In un post ufficiale sul blog dell’azienda, i product manager di Facebook Anita Joseph e Michele Paselli hanno annunciato l’intenzione, da parte del popolare social network, di introdurre la verifica dell’identità delle persone che si celano dietro alle pagine che creano spesso contenuti che diventano poi puntualmente virali. L’azione, come intuibile, mira a ridurre la quantità di account popolari che condividono fake news.

“Vogliamo garantire che i contenuti visualizzati su Facebook siano autentici e provengano da persone reali, non da bot o da altri che cercano di nascondere la loro identità. Nel 2018, abbiamo iniziato a verificare l’identità delle persone che gestiscono pagine Facebook con un vasto pubblico e ora stiamo estendendo la verifica dell’ID ad alcuni profili con un vasto pubblico negli Stati Uniti”.

Questa novità interesserà le pagine con “comportamenti non autentici”, quindi tutti quegli account i cui post diventano spesso virali. Quando un profilo Facebook sarà ritenuto sospetto, l’utente non potrà più condividere post nelle proprie pagine, almeno fino a quando l’identità non sarà verificata, mente i contenuti condivisi da chi si rifiuterà di effettuare questa semplice procedura di verifica – o nel caso in cui l’identità non dovesse combaciare con il profilo su Facebook – sarà penalizzato da una diffusione assai limitata dei propri post.

Anche gli altri social network sono attualmente impegnati a fronteggiare le notizie false che continuano a circolare in rete: Instagram ad esempio ha recentemente inserito il fact checking per quanto riguarda post e notizie riguardanti la pandemia da Coronavirus, mentre WhatsApp sta adottando altre misure, limitando ad esempio a un solo contatto per volta la condivisione di messaggi che risultino già inoltrati a più di 5 contatti e stringendo una partnership con Facta, progetto di fact checking di Pagella Politica, che consente di verificare le notizie riguardanti il COVID-19 tramite il semplice invio di un SMS.

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