacchi israeliani durante la guerra. I soccorritori hanno consegnato 38 corpi dopo che i parenti li hanno identificati, e li hanno portati via per riseppellirli in altri cimiteri, ha riferito il portavoce dell'agenzia, Mahmud Bassal, aggiungendo che "gli altri 10 corpi riesumati sono stati consegnati al dipartimento di medicina legale del Ministero della Salute per l'identificazione".
Bassal ha detto ancora che circa 160 corpi sono ancora sepolti all'interno del complesso ospedaliero e che il processo di esumazione continuerà per diversi giorni.
Verona, 13 mar. (Adnkronos) - “La transizione energetica interessa molto la logistica anche per la questione dei carburanti, e sappiamo qual è la visione europea per il 2035 Sui carburanti. Noi dall'insediamento di questo governo, continuiamo a discutere sul tema della neutralità tecnologica. Per fortuna a livello europeo si è cominciato a ragionare sui biocarburanti, sull'idrogeno, sui carburanti sintetici. Parlando di logistica, questa avversione che c'è sempre stata negli ultimi anni verso il motore endotermico e verso i carburanti fossili, non aiuta. Sappiamo benissimo che un camion con un grande motore, difficilmente potrà funzionare con quintali di batterie, quindi ci vuole anche buon senso e logica. Anche per questo si sta andando verso una modifica di quelli che erano gli obiettivi del 2035”. Ad affermarlo è Massimo Bitonci, sottosegretario alle Imprese e al Made in Italy, durante la conferenza dal titolo “Il ruolo della logistica nella transizione energetica e nella crescita economica” che si è tenuta a Casa Alis all’interno di LetExpo. La fiera di riferimento per i trasporti, la logistica, i servizi alle imprese e la sostenibilità, promossa da Alis in collaborazione con Veronafiere, sarà aperta fino al 14 marzo.
Nella conferenza dedicata alla transizione energetica, che ha visto la presenza degli esponenti di importanti imprese italiane impegnate nella logistica, si è parlato anche delle iniziative attivate dal governo.
"L’anno scorso abbiamo avuto il via libera dall’Europa per fare una rimodulazione dei fondi REPowerEU recuperando 6,3 miliardi di euro che sono stati destinati al Piano Transizione 5.0. Si tratta di una misura di credito di imposta che va dal 35% al 45% ed è rivolta a tutte le imprese, sia piccole che grandi, per accompagnarle verso la transizione ecologica, la transizione digitale, la riduzione dei consumi. I vincoli imposti dall’Europa sono stati molto stringenti, per questo l'iniziativa è partita un po’ lentamente e, almeno fino a un mese fa, erano stati utilizzati solo 500 milioni di euro. Nell’ultimo periodo, però, la somma è quasi raddoppiata con le prenotazioni arrivate", conclude Bitonci.
Doha, 13 mar. (Adnkronos) - In seguito alla visita in Qatar dell'inviato statunitense per il Medio Oriente Steve Witkoff, è sul tavolo una nuova bozza per una proposta aggiornata di cessate il fuoco in cambio del rilascio degli ostaggi. Lo ha riferito al Jerusalem Post una fonte a conoscenza dei dettagli. Come parte dello schema proposto, Hamas rilascerebbe circa cinque ostaggi vivi e i corpi degli ostaggi morti. In cambio, Israele consentirebbe un cessate il fuoco di 50 giorni.
Durante questo periodo di tregua, che si concluderebbe il 20 aprile, si svolgerebbero discussioni in merito alla prosecuzione dell'accordo. La fonte ha dichiarato al Post di essere "ottimista sul fatto che si possa raggiungere un'intesa".
Roma, 13 mar. – (Adnkronos) - L’Intelligenza Artificiale può rivoluzionare il Trasporto Pubblico Locale. E' lo scenario emerso nel primo Workshop Nazionale organizzato da Asstra, l’associazione che riunisce 138 aziende del settore. L’evento ha visto la partecipazione di esperti e istituzioni, con contributi da Londra e San Francisco. Andrea Gibelli, presidente di Asstra, ha sottolineato il ruolo dell’IA nei veicoli autonomi, nella sicurezza stradale e nei servizi di TPL intelligenti: “L’integrazione tra mezzi pubblici e privati è l’obiettivo, ma serve una regolamentazione equilibrata”.
