Le creature - 2/3
C’è un gesto che si ripete in continuazione quando hai tra le mani Le creature di Massimiliano Virgilio (Rizzoli). Aprire e chiudere il volume per osservare questo collage pop di Julien Pacaud in copertina, opera nell’opera, accoppiata a questo sfondo verde smeraldo acceso. La mente vagola così in un’atmosfera tra il kitsch e il trash, bambinetti biondo nazi con fucili e giochini tra le mani. Innocenza e pericolo, testacoda concettuale che accompagnerà il racconto di Virgilio in questo continuo baluginante controluce. La disperazione di un ragazzetto tredicenne di origine cinese, un “fantasmino”, ovvero un figlio di immigrati irregolari nato in Italia, quindi invisibile, parcheggiato da mamma per qualche mese in una casa napoletana di una spappolata fiancheggiatrice da sottobosco criminale, la Leonessa. Qui Han fa amicizia con altri due fantasmini, uno africano, l’altro ucraino, ma la quotidianità in attesa che mamma torni a prenderlo è più un ragazzi di vita impastato a sigarette, cocaina, birre e lame, che un vero e proprio racconto di formazione introspettivo. Ogni capitolo un piccolo sussulto per una situazione che degenera, preferibilmente nel sangue (altrui). Ogni capitolo uno spiraglio di speranza in un’altra bambina con un grave difetto fisico permanente che però prova un sentimento per Han. Le creature ha come due marce alternate e un impianto che strizza l’occhio ad una stesura per serie tv. Le parti dialogate dove si annulla la singolarità dello scambio (e qui sembra davvero che si assista ad uno script già pronto per essere imparato da attori e girato), e le parti più descrittive di situazioni ambientali e di osservazione antropologica che invece, soprattutto nella parte centrale, denota una notevole scorrevolezza e limpidezza di scrittura (nei dialoghi la domanda con il punto interrogativo andrebbe vietata per legge ovunque) . Vi è poi un ultimo blocco grand guignol debitore di un’ostentazione pulp forse un po’ fuori tempo massimo. Poi d’accordo ci sarebbe anche il sottotesto dello ius soli, ma chi se ne accorge quando sprizza tutto quel sangue? Voto: 6 +