Papa Francesco ha incontrato la nostra Barbara: una storia bellissima, contro ogni stereotipo
È una storia romantica e bellissima, con due protagonisti accomunati dall’aver saputo rompere ogni stereotipo. Barbara, detenuta nel carcere romano femminile di Rebibbia e calciatrice della società Atletico Diritti, è stata ricevuta da Papa Francesco. Si è presentata con addosso la maglia della squadra, gli ha portato in dono un gagliardetto, gli ha letto una sua poesia e lui l’ha paragonata a Trilussa. L’occasione è stata data dalla presentazione dell’iniziativa ‘We run together’, volta a raccogliere fondi per alcuni ospedali strategici nell’emergenza Covid-19.
Atletico Diritti è una società polisportiva di cui mi onoro di essere presidente. Copre il calcio, la pallacanestro e il cricket. È stata fondata nel 2014 dalla mia associazione, Antigone, insieme all’associazione Progetto Diritti e con il sostegno dell’Università Roma Tre. Nelle nostre squadre, tutte iscritte a tornei ufficiali federali tranne una, giocano persone detenute o ex detenute, ragazzi migranti e richiedenti asilo, studenti universitari. Un luogo di contaminazione, dove si mischiano esperienze diverse, dove si impara che esistono prospettive che non si sarebbero mai immaginate prima, dove la solidarietà passa facilmente da dentro a fuori il campo da gioco.
“Finalmente si parte”, racconta Barbara nel suo diario di quella mattina in Vaticano. “Io mi aspettavo la macchina di servizio, ma non è stato così, e la mia emozione saliva sia perché ero stata scelta per rappresentare la squadra, ma soprattutto perché in quella macchina con la mia ‘scorta’ mi sono sentita non una detenuta, ma una giocatrice di calcio a 5 che andava in udienza dal Papa, e questo grazie anche a chi era con me, che mi ha trattato benissimo e con assoluto rispetto e professionalità: mi hanno dato fiducia lasciandomi spazio, e io ho cercato di dare il meglio di me e ricambiare il rispetto”.
La sola squadra di Atletico Diritti che non disputa un torneo federale è anche l’unica che gioca interamente dentro un carcere: la squadra di calcio a cinque femminile di Rebibbia. Il campo del carcere non è a norma per gli standard della Figc e dunque le ragazze, fino all’inizio dell’emergenza sanitaria, hanno disputato un torneo Csi, con il permesso di giocare tutte le partite in casa.
L’alchimia tra l’entusiasmo della nostra società, la bravura delle nostre allenatrici e la stupenda gestione del carcere, caratterizzata da tempo da direzioni eccezionali e da operatori aperti e intelligenti, ha dato il massimo: il calcetto là dentro è diventato il simbolo della rottura di un modello, dello stereotipo femminile della detenzione, dell’idea della donna detenuta piangente con un qualche uomo che aspetta all’esterno e incapace di prendere in mano la propria vita. “Se possiamo migliorare in un campo da gioco allora possiamo farlo anche fuori”, è lo slogan di Barbara e delle altre ragazze.
“Più ci avvicinavamo a San Pietro più l’emozione saliva, non facevo che pensare a cosa avrei detto al Santo Padre, come mi sarei rapportata a lui, quali fossero le parole da usare in sua presenza, cosa lui mi avrebbe chiesto”. La trafila per entrare in Vaticano, una stanza, poi un’altra stanza, poi un’altra ancora. “
Eccolo, è lui, il Papa che si avvicina a noi e tutto fa tranne quello che ci avevano detto”. Qualcuno può mai sorprendersi di questo? Ha mai fatto, Papa Francesco, quello che ci si aspettava da lui? “Non segue nessuna etichetta né protocollo, fa ciò che si sente di fare e con molta tranquillità e semplicità”. Parla con Barbara, la ringrazia di essere venuta, lei gli dice di aver scritto una poesia per l’occasione, lui risponde che sarebbe felice di ascoltarla.
