Nel Parlamento italiano si sta cercando di imporre una censura su chiunque provi a parlare della sanità lombarda. E’ accaduto a palazzo Madama qualche settimana fa con il collega Toninelli, poi con i presidenti Coltorti e Morra. Alla Camera, addirittura, il nostro deputato Riccardo Ricciardi è stato offeso e attaccato con un atteggiamento che definirei da squadrismo 2.0.
Una modalità che si è ripetuta nuovamente con il sottoscritto. Avevo preso la parola proprio per affermare che è inaccettabile che ogni qualvolta si parli di tale argomento in un’aula parlamentare succeda il finimondo. Durante, ma soprattutto dopo, il mio intervento ho subito offese, minacce, alcuni mi hanno urlato che mi avrebbero aspettato fuori dal palazzo per strada, neanche fossimo in un episodio di Gomorra. Un energumeno ha tentato di aggredirmi fisicamente subito fuori dall’Aula, i commessi mi hanno dovuto “scortare” e un collega ha voluto addirittura accompagnarmi fino in albergo.
Ironia della sorte, prima sono stato ripreso dalla presidente Casellati perché mi sono permesso di definire Roberto Formigoni, condannato per corruzione, “un criminale” e poi attaccato dalla collega Gallone di Forza Italia che, stravolgendo le mie affermazioni, mi ha accusato di aver offeso le vittime lombarde e di essere uscito dall’Aula “lanciando il sasso e nascondendo la mano”.
La verità è che io, su invito di questori e commessi, sono stato costretto a uscire dall’Aula perché, come spiegato, dei facinorosi non permettevano la ripresa dei lavori. Secondo l’opposizione quindi attaccare la gestione sanitaria equivale a disonorare la memoria delle vittime.
Perché cotanta virulenza? Perché la verità fa male. Del resto ci sarà pure un motivo per cui in Lombardia, in proporzione, si è registrato il numero di morti più alto del mondo? La verità è che con Maroni e Formigoni, quest’ultimo condannato e finito in carcere proprio per tangenti legate al sistema sanitario, si è privatizzata la sanità secondo un modello totalmente in antitesi con la nostra Carta costituzionale, che ha tagliato ben 25mila posti letto in pochi anni e cancellato i medici di base dal territorio. Un obiettivo, quest’ultimo, auspicato con contezza dal deputato Giorgetti.
Tamponi non effettuati ad infermieri e medici, 21 milioni di euro donati da cittadini sperperati per creare, in quella cattedrale del deserto che è l’Expo, un ospedale che ha accolto “ben” 20 pazienti. Per non parlare dei ritardi nel rendere immediatamente zona rossa Codogno, epicentro del contagio, e dei ritardi nell’erogazione della cassa integrazione in deroga. Non dimenticando che dagli uffici della Regione fu inviata alla Cnn una bozza del Decreto che imponeva la zona rossa in tutta la Lombardia, causando una fuga scomposta di migliaia di fuorisede verso il Sud e rischiando così di contagiare mezza Italia.
Mi domando cosa sarebbe successo se al posto del matematico assessore Giulio Gallera (ci vogliono due infetti per contagiarne uno) e del presidente Attilio Fontana ci fossero stati due esponenti del Movimento Cinque Stelle. Quali minuziose inchieste giornalistiche sarebbero istantaneamente partite?
Già immagino giornalisti in incognito inviati da Giletti con telecamere nascoste dentro le Rsa, inseguimenti al presidente di Regione fin dentro la propria auto, interviste quotidiane ai familiari di chi è morto da solo dentro una residenza per anziani o in un ospedale. Per non parlare delle opposizioni! Si sarebbero scatenate: cartelli, occupazione dei banchi e l’ex trombata candidata alla presidenza dell’Emilia Romagna Lucia Borgonzoni (rimasta senatrice) sfoggiare ad ogni seduta d’aula una t-shirt con scritto “parlateci della Lombardia”.
Niente di tutto questo, anzi: un quotidiano di destra ha definito “grillino violento” il mio amico Ricciardi e un noto giornalista lo ha etichettato come coglione. Se dire la verità equivale ad essere tali allora lo siamo tutti. Siamo orgogliosi di esserlo.