Dopo l’annuncio trionfale, ora è il momento delle trattative. Il fondo per la ripresa da 750 miliardi – di cui 500 da distribuire come sovvenzioni a fondo perduto – proposto dalla Commissione europea dovrà ottenere il via libera dai capi di Stato e di governo. Ed è probabile che arrivino modifiche. La tensione tra schieramento dei “frugali” e asse del Sud è ancora altissima. In più vanno affrontate anche le resistenze dell’Europa dell’est, che non sarà più la principale beneficiaria dei trasferimenti europei. Al contrario, l’Italia che di solito è contributore netto al bilancio Ue – cioè paga più di quanto riceva sotto forma di fondi europei – diventerebbe beneficiario netto.
Il primo ministro ungherese sovranista Viktor Orban di fronte a questa prospettiva sembra chiudere a ogni possibilità di dialogo: a suo dire il piano Next Generation Eu è “assurdo e perverso” e “finanziare i ricchi con i soldi dei poveri non è una buona idea”. Secondo le cifre della Commissione, che prevedono un fondo per la ripresa da 750 miliardi di euro, all’Ungheria sarebbero riservati 15 miliardi in tutto, di cui 8,1 a fondo perduto e 6,9 in prestiti.
In Germania, in compenso, l’opinione pubblica si è in gran parte allineata alle posizioni della cancelliera Angela Merkel, che con una storica svolta ha accettato l’emissione di debito comune da parte della Commissione per finanziare il piano e con Emmanuel Macron è stata promotrice del fondo da 500 miliardi a titolo di aiuti da non restituire. Stando a un sondaggio dell’Istituto Civey pubblicato su Spiegelonline oltre il 50% dei tedeschi ritiene ‘giusto‘ o ‘molto giust0‘ il Recovery fund lanciato da Bruxelles martedì. Alla domanda: “come valutate la proposta della Commissione Ue di un Recovery fund europea della grandezza di 750 miliardi?” il 26,3% degli intervistati ha risposto: “molto giusto”, il 25,4% “giusto”, il 15,4% è indeciso, il 10,8% “sbagliato” e il 22,1% “molto sbagliato”. La metà degli intervistati si è dichiarata favorevole, un terzo del campione contrario.
Ovviamente, come chiarito anche dal commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni, sull’uso dei soldi ci saranno paletti. Un punto cruciale per cercare di rassicurare i “frugali” che temono “sprechi” da parte dei Paesi del Sud Europa. “Aiutare l’Europa è nei nostri personali interessi” ma “il denaro non deve essere usato per i vecchi debiti o per pagare le pensioni, bensì utilizzato per aumentare la competitività dell’economia europea attraverso l’innovazione e la modernizzazione“, ha detto Friedrich Merz, candidato alla presidenza dei conservatori tedeschi, in un’intervista a Handelsblatt. Riguardo all’atteggiamento di Austria, Olanda, Svezia e Danimarca e al loro scetticismo verso la scelta di Bruxelles nella suddivisione tra crediti e sussidi, Merz si è dichiarato da una parte simpatizzante dello scetticismo “in quanto ben fondato storicamente” dall’altra ha detto che “nuovi crediti non sono la soluzione del problema. L’Europa deve trovare altri strumenti”.