Papa Francesco in questi anni è stato la guida politica e spirituale più forte che il mondo abbia avuto. Lo è stato rompendo ogni schema precedente, mettendo in difficoltà gerarchie vaticane paludate, trascorrendo nel carcere minorile di Casal del Marmo il primo giovedì santo del suo pontificato, sostenendo i centri di accoglienza per migranti, mandando il proprio elemosiniere a riallacciare la luce di uno stabile occupato, dando parola al carcere davanti a tutto il mondo in una incredibile Via Crucis. Non è stato e non sarà mai un Papa. Sarà solo e sempre Papa Francesco, un unicum di una storia millenaria.
Nella loro storia personale, Barbara e le altre ragazze di Atletico Diritti hanno portato avanti un’analoga rivoluzione. Se il carcere vive di stereotipi, ciò è forse ancor più vero per il carcere femminile e per quel grande etichettamento che viene dato dal mondo esterno a ogni donna che con la commissione del reato non ha risposto alle aspettative che l’intera società aveva su di lei.
Nelle carceri femminili si organizzano sostanzialmente attività considerate femminili (la cucina, la sartoria…). Nelle carceri femminili non era mai accaduto che un gruppo di donne sentisse di star riprendendo in mano la propria vita attraverso il calcio.
“Letta la mia poesia il Santo Padre mi sorride, si alza dalla sua poltrona e mi ringrazia con tanta commozione facendomi molti complimenti e paragonandomi a Trilussa, che tra l’altro è il mio preferito!”. Dai Barbara, tira in porta!
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La Redazione
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - “Desidero esprimere la mia totale solidarietà al Presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, professionista di comprovata competenza e integrità, recentemente bersaglio di un attacco inaccettabile da parte del Senatore Zaffini. Non dovrebbe essere necessario ricordare che la Fondazione GIMBE svolge un ruolo essenziale nel garantire analisi indipendenti e basate su evidenze scientifiche nel settore della sanità pubblica. Analisi che non solo aiutano l’opinione pubblica a comprendere la realtà dei fatti, ma forniscono strumenti indispensabili proprio a noi parlamentari per svolgere il nostro lavoro con cognizione di causa". Lo scrive in una nota la senatrice del Pd Susanna Camusso.
Ma ormai chiunque osi dissentire con l’operato del Governo Meloni – scienziati, magistrati, professori, giornalisti – viene puntualmente delegittimato. Peccato che sia lo stesso Presidente Zaffini ad ammettere che su sei decreti attuativi promessi per smaltire le liste d’attesa, sia stato approvato solo quello sul funzionamento della piattaforma nazionale di monitoraggio. La colpa? Dipende dal giorno: molto spesso è dei governi precedenti – nonostante la destra governi da tre anni – altre volte, come in questo caso, delle Regioni - nonostante la stessa destra stia spingendo per l’Autonomia. Mentre milioni di italiani non possono curarsi e il SSN è al collasso, il governo continua a giocare a scaricabarile, additando nemici immaginari e scaricando le colpe su chiunque tranne che su sé stesso”.
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - "Dopo il record di 150.000 iscritti, Forza Italia rafforza il suo radicamento sul territorio con l’avvio della stagione dei Congressi Comunali e Circoscrizionali. Si parte da 9 regioni per eleggere i nuovi segretari comunali e circoscrizionali, in un percorso di partecipazione e crescita che coinvolgerà tutta Italia". Lo scrive Forza Italia sui suoi profili social.
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - "Rispondo a chi ogni tanto ci accusa di non avere una visione. Certo che ce l'abbiamo, anche bella forte. Magari a qualcuno non piace, non sarà quello che si aspettavano dal Pd di prima, ma oggi il Pd è autodeterminato in questa direzione". In mezzo al dibattito su 'meglio presentarsi uniti o divisi per colpire uniti', innescato dalla proposta di Dario Franceschini, Elly Schlein continua a insistere sui temi piuttosto che sui tatticismi. E rilancia la visione del 'suo' Pd a fronte di perplessità, più o meno esplicite, avanzate nei suoi confronti nell'ultimo periodo.
"La giustizia sociale, la giustizia climatica, il lavoro dignitoso, l'innovazione, i diritti delle persone", elenca la segretaria dal palco della prima iniziativa col Terzo Settore (previste altre 4 a febbraio) a Monterotondo. Come aveva fatto la settimana scorsa davanti all'ospedale di Vicenza per parlare di sanità o con gli operai a Marghera o quelli della crisi Beko su lavoro e politiche industriali.
