In vista dell'annunciato decreto semplificazioni l’Autorità nazionale anticorruzione ha inviato al governo un documento in cui suggerisce come intervenire per velocizzare i cantieri. Prevista la riduzione dei tempi di verifica dei requisiti per chi è già stato controllato negli ultimi sei mesi e l'estensione dello stato di emergenza fino a fine anno per consentire alle amministrazioni di fare partire in tempi rapidi i lavori
Semplificare e ridurre i tempi di verifica dei requisiti di chi partecipa alle gare ed è già stato controllato negli ultimi sei mesi ed estendere lo stato di emergenza fino a fine anno per consentire alle amministrazioni di fare partire in tempi rapidi gli appalti in alcuni settori, come sanità, scuole e strade. Sono alcune proposte che l’Autorità nazionale anticorruzione ha inviato al governo – e pubblicato sul suo sito – in vista dell’annunciato decreto semplificazioni. Altro punto per accelerare le procedure, la piena digitalizzazione delle gare. L’estensione dello stato di emergenza e la velocizzazione attraverso strumenti già presenti nel Codice è in linea con il punto di vista della ministra dei Trasporti Paola De Micheli (Pd), mentre 5 Stelle e Italia viva sono a favore di una sospensione tout court del Codice e dell’adozione del modello Genova con il commissariamento delle opere da velocizzare.
Per “velocizzare le procedure e favorire la ripresa economica“, secondo Anac occorre in primo luogo “realizzare tempestivamente la previsione – contenuta nel Codice – di una piena digitalizzazione delle gare, che in circa un terzo dei casi sono ancora svolte in modalità cartacea“. Tra i vantaggi “semplificazioni per la trasparenza, maggior controllo, tutela della concorrenza, garanzia dell’inviolabilità e della segretezza delle offerte, tracciabilità delle operazioni di gara e un continuo monitoraggio dell’appalto, riducendo peraltro al minimo gli errori operativi, con una significativa diminuzione del contenzioso“. Possibili anche “consistenti risparmi in termini di tempi e costi (le commissioni di gara potrebbero lavorare a distanza, eliminando la necessità delle sedute pubbliche o limitandone il numero) e si darebbe attuazione al principio dell’invio unico dei dati, espressamente previsto dal Codice, snellendo gli obblighi di comunicazione e rendendo disponibili informazioni sui contratti pubblici per le varie finalità ai soggetti istituzionali e ai cittadini”.
Per l’Anac poi “un adeguato livello di digitalizzazione e la disponibilità di personale tecnico” devono diventare “requisiti fondamentali nel processo di qualificazione delle stazione appaltanti, affinché gli acquisti più complessi vengano svolti soltanto da amministrazioni dotate delle competenze necessarie, favorendo le economie di scala e contenendo i costi amministrativi per le imprese”.
Quanto alle verifiche dei requisiti di chi partecipa alle gare, per l’Anac si può semplificare e “ridurre notevolmente i tempi di verifica nei casi in cui l’aggiudicatario di un appalto, entro un intervallo di tempo prestabilito (ad esempio 6 mesi), sia già stato esaminato con esito positivo in una procedura di gara”. Infine, “per superare la grave situazione economica e fronteggiare i danni subiti dalle attività produttive, l’Autorità suggerisce di introdurre una norma che fino al 31 dicembre permetta alle amministrazioni di ricorrere motivatamente alle procedure di urgenza ed emergenza già consentite dal Codice” che consentono di ricorrere alla procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando – se non addirittura ad affidamento diretto – anche per appalti di importo superiore a 1 milione di euro. I settori che più si prestano a queste semplificazioni, per dimensione economica o connessione diretta con attività in grado di far superare la crisi provocata dall’emergenza sanitaria, sono secondo Anac “manutenzioni, ristrutturazione/costruzione di ospedali e scuole, interventi sulla rete viaria, approvvigionamenti nel settore sanitario, informatico e dei trasporti”.