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di Bianca Leonardi

Gridano la loro rabbia a mascherine abbassate, inneggiano la libertà abbracciandosi sprezzanti del pericolo: sono i Gilet Arancioni, quell’orda di persone che ha occupato Piazza Duomo a Milano in segno di protesta. Non ci sono parole per descrivere la follia di un comportamento del genere, guidato da Antonio Pappalardo, proprio nella regione epicentro della pandemia che è ormai in ginocchio da mesi, ci sarebbe piuttosto da chiedersi come sia stato possibile autorizzare tale manifestazione.

La cosa ancora più sbalorditiva e terrificante non è la presenza di queste persone in preda all’esaltazione – perché di esaltazione si tratta – che invocano il ritorno della lira italica e protestano contro un governo che ci sta fregando perché il Coronavirus, nelle loro menti, dove la sola idea del complotto rimbomba, è solo un’invenzione, un trucco per ingannare il popolo italiano. Ma tutti coloro che, violando le norme anti-contagio, hanno deciso di abbracciare questa irrazionale e pericolosa tesi, facendosi portavoce della più bieca e squallida Italia in cui risulta impossibile, a tutti coloro che abbiano un minimo di buonsenso e cultura, riconoscersi.

Se non fosse per i 33mila e passa morti a causa del Covid in questi ultimi mesi, questi italiani che si mostrano privi di etica, rispetto e moralità non sarebbero degni di nota ma, in un momento come quello che stiamo vivendo, le persone sono fragili, stanche ed impaurite ed è proprio su questo che i negazionisti fanno leva: sulle debolezze delle persone nei momenti di forte stress che, se portate allo stremo, conducono alla generazione di atti intollerabili.

Accanto a loro, appartenenti alla stessa specie, si sono fatti spazio i cosiddetti “No Mask”, nipoti probabilmente di qualche “No Vax” e fedeli alla linea del complotto, dove sentirsi vittima è la prerogativa, dove la disinformazione è sovrana. Coloro che criticano, rigorosamente senza mascherina, questa presunta dittatura sanitaria imposta da un governo che “vuole venderci alla Cina” sono gli stessi che spingono per un contagio di massa sostenendo che le tanto ambite mascherine sono in realtà pericolose per la nostra salute.

Tutti sarete inciampati sulle atrocità scritte su Facebook a riguardo, in particolar modo rivolte alla Federazione italiana Pediatri: “assassini”, “la mascherine sono un abominio”, “venduti alla mafia dell’Oms”, “i bambini non si toccano”, “pagherete per questo crimine” e tanta altra violenza vomitata a discapito di chi, se mai ce ne sarà bisogno e ci auguriamo di no, sarà in prima linea per salvare i loro figli.

Ecco, tutto ciò, che è poi la sintesi spicciola del pensiero dei detentori di quella verità scomoda ma degna di essere svelata ad ogni costo, rappresenta esattamente il degrado di una società che è specchio dell’ignoranza e del menefreghismo.

La cosa simpatica, se così si può definire, è che questi gridano tanto alla “democrazia”, quella democrazia manipolata a loro piacimento e che calpesta inevitabilmente quei doveri che sono diventati ormai solo fuffa. Giustificando la violenza con la “libertà” e “dignità”, termini che in bocca a coloro che infondano solo odio sono un’offesa a tutte le migliaia di persone che non hanno più la voce per poter rispondere, si perde inevitabilmente il senso reale delle cose e anche quelle che dovrebbero essere le priorità, come le persone care, i figli, i genitori e la loro salute, diventano solamente pretesti per sfogare le proprie frustrazioni e per alimentare il proprio ego.

Tutto ciò è estremamente triste quanto pericoloso ed è bene abituarsi all’idea che la battaglia da combattere non è più né politica, né sanitaria ma solo ed esclusivamente culturale e abbiamo il dovere di vincerla. Abbiamo pagato il prezzo della pandemia, quello della strafottenza non dobbiamo scontarlo. Come diceva Battiato? “In quest’epoca di pazzi ci mancavano gli idioti dell’orrore”.

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