Alla questione aperta da Franceschini, Schlein ha però dato una risposta l'altra sera a Piazza Pulita dopo giorni di silenzi, conditi da freddezza dell'inner circle della segretaria. Andare divisi per colpire uniti? "Io continuo a insistere, sono testardamente unitaria", la risposta di Schlein. Insomma, nonostante al momento non vi siano passi avanti nella costruzione dell'alleanza, lo schema della segretaria non cambia. Resta 'testardamente unitario'. "Ce lo chiede la gente", la tesi di Schlein. Il sondaggio mandato in onda durante la trasmissione pare darle ragione con quasi l'80% degli elettori di centrosinistra a invocare un accordo tra le opposizioni.
Un accordo che però non c'è e la proposta di Franceschini ha avuto anche l'effetto di evidenziare ulteriormente le resistenze rispetto a un'alleanza organica. Basta leggere l'elenco di quelli che hanno promosso o quanto meno si sono detti interessati alla possibilità di 'marciare divisi, per poi colpire uniti' dopo il voto: da Carlo Calenda a Giuseppe Conte. Chi invece non è sembra interessato, è Romano Prodi che in una lunga intervista avverte: "Senza un programma condiviso non è politica, ma solo cinismo. Si possono anche vincere le elezioni, ma si uccide il Paese”.
"Ma come si può fare questo discorso due anni e mezzo prima delle elezioni?", si chiede Prodi. "Potrebbe essere l'ultima spiaggia alla vigilia del voto. Ma se partiamo dall'idea che non ci si può mettere d'accordo su un programma, mi pare difficile vincere le elezioni". L'Ulivo non è più riproponibile, aggiunge, "quel che si può fare è cercare quattro grandi problemi sui quali trovare una visione comune: sanità, casa, scuola, lavoro".
Non basta solo criticare: "Politica è dire quel che serve all'Italia per la distribuzione del reddito, la sanità, la casa. Non dire solo che mancano le risorse, ma dire come vanno riformati gli ospedali, i medici di base, le case di comunità". Chi può riuscire a federare il campo delle opposizioni in ordine sparso? Per Prodi la risposta è aperta: "Il problema è vedere chi è in grado di federare. Quel ruolo si conquista, non è dato. La competizione è aperta per tutti, Schlein e altri".
Tel Aviv, 1 feb. (Adnkronos) - Il primo ministro Benjamin Netanyahu sta valutando la possibilità di nominare il ministro degli Affari strategici Ron Dermer a capo del team negoziale di Israele per i colloqui sugli ostaggi con Hamas, secondo le notizie di Channel 12. Subentrerebbe al ruolo del capo del Mossad David Barnea. Secondo quanto riferito, Barnea resterebbe nella squadra insieme al capo dello Shin Bet Ronen Bar e all'uomo chiave per la presa degli ostaggi delle Idf Nitzan Alon, con Dermer a supervisionare i colloqui.
I funzionari israeliani hanno dichiarato che Netanyahu riconosce che i negoziatori vogliono fare tutto il possibile per garantire che la seconda fase dell'accordo sulla restituzione degli ostaggi con Hamas abbia luogo, e il premier vuole mantenere aperte le sue opzioni. Secondo Channel 12, i funzionari del team di Netanyahu affermano che, poiché i colloqui principali si stanno svolgendo con l'amministrazione Trump, dovrebbero essere guidati da qualcuno con una formazione più diplomatica, che non nella sicurezza.
Sembra che l'inviato speciale di Trump, Steve Witkoff, abbia detto a Netanyahu che preferirebbe lavorare con Dermer e che ha delle riserve sulla collaborazione con l'attuale team negoziale. Witkoff e Netanyahu hanno parlato oggi, ha riferito Channel 12, aggiungendo che il primo ministro israeliano terrà un incontro stasera per decidere se inviare una delegazione di medio livello in Qatar questa settimana. In risposta, l'ufficio di Netanyahu ha affermato che "i resoconti non sono veri" e che "le decisioni sui negoziati saranno prese solo dopo il ritorno del primo ministro dagli Stati Uniti".
