I test sierologici per i turisti proposti da Christian Solinas ricevono bocciature a raffica, non solo dal governo. Il presidente del Veneto: "Non dà garanzie". Il governatore emiliano: "Lo capisco, ma il passaporto è ingestibile". Gallera: "Non ha fondamento". E Richeldi (Comitato tecnico scientifico): "Senza senso". Lui insiste: "Cercheremo intesa fino all'ultimo"
“Ipocrita”, “ingestibile”, “impraticabile”. Il passaporto sanitario per i turisti proposto dal governatore della Sardegna, Christian Solinas, riceve bocciature a raffica, non solo dal governo che ha definito “incostituzionale” l’ipotesi sarda. E dal viceministro della Salute Pierpaolo Sileri che ha ribadito potrebbe funzionare solo su base volontaria. A dirsi contrari sono anche il presidente leghista del Veneto, Luca Zaia, e quello dem dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che è anche presidente della Conferenza delle Regioni. E anche da Regione Lombardia parlano di una “fotografia che non dà garanzie”. Mentre per Luca Richeldi, pneumologo e membro del Comitato scientifico, si tratta di un “discorso che secondo me sarebbe proprio da abbandonare completamente perché non ha senso”. E mentre lo stesso Solinas si è affrettato a rimodulare la sua posizione, una parziale sponda è arrivata invece, dal collega siciliano ed esponente del centrodestra Nello Musumeci che parla di “tracciamento” dei turisti con autocertificazioni e dati conservati per almeno 14 giorni,
Se la mattinata si è aperta con le condanne trasversali dei presidenti di Regione, nel pomeriggio è intervenuto anche il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri: “Il passaporto sanitario, un sistema di controlli” come quello voluto dal governatore della Sardegna, ha detto ospite di “Timeline” su SkyTg24, “non è possibile, salvo che su base volontaria. Capisco anche le sue preoccupazioni per gli arrivi di milioni di turisti in Sardegna” e il timore che qualcuno possa risultare infetto. “Bisogna comprendere le preoccupazioni di una regione che improvvisamente” teme di avere un servizio sanitario sovraccaricato, “cosa che già accade durante l’estate” con l’arrivo di milioni di turisti. “Ma credo che bisogna fidarsi dei dati centrali. Dati che, controllati dal ministero, danno il nullaosta alla circolazione. Affidiamoci ai dati certi che non ci troviamo oggi nella stessa situazione di due-tre mesi fa. Saremo noi per primi a dire: fate attenzione a una zona rossa, a un campanello d’allarme”, ha chiuso Sileri.
Insomma, una posizione molto simile a quanto già espresso dai presidenti di Regione poco prima. “Io capisco le perplessità e le preoccupazioni di Solinas che governa un territorio che è un’isola”, premette il leghista Zaia. “Però bisogna guardare la realtà in faccia, non bisogna essere ipocriti – dice – Il tampone è una foto istantanea, non ci dà alcuna tranquillità, non dà garanzie”. Per Bonaccini, invece, Solinas ha “prospettato una cosa impraticabile”. Il passaporto sanitario, specifica, “è ingestibile e impraticabile”. “Il nostro è un Paese diverso, fatto di tante componenti con regioni così differenti, sia per colore politico che per diffusione del virus – aggiunge Bonaccini sull’ipotesi di test sierologici che attestino la negatività – ma mi sembra che la fase dell’emergenza sia stata gestita tutto sommato bene, in una pandemia così drammatica”.
Anche per l’assessore lombardo alla Salute, Giulio Gallera, non esistono garanzie: “Non si può parlare di passaporto sanitario anche perché ricordiamoci che il test ematico sierologico riguarda soltanto una fotografia – ha osservato – Poi magari puoi ancora averla in corso, ma è un dato che racconta quello che tu sei stato, poi va approfondito con un tampone che è la fotografia di un momento. Se io faccio un tampone e poi salgo su un traghetto posso reinfettarmi in quel momento. Non c’è nessuno tipo di garanzia che può dare il test diagnostico o addirittura epidemiologico. Quindi il passaporto sanitario è uno strumento che non ha nessun fondamento come evidenziato dal Ministero e da tutti gli esperti”.
In mattinata, quando mancano ormai meno di 48 ore al 3 giugno, quando ripartirà la mobilità tra le regioni, Solinas è tornato a spiegare la sua posizione chiarendo che “per venire in Sardegna è sufficiente fare una prenotazione, e noi invitiamo tutti i turisti a prenotare perché l’isola intende accoglierli a braccia aperte”. Tuttavia, ha ribadito, “con il governo stiamo cercando di trovare un punto di intesa sul modello che noi proponiamo” per gli arrivi sicuri. Cioè la richiesta di una certificazione di negatività risultante da un test, “purché sia accreditato dallo Stato, anche sierologico va bene”, ha precisato Solinas.
Secondo il governatore sardo “il modello della certificazione sanitaria che proponiamo è una linea di tendenza internazionale che si sta affermando anche a livello nazionale”, riferendosi ai “protocolli per la ripresa del campionato di serie A o per la riapertura dei set cinematografici”.
In ogni caso, ha chiarito, “questo non significa mettere barriere di alcun genere, né creare discriminazioni, vuol dire solo adottare filtri che consentano una tutela della salute contemperata con la giusta esigenza di riapertura del Paese”. Solinas si è detto consapevole del fatto che per attivare il sistema del passaporto sanitario occorre un’intesa con lo Stato entro il 3, data di riapertura degli scali: “La cercheremo fino all’ultimo”.