“Il certificato di negatività richiesta ai turisti dal presidente della Regione Sardegna Solinas? Dice una cosa praticamente irrealizzabile, perché allo stato attuale delle conoscenze e delle disponibilità diagnostiche non ci sarà mai la possibilità di stilare un certificato di quel tipo“. Sono le parole pronunciate a “Otto e mezzo” (La7) da Massimo Galli, primario del reparto Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano, che aggiunge: “Forse sarà soltanto possibile dire che delle persone che hanno anticorpi positivi e tampone provatamente negativo possono muoversi abbastanza tranquillamente, perché hanno già avuto l’infezione ed è difficile che la riprendano e che possano riportarla da una parte all’altra dell’Italia. Se questo potesse essere applicato in maniera rigorosa, allora in Sardegna forse potrebbe andare meno del 10% degli italiani“.
L’infettivologo spiega: “Certamente si può dire ai lombardi di stare nella propria regione e di non uscire dai confini, ma allora il blocco dovrebbe valere sia in entrata, sia in uscita, cioè dobbiamo stabilire lo stesso per coloro che vengono in Lombardia. Allo stato attuale delle indicazioni e delle scelte fatte, il sottoscritto, che è sempre stato un sostenitore della cautela e che è stato anche definito ‘un pessimista cronico’ da questo punto di vista, finisce per ritenere che interventi del genere sposterebbero poco, anzi quasi nulla. Ricordo che i nuovi casi che stiamo vedendo in Lombardia riguardano persone che sono finalmente riuscite ad avere un tampone“.
“Ma i nuovi contagi in Italia sono per i due terzi tutti in Lombardia“, obietta la conduttrice Lilli Gruber.
“Non sono nuovi contagi – risponde Galli – Sono casi relativi a vecchi contagi, cioè a persone che si sono chiuse in casa con l’infezione. I veri contagi nuovi fortunatamente non credo che ce ne siano, perché, se ce ne fossero, altro che questi numeri. Ricordiamo che in Lombardia i casi ufficiali sono probabilmente un decimo, se non di meno, dei casi che effettivamente avvenuti“.