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - “Ieri è stato l’ultimo giorno di lavoro di dipendenti e dirigenti Rai a viale Mazzini. Lo storico palazzo, simbolo del Servizio Pubblico, che dagli anni 60 rappresenta la Rai, chiuderà per essere interessato da importanti ed ampi lavori di ristrutturazione". Lo dichiarano i componenti di Fratelli d’Italia della Commissione Vigilanza Rai.
"Interventi che consentiranno alla Rai di usufruire di una sede moderna, digitale e all’avanguardia, capace così di confrontarsi con un mercato televisivo sempre più competitivo. È un merito di questa dirigenza che oltre a garantire un sempre più ampio pluralismo, così come si pretende dal Servizio pubblico, un’offerta e una qualità nella programmazione, adesso garantirà alla Rai anche strutture di prim’ordine. Infatti, la sede di viale Mazzini si affiancherà al nuovo centro di produzione a Milano che sarà uno dei più avanzati in Europa. Al contempo va rivolto un vivo ringraziamento ai dipendenti Rai, che stanno affrontando con grande impegno e dedizione questo significativo momento di passaggio, che servirà a costruire il Servizio pubblico del futuro”.
Ramallah, 1 feb. (Adnkronos) - Le forze israeliane hanno arrestato due giornalisti palestinesi e sequestrato la loro attrezzatura nella città di Beit Ummar, a nord di Hebron, in Cisgiordania. Lo riporta l'agenzia di stampa palestinese Wafa, citando il giornalista Ihab al-Alami, che ha riferito, dopo essere stato rilasciato, che "lui e il suo collega, Nidal al-Natsheh, sono stati arrestati dai soldati israeliani mentre documentavano i danni su terreni di proprietà palestinese vicino all'insediamento israeliano illegale di Karmei Tzur". I soldati hanno sequestrato tre telecamere prima di costringerli ad abbandonare la zona, ha aggiunto il reporter.
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - "Oggi a Roma si è svolta la Direzione Nazionale di Fratelli d'Italia, un momento di confronto interno al partito in vista del giro di boa della metà legislatura. Non si è trattato, evidentemente, di una seduta del Consiglio dei Ministri, un dettaglio che i deputati di Italia Viva, cui resta solo la polemica, potrebbero facilmente cogliere solo sfogliando un qualsiasi manuale di diritto costituzionale". Così Antonio Baldelli, deputato di Fratelli d'Italia, risponde alle polemiche sollevate da Italia Viva sull'assenza del Presidente del Consiglio all'assemblea di FdI e sulla presenza del capo della segreteria politica, Arianna Meloni.
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Susanna Marietti
Coordinatrice Antigone
Società - 29 Maggio 2020
Papa Francesco ha incontrato la nostra Barbara: una storia bellissima, contro ogni stereotipo
È una storia romantica e bellissima, con due protagonisti accomunati dall’aver saputo rompere ogni stereotipo. Barbara, detenuta nel carcere romano femminile di Rebibbia e calciatrice della società Atletico Diritti, è stata ricevuta da Papa Francesco. Si è presentata con addosso la maglia della squadra, gli ha portato in dono un gagliardetto, gli ha letto una sua poesia e lui l’ha paragonata a Trilussa. L’occasione è stata data dalla presentazione dell’iniziativa ‘We run together’, volta a raccogliere fondi per alcuni ospedali strategici nell’emergenza Covid-19.
Atletico Diritti è una società polisportiva di cui mi onoro di essere presidente. Copre il calcio, la pallacanestro e il cricket. È stata fondata nel 2014 dalla mia associazione, Antigone, insieme all’associazione Progetto Diritti e con il sostegno dell’Università Roma Tre. Nelle nostre squadre, tutte iscritte a tornei ufficiali federali tranne una, giocano persone detenute o ex detenute, ragazzi migranti e richiedenti asilo, studenti universitari. Un luogo di contaminazione, dove si mischiano esperienze diverse, dove si impara che esistono prospettive che non si sarebbero mai immaginate prima, dove la solidarietà passa facilmente da dentro a fuori il campo da gioco.
“Finalmente si parte”, racconta Barbara nel suo diario di quella mattina in Vaticano. “Io mi aspettavo la macchina di servizio, ma non è stato così, e la mia emozione saliva sia perché ero stata scelta per rappresentare la squadra, ma soprattutto perché in quella macchina con la mia ‘scorta’ mi sono sentita non una detenuta, ma una giocatrice di calcio a 5 che andava in udienza dal Papa, e questo grazie anche a chi era con me, che mi ha trattato benissimo e con assoluto rispetto e professionalità: mi hanno dato fiducia lasciandomi spazio, e io ho cercato di dare il meglio di me e ricambiare il rispetto”.
