“Inizialmente quando si parlava di riaprire i musei un po’ la cosa mi preoccupava, lo confesso. Adesso che abbiamo messo a punto la procedura per garantire la sicurezza dei lavoratori e dei visitatori riapro con soddisfazione”. Il direttore della Galleria nazionale dell’Umbria a Perugia e della Galleria nazionale delle Marche di Palazzo Ducale a Urbino, Marco Pierini, non ha la certezza che questo sia il momento migliore per ripartire, “me lo posso solo augurare”, ma avendone la possibilità non ha intenzione di rimandare ancora. Da giovedì 28 maggio, infatti, i due musei hanno potuto nuovamente dare il benvenuto a turisti, appassionati, visitatori occasionali, dopo più di due mesi di lockdown a causa dell’emergenza coronavirus.
Via anche a Palazzo Pitti e Archivio di Stato a Venezia – È stato il primo giorno anche per il museo di Palazzo Pitti a Firenze, l’Archivio di Stato di Venezia, la Basilica di San Saturnino a Cagliari e il Memoriale Giuseppe Garibaldi a Caprera. Come previsto dal Dpcm del 17 maggio 2020 la ripartenza degli istituti culturali sta avvenendo gradualmente: il timore è ancora tanto, ma “è necessario riaprire, perché la presenza sui social, i virtual tour e tutto quanto abbiamo messo in campo nei mesi passati (e che continuerà anche nei prossimi) non può sostituire la visita in presenza – sottolinea Pierini – Il museo è un presidio per l’anima che ha bisogno del contatto diretto con le opere e con gli operatori museali”.
“Visite? Ce ne aspettiamo poche” – La chiusura forzata, però, è una ferita che non si rimarginerò in poco tempo. Rimanere immobili e non accessibili ha significato per entrambi i musei perdere “alcune decine di migliaia di euro dalla bigliettazione”, aggiunge il direttore (foto a lato). Una gap economico – a cui si devono aggiungere i costi necessari per adattare e sanificare la struttura – impossibile da recuperare entro la fine dell’anno, sottolinea Pierini, “ma dobbiamo essere fiduciosi per gli anni che verranno”. Nonostante entrambe le Gallerie vengano da un 2019 “pieno di risultati”, dopo lo stop “non ci aspettiamo tante visite al giorno, una decina – dice il direttore – Ovviamente speriamo di ottenerle il doppio”.
L’attesa per i fondi – Riguardo le mostre previste per l’estate non si potrà fare nulla, tutto rinviato o cancellato. Ma si guarda già ai mesi successivi. Per attirare e recuperare i turisti persi in questo periodo, assicura Pierini, “stiamo lavorando per capire se ci sarà margine per allestire altre mostre in autunno”. Il Decreto Rilancio ha messo a disposizione un fondo per i luoghi della cultura di 225 milioni di euro, destinato al sostegno di librerie, editoria, istituti e musei. “Per ora non sono arrivati incentivi – sottolinea il direttore – ma non disperiamo”.
Le nuove regole – Il Covid-19 non impedirà di ammirare le opere all’interno dei musei. Si dovrà rinunciare ad utilizzare gli schermi touch che saranno spenti e se si vorrà avere informazioni storiche e artistiche riguardo un dipinto o una statua sarà necessario chiederlo direttamente agli operatori presenti. Niente audioguide, quindi, almeno per il momento. All’ingresso, un termoscanner misurerà la temperatura. Sarà necessario indossare la mascherina e i guanti o bisognerà sanificare le mani con il gel messo a disposizione. Le comitive composte da più di cinque persone dovranno salutarsi, dividersi e ricongiungersi solo alla fine della visita. E all’entrata di ogni sala sarà indicato il numero massimo di persone che possono essere presenti all’interno.