L’Italia riaprirà i propri confini a tutti i Paesi dell’area Schengen e alla Gran Bretagna dal 3 giugno, senza che per chi arriva sia previsto un periodo di quarantena. Per tutti gli altri cittadini europei, l’obbligo di isolarsi in maniera fiduciaria cadrà invece dal 15 giugno. Il governo conferma quindi quanto previsto nel Dpcm in vigore dallo scorso 18 maggio e risponde in maniera ‘aperturista’ a chi ha escluso l’Italia dai Paesi di arrivo sul proprio territorio, come Grecia, Svizzera, Austria e con sfumature anche la Croazia.
Una mossa che ha innervosito il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Se qualcuno pensa di trattarci come un lazzaretto allora sappia che non resteremo immobili. La pazienza ha un limite”, ha sottolineato il titolare della Farnesina, sollecitato venerdì anche dal governatore Luca Zaia che lo ha invitato a farsi sentire perché “non siamo il lebbrosario d’Europa”.
“In questi giorni ne ho sentite davvero tante sull’Italia. Non mi sembra il momento di fare polemiche, ma una cosa voglio dirla chiaramente: esigiamo rispetto. Se qualcuno pensa di trattarci come un lazzaretto allora sappia che non resteremo immobili”, è stato il messaggio di Di Maio per il quale “serve una risposta europea” perché “se si agisce in maniera diversa e scomposta viene meno lo spirito Ue e crolla l’Europa”. Una risposta chiara a chi, come la Grecia, ha negato agli italiani almeno fino a luglio la possibilità di arrivare nel Paese. Anche in questo caso, a fare eco al titolare della Farnesina è il governatore del Veneto Zaia: “La Grecia nei confronti dell’Italia ha avuto un comportamento assolutamente riprovevole. Mi fa incazzare – ha sottolineato – che questo atteggiamento venga da un Paese che sta in Europa”.
Di Maio insiste sulla “competizione” tra gli Stati: “Capisco anche la competizione tra singoli Stati, è legittima, a patto però che sia sana e leale. Perché c’è un dato che rivendico con orgoglio: l’Italia è bella, unica, ha delle meraviglie pazzesche, delle spiagge fantastiche. E molto probabilmente non ha rivali”, ha aggiunto il ministro degli Esteri. Venerdì era stato il governatore veneto Zaia ha lamentare che “non possiamo accettare che la Svizzera consideri gli italiani degli appestati e la Croazia vada su questa strada” perché “non possiamo essere considerati il lebbrosario d’Europa solo perché in Italia il virus è arrivato prima che in altri Paesi europei”.
Zaia ha quindi ribadito il suo no ai corridoi turistici: “Il problema è che ormai siamo ai tempi supplementari, di corridoi turistici se ne parla da settimana, e non è stato fatto nulla – ha detto – È necessario che si muova la nostra diplomazia, il ministero degli Esteri si deve far sentire e ci deve essere una regia europea che finora è mancata: mi rifiuto di pensare che si possa pensare ad aperture a macchia di leopardo in Europa: è scandaloso”.