La sola squadra di Atletico Diritti che non disputa un torneo federale è anche l’unica che gioca interamente dentro un carcere: la squadra di calcio a cinque femminile di Rebibbia. Il campo del carcere non è a norma per gli standard della Figc e dunque le ragazze, fino all’inizio dell’emergenza sanitaria, hanno disputato un torneo Csi, con il permesso di giocare tutte le partite in casa.
L’alchimia tra l’entusiasmo della nostra società, la bravura delle nostre allenatrici e la stupenda gestione del carcere, caratterizzata da tempo da direzioni eccezionali e da operatori aperti e intelligenti, ha dato il massimo: il calcetto là dentro è diventato il simbolo della rottura di un modello, dello stereotipo femminile della detenzione, dell’idea della donna detenuta piangente con un qualche uomo che aspetta all’esterno e incapace di prendere in mano la propria vita. “Se possiamo migliorare in un campo da gioco allora possiamo farlo anche fuori”, è lo slogan di Barbara e delle altre ragazze.
“Più ci avvicinavamo a San Pietro più l’emozione saliva, non facevo che pensare a cosa avrei detto al Santo Padre, come mi sarei rapportata a lui, quali fossero le parole da usare in sua presenza, cosa lui mi avrebbe chiesto”. La trafila per entrare in Vaticano, una stanza, poi un’altra stanza, poi un’altra ancora. “
Eccolo, è lui, il Papa che si avvicina a noi e tutto fa tranne quello che ci avevano detto”. Qualcuno può mai sorprendersi di questo? Ha mai fatto, Papa Francesco, quello che ci si aspettava da lui? “Non segue nessuna etichetta né protocollo, fa ciò che si sente di fare e con molta tranquillità e semplicità”. Parla con Barbara, la ringrazia di essere venuta, lei gli dice di aver scritto una poesia per l’occasione, lui risponde che sarebbe felice di ascoltarla.
Papa Francesco in questi anni è stato la guida politica e spirituale più forte che il mondo abbia avuto. Lo è stato rompendo ogni schema precedente, mettendo in difficoltà gerarchie vaticane paludate, trascorrendo nel carcere minorile di Casal del Marmo il primo giovedì santo del suo pontificato, sostenendo i centri di accoglienza per migranti, mandando il proprio elemosiniere a riallacciare la luce di uno stabile occupato, dando parola al carcere davanti a tutto il mondo in una incredibile Via Crucis. Non è stato e non sarà mai un Papa. Sarà solo e sempre Papa Francesco, un unicum di una storia millenaria.
Nella loro storia personale, Barbara e le altre ragazze di Atletico Diritti hanno portato avanti un’analoga rivoluzione. Se il carcere vive di stereotipi, ciò è forse ancor più vero per il carcere femminile e per quel grande etichettamento che viene dato dal mondo esterno a ogni donna che con la commissione del reato non ha risposto alle aspettative che l’intera società aveva su di lei.
Nelle carceri femminili si organizzano sostanzialmente attività considerate femminili (la cucina, la sartoria…). Nelle carceri femminili non era mai accaduto che un gruppo di donne sentisse di star riprendendo in mano la propria vita attraverso il calcio.
“Letta la mia poesia il Santo Padre mi sorride, si alza dalla sua poltrona e mi ringrazia con tanta commozione facendomi molti complimenti e paragonandomi a Trilussa, che tra l’altro è il mio preferito!”. Dai Barbara, tira in porta!
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Ma ormai chiunque osi dissentire con l’operato del Governo Meloni – scienziati, magistrati, professori, giornalisti – viene puntualmente delegittimato. Peccato che sia lo stesso Presidente Zaffini ad ammettere che su sei decreti attuativi promessi per smaltire le liste d’attesa, sia stato approvato solo quello sul funzionamento della piattaforma nazionale di monitoraggio. La colpa? Dipende dal giorno: molto spesso è dei governi precedenti – nonostante la destra governi da tre anni – altre volte, come in questo caso, delle Regioni - nonostante la stessa destra stia spingendo per l’Autonomia. Mentre milioni di italiani non possono curarsi e il SSN è al collasso, il governo continua a giocare a scaricabarile, additando nemici immaginari e scaricando le colpe su chiunque tranne che su sé stesso”.
