Presidente del club era Erich Mielke, numero uno della polizia segreta della Ddr. Dopo anni di insuccessi e nessun titolo, decise che gli 'Orsi' dovevano diventare la società più importante al di là del Muro. Ci riuscì grazie alla sua influenza politica, ma il team divenne anche il più odiato dagli avversari
Dinamo Berlino 37, Lokomotive Lipsia 37, Dinamo Dresda 33. È la differenza reti a decidere la Ddr Oberliga 1987/88. Alla caduta del Muro di Berlino manca appena un anno e mezzo. È il 28 maggio 1988 e per la Dinamo Berlino si tratta del decimo titolo consecutivo. Il più combattuto della sua dinastia iniziata con la stagione 1978/79. Un dominio sportivo che affonda le proprie radici nelle trame più oscure della Deutsche Demokratische Republik, senza mai però oltrepassare i confini nazionali. Gli unici sussulti europei dei berlinesi sono racchiusi in due quarti di finale di Coppa Campioni. Uno di questi arriva nel 1984. Ad eliminarli la Roma di Falcao e Bruno Conti.
Come ogni cosa in Germania Est, anche il calcio si trova sotto l’opprimente controllo del potere centrale. Gli organi statali comandano i club più importanti. Per allenatori e giocatori è proibito uscire dai confini nazionali senza farvi rientro. Heinz Krügel era l’allenatore del Magdeburgo, una delle squadre più importanti del calcio teutonico orientale. Dopo aver dato lustro al Paese vincendo una Coppa delle Coppe nel 1974 contro il Milan (oltre a tre titoli nazionali), viene bandito a vita. La sua colpa è quella di aver tentato un accordo contrattuale con la Juventus ed essersi rifiutato di piazzare delle microspie per controllare giocatori e dirigenti del Bayern Monaco. Al giocatore della Dinamo Berlino, Lutz Eigendorf, va anche peggio. Considerato come il Beckenbauer dell’Est, nel 1979 riesce a fuggire in Germania Ovest. A Berlino Est la cosa non viene dimenticata. Quattro anni più tardi perde la vita in un incidente stradale. Ad organizzarlo è la Stasi, la polizia segreta della Germania orientale. La padrona della Dinamo Berlino.
La squadra granata berlinese ha un orso come simbolo ed Erich Mielke, capo della Stasi, come presidente. Da quando è il numero uno della società ha però conquistato solo una coppa nazionale nel 1959. Gli scudetti sono zero, mentre le retrocessioni addirittura due. Per uno come Mielke è un’onta inaccettabile. Negli anni Settanta il suo nome viene subito dopo quello del Segretario generale del Partito di Unità Socialista di Germania, Erich Honecker.
È il 1978. La Dinamo Dresda ha appena vinto il terzo campionato consecutivo. Il sesto della sua storia. Gli Orsi chiudono l’annata nuovamente senza vittorie. Per Mielke la misura è colma. Ha deciso. Dalla prossima stagione la sua Dinamo Berlino dominerà la Ddr calcistica. In che modo? Ogni talento del Paese comincia a prendere la strada di Berlino est, l’accesso al doping di Stato è impunito, le pressioni federali e politiche diventano sempre più marcate e, sopratutto, la complicità degli arbitri diviene sistematica. Tra questi ci sono il direttore di gara internazionale Adolf Prokop e Bernd Stumpf. Sono i due fischietti più influenti dell’Oberliga e anche qualcosa di più. Prokop e Stumpf sono due agenti della Stasi. Anno dopo anno la credibilità del torneo precipita. Anche quando pare che la Dinamo possa perdere il titolo, accade qualcosa che ristabilisce le gerarchie calcistiche decise da Mielke. Ciò avviene anche il 22 marzo 1986. È la partita più controversa. Non è un caso che ad arbitrarla sia Stumpf.
Siamo a Lipsia. Di fatto, è l’incontro decisivo del campionato. Il Bruno-Plache-Stadion è tutto esaurito. Si fronteggiano Lokomotive Lipsia e la Dinamo, prima in classifica. È il “Der Schand-Elfmeter von Leipzig”, il rigore della vergogna di Lipsia. La squadra di casa deve vincere per tenere vive le speranze di titolo. Sono passati appena due minuti e il talentoso centravanti Olaf Marschall porta in vantaggio la Lokomotive. Il risultato non cambia fino al minuto 94. Sull’ultimo lancio lungo della Dinamo, Hans Richter e Bernd Schulz cadono in area. Strumpf non esita un istante. È rigore. Le intense proteste di giocatori e tifosi non servono a niente. Sul dischetto si presenta Pastor. È uno a uno. Alla fine gli Orsi sono campioni con solo due punti di vantaggio sulla Lokomotive.
La Dinamo diventa la squadra più odiata della Germania Est. È il loro ottavo scudetto consecutivo. Sarà anche l’inizio di un lento declino. La Ddr e la Stasi cominciano a perdere la loro potenza sotto i colpi di una situazione geopolitica sempre più instabile. Nonostante questo, la squadra riesce a vincere altri due campionati prima di cedere definitivamente. Nel 1988/89 il torneo torna nella bacheca dell’altra Dinamo, quella di Dresda. L’egemonia berlinese è finita. L’ultimo campionato della Germania orientale lo vince l’Hansa Rostock nel 1991. Dall’anno prima i giocatori possono legalmente trasferirsi ad una squadra dell’Ovest. Il primo della lista è l’attaccante della Dinamo Berlino, Andreas Thom. Il preferito di Erich Mielke.
La stagione 1991/92 è l’inizio di una nuova era. Quarantasette anni dopo l’ultima volta, sul territorio tedesco si disputa un unico campionato, la Bundesliga. Un torneo che però non vedrà mai esibirsi la Dinamo Berlino. La scomparsa della Ddr e della Stasi è coincisa con la sparizione degli Orsi dai grandi palcoscenici nazionali. Oggi la società granata gioca in quarta serie e guarda gli storici rivali dell’Union Berlino affrontare Bayern Monaco e Borussia Dortmund in massima serie. Dei tempi gloriosi è rimasta solo qualche bandiera della Ddr che sventola sugli spalti durante le partite.