I pm della procura di Milano hanno chiuso le indagini del secondo filone dell’inchiesta Mensa dei Poveri, notificando complessivamente a 34 indagati, tra cui l’ex eurodeputata azzurra. Nell'atto risulta indagata anche la Tigros , la società titolare della nota catena di supermercati in qualità di ente e in relazione al reato di corruzione contestato al suo patron, cioè Paolo Orrigoni
Il burattinaio del sistema di tangenti creato in Regione Lombardia era Nino Caianiello. Lo ripetono ancora una volta i pm della procura di Milano, che hanno chiuso le indagini del secondo filone dell’inchiesta Mensa dei Poveri notificando complessivamente a 34 indagati, tra cui l’ex eurodeputata azzurra Lara Comi. Nell’atto risulta indagata anche la Tigros , la società titolare della nota catena di supermercati in qualità di ente e in relazione al reato di corruzione contestato al suo patron, cioè Paolo Orrigoni.
Nell’avviso di conclusione delle indagini, 46 pagine in tutto, che precede la richiesta di rinvio a giudizio Caianiello, che con altri 10 coindagati si è visto respingere la richiesta di patteggiamento, viene descritto come colui che “sovrintende e coordina tutte le attività dell’associazione, impartisce direttive agli altri partecipi, definendone i compiti e modalità operative” . Ma soprattutto è colui che “mantiene i rapporti con gli esponenti del mondo politico, essendo figura di assoluto rilievo nel panorama politico di Forza Italia, a livello quantomeno regionale”.
L’ex coordinatore del partito di Silvio Berlusconi a Varese, carica che “di fatto” avrebbe sempre ricoperto, “per il ruolo di primo piano che svolge nel contesto politico, e quindi nelle assemblee degli enti locali ove il partito in cui milita rappresenta una formazione politica di maggioranza, – si legge nell’atto giudiziario – riesce ad influenzare gli organi amministrativi competenti per il buon esito delle procedure amministrative”. Inoltre, sarebbe riuscito pure a controllare “società a partecipazione pubblica (…) grazie alla sistematica collocazione di persone, a lui strettamente e fiduciariamente riferibili, nei posti apicali di governance”. In definitiva secondo inquirenti e investigatori avrebbe avuto la “funzione di raccordo” tra gli amministratori locali “con gli esponenti regionali e provinciali del mondo politico e delle istituzioni”. Non è escluso che alcuni ritentino la strada del patteggiamento e Caianiello chieda il processo in abbreviato.