“Surreale“. È in questo modo che Luigi Di Maio definisce l’ultima legge della Regione Calabria. In piena crisi scatenata dall’emergenza coronavirus, infatti, l’urgenza principale per i politici calabresi è stata quella di votare una norma che in pratica reintroduce il vitalizio. Basta un solo giorno da consigliere regionale per maturare il “trattamento di fine mandato”. Assegno garantito anche nel caso in cui il politico decade per un qualsiasi motivo (è dichiarato ineleggibile o perde un ricorso presentato dal primo dei non eletti): è sufficiente che paghi i contributi per i successivi cinque anni e, come per magia, godrà dello stesso privilegio di chi, invece, è rimasto a Palazzo Campanella per un’intera legislatura.
Il caso sollevato da Sono le Venti di Peter Gomez sul Nove e dal fattoquotidiano.it, ha provocato al reazione dell’inquilino della Farnesina. E ha costretto i politici calabresi al passo indietro. Il Consiglio regionale si riunirà in seduta straordinaria mercoledi 3 giugno con un solo punto all’ordine del giorno: l’abrogazione totale della proposta di legge incriminata. Lo ha deciso il presidente dell’assemblea, Domenico Tallini, sottolineando l’urgenza di chiarire così all’opinione pubblica che l’Assemblea in alcun modo intende favorire, perpetuare o addirittura ripristinare “privilegi“che sono stati già cancellati. Il presidente del Consiglio regionale “ha rilevato l’esistenza di incongruenze nella proposta di legge nonché un non allineamento alle intese Conferenza Stato-Regioni e Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative delle Regioni italiane, e ritiene pertanto indispensabile che si proceda all’immediata abrogazione delle modifiche introdotte”. Tallini è lo stesso che solo due giorni fa ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta del Sud per dire che “i vitalizi in Calabria sono stati aboliti da tempo. Non vedo dov’è lo scandalo: a fronte di 38mila euro di contributi versati in una legislatura, si maturerebbe un’indennità di fine mandato, a 65 anni, da 600 euro netti al mese”. Ora evidentemnete ha cambiato idea.
Un peso lo avrà avuto anche l’attacco di Di Maio. “Non smetterò mai di sottolineare l’impegno delle regioni e dei propri governatori. Più di tutti sono stati sul campo, affrontando con il massimo sforzo questa emergenza”, è l’incipit del ministro degli Esteri su facebook. “Però – continua – non posso rimanere in silenzio davanti a una cosa del genere. Mentre i cittadini hanno serie difficoltà economiche e le imprese sono colpite duramente dalla crisi, la regione Calabria reintroduce il vitalizio. Davvero surreale“. L’ex capo politico del M5s condivide l’articolo del fattoquotidiano.it. “Leggo – continua – di consiglieri regionali che adesso vorrebbero tornare sui propri passi. Bene, abolite subito questa legge. La politica deve dare il buon esempio. E se non riesce a farlo in una situazione del genere, allora significa che non lo farà mai più”.
Commenta la vicenda con un tweet anche Luigi Gallo, presidente della commissione cultura del Movimento 5 Stelle: “Così Meloni, Salvini e Berlusconi intendono salvare i cittadini italiani? Regalando privilegi ai loro consiglieri regionali! Il paese ce ne scampi da questi personaggi al governo, non voglio immaginare come potrebbero utilizzare i soldi italiani e europei”. “La priorità del centrodestra sono e restano i privilegi”, ha detto invece l’ex ministro Danilo Toninelli. Venerdì 29 maggio il consiglio regionale ci ha messo meno di due minuti a votare la legge proposta da Giuseppe Graziano dell’Udc che, alla richiesta del presidente Domenico Tallini di spiegare la norma prima di metterla ai voti, ha risposto: “Si illustra da sé”. Neanche a dirlo è stato votata all’unanimità. Vediamo in quanti voteranno l’abrogazione della legge.