Tra le esperienze presentate, il Catenary Inspection System di FNM, un sistema basato sull'IA che consente di monitorare e anticipare guasti sulle linee elettrificate, riducendo i costi di manutenzione. Illustrati anche il Progetto IACC di Brescia Mobilità che grazie all'uso di chatbot e analisi dati, prevede una riduzione del 20% del carico di lavoro per il customer care , il Progetto Mercurio di Eav per l’analisi predittiva sulle ferrovie e le soluzioni di Amt Genova per l’efficienza delle fermate. Sul fronte della manutenzione, Tper Bologna ha illustrato l’uso dell’IA per ridurre i tempi di fermo dei veicoli, mentre TPL FVG ha mostrato il nuovo sistema CRM per migliorare la gestione delle richieste dei clienti. Focus anche sulla cybersicurezza con AC Transit di San Francisco e sulle implicazioni giuridiche dell’IA con esperti di diritto.
Il workshop si è chiuso con l’impegno di Asstra a tracciare una roadmap chiara per l’innovazione nel Tpl. “L’adozione dell’IA è fondamentale per intercettare il futuro e rispondere ai bisogni emergenti delle persone e delle città. Oggi dobbiamo decidere che aziende vogliamo essere in futuro", ha affermato Gibelli.
Roma, 13 mar. (Adnkronos) - Riforestare. Per mitigare l’inquinamento atmosferico e acustico cittadino, incrementare la biodiversità, ridurre i consumi energetici e migliorare il paesaggio urbano e periurbano insieme alla qualità di vita degli abitanti. Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase), sostenuto da Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas, lancia il progetto 'RiforestAzione', dedicato alla tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano in 13 città metropolitane d’Italia (Torino, Genova, Milano, Venezia, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Reggio di Calabria, Palermo, Messina, Catania e Cagliari) in cui risiedono più di 21 milioni di persone e la cui estensione complessiva è pari a oltre il 15% del territorio nazionale.
L’iniziativa, svelata oggi all’Orto Botanico di Roma alla presenza di istituzioni e partner, rientra nella Missione 'Rivoluzione verde e transizione ecologica' (M2), Componente 'Tutela del territorio e della risorsa idrica' (C4), del Piano di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Quest’ultimo si inserisce all’interno del programma Next Generation Eu (Ngeu).
Nel caso specifico, l’investimento per la 'tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano', dal valore di 210 milioni di euro, si propone di piantare 4,5 milioni di alberi e arbusti, creando 4.500 ettari di nuove foreste e trapiantando almeno 3,5 milioni di alberi nella loro destinazione finale, mediante un ampio programma di interventi, in grado di proteggere i processi ecologici correlati al funzionamento degli ecosistemi. Si tratta di un progetto altamente rilevante e coerente con il piano 'Eu forest strategy for 2030', dedicato al rafforzamento delle foreste continentali e che ambisce ad aggiungere 3 miliardi di alberi entro il 2030.
Il contributo di Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas al progetto del Mase 'RiforestAzione' si declina sotto forma di un supporto diretto alle attività per la sua promozione e comunicazione. Questo impegno si sviluppa attraverso molteplici azioni, a cominciare dalla creazione di una piattaforma digitale con contenuti informativi e di approfondimento sulle azioni di riqualificazione del verde urbano ed extraurbano, curata dalla società urban tech SuperUrbanity.
Oltre alla piattaforma, il progetto prevede la realizzazione di un percorso sul territorio nazionale che andrà a toccare nei prossimi due anni alcune delle città coinvolte nell’iniziativa per farla conoscere alle comunità locali, così come di un percorso didattico, in collaborazione con Fondazione Sylva, che farà tappa nelle scuole per diffondere la cultura ambientale e accrescere le competenze ecologiche dei più giovani.
