A poco più di due settimane dagli esami di maturità la nomina dei presidenti delle commissioni degli esami è ancora problematica in alcune regioni. Le defezioni sono forti in Lombardia, perché i docenti temono i contagi. La situazione è denunciata da varie sigle sindacali del mondo della scuola. Secondo la segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi, mancano “circa 1.500 presidenti di cui oltre 700 in Lombardia“. Criticità si registrano anche nel Lazio, in Toscana, Veneto e Piemonte. L’Associazione nazionale presidi (Anp) stima che a livello nazionale manchino poco meno del 10% dei presidenti e individua tra le Regioni con più difficoltà anche l’Emilia-Romagna.

L’Anp ha tenuto lunedì, in videoconferenza, una riunione informativa con il ministero dell’Istruzione sulla prossima emanazione dell’ordinanza ministeriale per assicurare il “reperimento urgente” dei presidenti: i direttori degli Uffici scolastici regionali potranno provvedere alle nomine d’ufficio, anche derogando all’ordinario requisito, per i docenti, di dieci anni di anzianità di ruolo. Come extrema ratio, potranno essere assegnate più commissioni allo stesso presidente. Nel frattempo alcuni uffici scolastici regionali già nei giorni scorsi hanno fatto una seconda chiamata e un appello al senso di responsabilità.

Gissi ha spiegato che “nonostante le norme sulla sicurezza e le rassicurazioni, molti docenti non sono disponibili ad affrontare questa incognita, anche tenendo conto che ci sono molte situazioni di fragilità”. Secondo la leader della Cisl Scuola, “accanto all’ipotesi, già allo studio, di prevedere un solo presidente su più commissioni, in quelle situazioni in cui sono maggiori le difficoltà, sarebbe opportuno prevedere la possibilità di svolgere l’esame a distanza, on line. Sarebbe comunque preferibile una mappa precisa delle criticità piuttosto che una comunicazione dell’ultim’ora”.

Intanto nei giorni scorsi è arrivata la nota del Ministero dell’Istruzione a dare un chiarimento per i commissari interni degli esami di Stato: specifica che il commissario interno che dovesse avere una patologia che lo espone a rischio contagio potrebbe fare – presentando certificazione medica – gli esami in videoconferenza o in altra modalità telematica sincrona.

Anche i candidati “degenti in luoghi di cura o ospedali“, detenuti o comunque impossibilitati a lasciare il proprio domicilio nel periodo dell’esame, possono fare richiesta al dirigente scolastico di effettuare il colloquio fuori dalla sede scolastica. Il dirigente scolastico – o il presidente della commissione – potrà consentire l’esame in videoconferenza o “altra modalità telematica sincrona”.

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