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - "Dopo il record di 150.000 iscritti, Forza Italia rafforza il suo radicamento sul territorio con l’avvio della stagione dei Congressi Comunali e Circoscrizionali. Si parte da 9 regioni per eleggere i nuovi segretari comunali e circoscrizionali, in un percorso di partecipazione e crescita che coinvolgerà tutta Italia". Lo scrive Forza Italia sui suoi profili social.
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - "Rispondo a chi ogni tanto ci accusa di non avere una visione. Certo che ce l'abbiamo, anche bella forte. Magari a qualcuno non piace, non sarà quello che si aspettavano dal Pd di prima, ma oggi il Pd è autodeterminato in questa direzione". In mezzo al dibattito su 'meglio presentarsi uniti o divisi per colpire uniti', innescato dalla proposta di Dario Franceschini, Elly Schlein continua a insistere sui temi piuttosto che sui tatticismi. E rilancia la visione del 'suo' Pd a fronte di perplessità, più o meno esplicite, avanzate nei suoi confronti nell'ultimo periodo.
"La giustizia sociale, la giustizia climatica, il lavoro dignitoso, l'innovazione, i diritti delle persone", elenca la segretaria dal palco della prima iniziativa col Terzo Settore (previste altre 4 a febbraio) a Monterotondo. Come aveva fatto la settimana scorsa davanti all'ospedale di Vicenza per parlare di sanità o con gli operai a Marghera o quelli della crisi Beko su lavoro e politiche industriali.
Alla questione aperta da Franceschini, Schlein ha però dato una risposta l'altra sera a Piazza Pulita dopo giorni di silenzi, conditi da freddezza dell'inner circle della segretaria. Andare divisi per colpire uniti? "Io continuo a insistere, sono testardamente unitaria", la risposta di Schlein. Insomma, nonostante al momento non vi siano passi avanti nella costruzione dell'alleanza, lo schema della segretaria non cambia. Resta 'testardamente unitario'. "Ce lo chiede la gente", la tesi di Schlein. Il sondaggio mandato in onda durante la trasmissione pare darle ragione con quasi l'80% degli elettori di centrosinistra a invocare un accordo tra le opposizioni.
Un accordo che però non c'è e la proposta di Franceschini ha avuto anche l'effetto di evidenziare ulteriormente le resistenze rispetto a un'alleanza organica. Basta leggere l'elenco di quelli che hanno promosso o quanto meno si sono detti interessati alla possibilità di 'marciare divisi, per poi colpire uniti' dopo il voto: da Carlo Calenda a Giuseppe Conte. Chi invece non è sembra interessato, è Romano Prodi che in una lunga intervista avverte: "Senza un programma condiviso non è politica, ma solo cinismo. Si possono anche vincere le elezioni, ma si uccide il Paese”.
"Ma come si può fare questo discorso due anni e mezzo prima delle elezioni?", si chiede Prodi. "Potrebbe essere l'ultima spiaggia alla vigilia del voto. Ma se partiamo dall'idea che non ci si può mettere d'accordo su un programma, mi pare difficile vincere le elezioni". L'Ulivo non è più riproponibile, aggiunge, "quel che si può fare è cercare quattro grandi problemi sui quali trovare una visione comune: sanità, casa, scuola, lavoro".
Non basta solo criticare: "Politica è dire quel che serve all'Italia per la distribuzione del reddito, la sanità, la casa. Non dire solo che mancano le risorse, ma dire come vanno riformati gli ospedali, i medici di base, le case di comunità". Chi può riuscire a federare il campo delle opposizioni in ordine sparso? Per Prodi la risposta è aperta: "Il problema è vedere chi è in grado di federare. Quel ruolo si conquista, non è dato. La competizione è aperta per tutti, Schlein e altri".