In più, verrà strutturato un Osservatorio, con durata biennale, che andrà a monitorare l’evoluzione del rapporto tra italiani e verde urbano. A tal proposito, la centralità delle aree verdi è rimarcata dai dati raccolti nella prima ricerca dedicata al progetto 'RiforestAzione' del Pulsee Luce e Gas Index, osservatorio sulle abitudini sostenibili degli italiani sviluppato insieme a Nielsen IQ, da cui emerge che, per l’83% degli intervistati, l’aumento degli spazi con alberi e arbusti è necessario, mentre, per il 90%, le aree verdi sono fondamentali per il proprio benessere psicofisico, segno di un crescente desiderio di ristabilire un contatto con la natura nei luoghi di vita. Da segnalare anche che, per l’87% degli italiani, gli interventi di riqualificazione costituiscono un fattore che può migliorare la valutazione dell’amministrazione pubblica e la percezione di una città.
"Il progetto 'RiforestAzione' rappresenta un tassello importante della strategia nazionale per la tutela dell’ambiente e la qualità della vita nelle nostre città. Il verde urbano ed extraurbano non è solo un elemento estetico, ma una risorsa cruciale per la salute dei cittadini, la lotta ai cambiamenti climatici e la tutela della biodiversità. Con questa iniziativa, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica conferma il proprio impegno concreto nel promuovere una politica ecologica che sia anche una rivoluzione culturale, coinvolgendo istituzioni, imprese e cittadini in un percorso condiviso. Ringraziamo Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas per il supporto a un progetto che guarda al futuro delle nostre comunità, con un impatto tangibile e duraturo sul territorio”, rimarca il sottosegretario di Stato al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Claudio Barbaro.
“Le soluzioni nature-based rappresentano un pilastro fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici e nella creazione di città più resilienti e vivibili. Il sostegno di Axpo Italia a questo ambizioso progetto di riforestazione urbana ed extraurbana del Mase è una dimostrazione del nostro impegno continuativo per lo sviluppo sostenibile, in cui il verde diventa un alleato strategico per migliorare il benessere delle persone. Cooperare e tutelare la natura significa investire concretamente nel futuro delle prossime generazioni, rafforzando la capacità delle nostre comunità di affrontare le sfide ambientali con soluzioni innovative e durature”, commenta Salvatore Pinto, presidente di Axpo Italia.
“L'espansione delle aree verdi nelle città metropolitane è un investimento sul nostro futuro, sulla nostra salute e sul nostro benessere. È un modo per riconnetterci con la natura, per riscoprire il valore degli alberi, e per costruire città più vivibili e sostenibili. L’obiettivo al 2026 è completare le operazioni di transplanting del materiale di propagazione forestale (semi o piante) per almeno 3.500.000 alberi e arbusti per il rimboschimento delle aree urbane ed extraurbane. L’obiettivo è creare una rete di corridoi ecologici che colleghino le aree verdi esistenti, favorendo la mobilità della fauna e la dispersione dei semi. Vogliamo trasformare le nostre città metropolitane in ecosistemi resilienti, capaci di adattarsi ai cambiamenti climatici e di offrire servizi ecosistemici essenziali per la collettività", dice Fabrizio Penna, capo Dipartimento Pnrr Mase.
Roma, 13 mar. (Adnkronos) - Riforestare. Per mitigare l’inquinamento atmosferico e acustico cittadino, incrementare la biodiversità, ridurre i consumi energetici e migliorare il paesaggio urbano e periurbano insieme alla qualità di vita degli abitanti. Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase), sostenuto da Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas, lancia il progetto 'RiforestAzione', dedicato alla tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano in 13 città metropolitane d’Italia (Torino, Genova, Milano, Venezia, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Reggio di Calabria, Palermo, Messina, Catania e Cagliari) in cui risiedono più di 21 milioni di persone e la cui estensione complessiva è pari a oltre il 15% del territorio nazionale.
L’iniziativa, svelata oggi all’Orto Botanico di Roma alla presenza di istituzioni e partner, rientra nella Missione 'Rivoluzione verde e transizione ecologica' (M2), Componente 'Tutela del territorio e della risorsa idrica' (C4), del Piano di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Quest’ultimo si inserisce all’interno del programma Next Generation Eu (Ngeu).
Nel caso specifico, l’investimento per la 'tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano', dal valore di 210 milioni di euro, si propone di piantare 4,5 milioni di alberi e arbusti, creando 4.500 ettari di nuove foreste e trapiantando almeno 3,5 milioni di alberi nella loro destinazione finale, mediante un ampio programma di interventi, in grado di proteggere i processi ecologici correlati al funzionamento degli ecosistemi. Si tratta di un progetto altamente rilevante e coerente con il piano 'Eu forest strategy for 2030', dedicato al rafforzamento delle foreste continentali e che ambisce ad aggiungere 3 miliardi di alberi entro il 2030.
Il contributo di Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas al progetto del Mase 'RiforestAzione' si declina sotto forma di un supporto diretto alle attività per la sua promozione e comunicazione. Questo impegno si sviluppa attraverso molteplici azioni, a cominciare dalla creazione di una piattaforma digitale con contenuti informativi e di approfondimento sulle azioni di riqualificazione del verde urbano ed extraurbano, curata dalla società urban tech SuperUrbanity.
Oltre alla piattaforma, il progetto prevede la realizzazione di un percorso sul territorio nazionale che andrà a toccare nei prossimi due anni alcune delle città coinvolte nell’iniziativa per farla conoscere alle comunità locali, così come di un percorso didattico, in collaborazione con Fondazione Sylva, che farà tappa nelle scuole per diffondere la cultura ambientale e accrescere le competenze ecologiche dei più giovani.
In più, verrà strutturato un Osservatorio, con durata biennale, che andrà a monitorare l’evoluzione del rapporto tra italiani e verde urbano. A tal proposito, la centralità delle aree verdi è rimarcata dai dati raccolti nella prima ricerca dedicata al progetto 'RiforestAzione' del Pulsee Luce e Gas Index, osservatorio sulle abitudini sostenibili degli italiani sviluppato insieme a Nielsen IQ, da cui emerge che, per l’83% degli intervistati, l’aumento degli spazi con alberi e arbusti è necessario, mentre, per il 90%, le aree verdi sono fondamentali per il proprio benessere psicofisico, segno di un crescente desiderio di ristabilire un contatto con la natura nei luoghi di vita. Da segnalare anche che, per l’87% degli italiani, gli interventi di riqualificazione costituiscono un fattore che può migliorare la valutazione dell’amministrazione pubblica e la percezione di una città.
"Il progetto 'RiforestAzione' rappresenta un tassello importante della strategia nazionale per la tutela dell’ambiente e la qualità della vita nelle nostre città. Il verde urbano ed extraurbano non è solo un elemento estetico, ma una risorsa cruciale per la salute dei cittadini, la lotta ai cambiamenti climatici e la tutela della biodiversità. Con questa iniziativa, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica conferma il proprio impegno concreto nel promuovere una politica ecologica che sia anche una rivoluzione culturale, coinvolgendo istituzioni, imprese e cittadini in un percorso condiviso. Ringraziamo Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas per il supporto a un progetto che guarda al futuro delle nostre comunità, con un impatto tangibile e duraturo sul territorio”, rimarca il sottosegretario di Stato al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Claudio Barbaro.
“Le soluzioni nature-based rappresentano un pilastro fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici e nella creazione di città più resilienti e vivibili. Il sostegno di Axpo Italia a questo ambizioso progetto di riforestazione urbana ed extraurbana del Mase è una dimostrazione del nostro impegno continuativo per lo sviluppo sostenibile, in cui il verde diventa un alleato strategico per migliorare il benessere delle persone. Cooperare e tutelare la natura significa investire concretamente nel futuro delle prossime generazioni, rafforzando la capacità delle nostre comunità di affrontare le sfide ambientali con soluzioni innovative e durature”, commenta Salvatore Pinto, presidente di Axpo Italia.
“L'espansione delle aree verdi nelle città metropolitane è un investimento sul nostro futuro, sulla nostra salute e sul nostro benessere. È un modo per riconnetterci con la natura, per riscoprire il valore degli alberi, e per costruire città più vivibili e sostenibili. L’obiettivo al 2026 è completare le operazioni di transplanting del materiale di propagazione forestale (semi o piante) per almeno 3.500.000 alberi e arbusti per il rimboschimento delle aree urbane ed extraurbane. L’obiettivo è creare una rete di corridoi ecologici che colleghino le aree verdi esistenti, favorendo la mobilità della fauna e la dispersione dei semi. Vogliamo trasformare le nostre città metropolitane in ecosistemi resilienti, capaci di adattarsi ai cambiamenti climatici e di offrire servizi ecosistemici essenziali per la collettività", dice Fabrizio Penna, capo Dipartimento Pnrr Mase.