Tel Aviv, 1 feb. (Adnkronos) - Il primo ministro Benjamin Netanyahu sta valutando la possibilità di nominare il ministro degli Affari strategici Ron Dermer a capo del team negoziale di Israele per i colloqui sugli ostaggi con Hamas, secondo le notizie di Channel 12. Subentrerebbe al ruolo del capo del Mossad David Barnea. Secondo quanto riferito, Barnea resterebbe nella squadra insieme al capo dello Shin Bet Ronen Bar e all'uomo chiave per la presa degli ostaggi delle Idf Nitzan Alon, con Dermer a supervisionare i colloqui.
I funzionari israeliani hanno dichiarato che Netanyahu riconosce che i negoziatori vogliono fare tutto il possibile per garantire che la seconda fase dell'accordo sulla restituzione degli ostaggi con Hamas abbia luogo, e il premier vuole mantenere aperte le sue opzioni. Secondo Channel 12, i funzionari del team di Netanyahu affermano che, poiché i colloqui principali si stanno svolgendo con l'amministrazione Trump, dovrebbero essere guidati da qualcuno con una formazione più diplomatica, che non nella sicurezza.
Sembra che l'inviato speciale di Trump, Steve Witkoff, abbia detto a Netanyahu che preferirebbe lavorare con Dermer e che ha delle riserve sulla collaborazione con l'attuale team negoziale. Witkoff e Netanyahu hanno parlato oggi, ha riferito Channel 12, aggiungendo che il primo ministro israeliano terrà un incontro stasera per decidere se inviare una delegazione di medio livello in Qatar questa settimana. In risposta, l'ufficio di Netanyahu ha affermato che "i resoconti non sono veri" e che "le decisioni sui negoziati saranno prese solo dopo il ritorno del primo ministro dagli Stati Uniti".
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - “Ieri è stato l’ultimo giorno di lavoro di dipendenti e dirigenti Rai a viale Mazzini. Lo storico palazzo, simbolo del Servizio Pubblico, che dagli anni 60 rappresenta la Rai, chiuderà per essere interessato da importanti ed ampi lavori di ristrutturazione". Lo dichiarano i componenti di Fratelli d’Italia della Commissione Vigilanza Rai.
"Interventi che consentiranno alla Rai di usufruire di una sede moderna, digitale e all’avanguardia, capace così di confrontarsi con un mercato televisivo sempre più competitivo. È un merito di questa dirigenza che oltre a garantire un sempre più ampio pluralismo, così come si pretende dal Servizio pubblico, un’offerta e una qualità nella programmazione, adesso garantirà alla Rai anche strutture di prim’ordine. Infatti, la sede di viale Mazzini si affiancherà al nuovo centro di produzione a Milano che sarà uno dei più avanzati in Europa. Al contempo va rivolto un vivo ringraziamento ai dipendenti Rai, che stanno affrontando con grande impegno e dedizione questo significativo momento di passaggio, che servirà a costruire il Servizio pubblico del futuro”.
Ramallah, 1 feb. (Adnkronos) - Le forze israeliane hanno arrestato due giornalisti palestinesi e sequestrato la loro attrezzatura nella città di Beit Ummar, a nord di Hebron, in Cisgiordania. Lo riporta l'agenzia di stampa palestinese Wafa, citando il giornalista Ihab al-Alami, che ha riferito, dopo essere stato rilasciato, che "lui e il suo collega, Nidal al-Natsheh, sono stati arrestati dai soldati israeliani mentre documentavano i danni su terreni di proprietà palestinese vicino all'insediamento israeliano illegale di Karmei Tzur". I soldati hanno sequestrato tre telecamere prima di costringerli ad abbandonare la zona, ha aggiunto il reporter.
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - "Oggi a Roma si è svolta la Direzione Nazionale di Fratelli d'Italia, un momento di confronto interno al partito in vista del giro di boa della metà legislatura. Non si è trattato, evidentemente, di una seduta del Consiglio dei Ministri, un dettaglio che i deputati di Italia Viva, cui resta solo la polemica, potrebbero facilmente cogliere solo sfogliando un qualsiasi manuale di diritto costituzionale". Così Antonio Baldelli, deputato di Fratelli d'Italia, risponde alle polemiche sollevate da Italia Viva sull'assenza del Presidente del Consiglio all'assemblea di FdI e sulla presenza del capo della segreteria politica, Arianna Meloni.