Il blocco era stato deciso il 21 maggio scorso per “l’aria insalubre” dovuta alle emissioni dell’industria chimica Versalis. Oggi il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, ha revocato l’ordinanza di sospensione delle attività, dopo che, nel corso di una riunione conclusasi in serata, è stata registrata “l’importante volontà, anche da parte del gruppo Eni Versalis, di costituire un tavolo tecnico permanente che possa studiare tutte le soluzioni impiantistiche e di miglioramento della rete di monitoraggio e controllo dei dati”.
Il primo cittadino aveva ordinato la sospensione dell’impianto di cracking che produce etile e propilene del petrolchimico, attivo a sud della città pugliese da più di 50 anni ma l’azienda aveva replicato che non risultava “in base a quali accertamenti istruttori si sia giunti a individuare” l’impianto della società come fonte delle emissioni visto che “è in una situazione di fermo per manutenzione”. Per Rossi, eletto a capo di una coalizione di centrosinistra nel 2018 e con una storia di battaglie ambientaliste alle spalle, il “sensibile peggioramento della qualità dell’aria”, accertato dai tecnici di Arpa Puglia, era stato probabilmente provocato dalle attività in corso all’interno del petrolchimico perché avvenuto “in concomitanza del funzionamento delle torce dello stabilimento di Versalis attivatesi per fermo programmato”. Da qui la decisione di ordinare lo spegnimento dell’impianto, in attesa degli “approfondimenti in corso” che “stabiliranno in che misura gli effetti del programmato arresto dell’impianto di cracking” hanno “concorso a determinare l’oggettiva odierna ed ancora in corso situazione di forte peggioramento qualità dell’aria”, scriveva il sindaco Rossi nell’ordinanza inviata anche il ministero dell’Ambiente. Dopo giorni di trattative e qualche tensione si è arrivati a un accordo.
“È una buona notizia per la Puglia”, ha commentato il presidente della Regione, Michele Emiliano. L’intesa è stata raggiunta in una riunione tra l’azienda Versalis, assistita da Confindustria, ed il Comune di Brindisi, alla presenza anche del capo di Gabinetto della Regione, Claudio Stefanazzi. “L’accordo – spiega una nota della Regione – prevede l’efficientamento del sistema di monitoraggio delle emissioni grazie ad un condiviso piano che ne disciplini la gestione e l’impiantistica con centraline diffuse, perfettamente e costantemente funzionanti, a prescindere dalle condizioni meteorologiche e da qualsivoglia ulteriore possibile condizionamento esterno. Tanto, al fine di consentire tutti gli interventi necessari a garantire la sicurezza dei cittadini e dei lavoratori in caso di picchi delle emissioni oltre i valori ammessi dalla legge”. A supporto dell’iniziativa, l’Arpa sta ultimando un rapporto, con le necessarie indicazioni scientifico-operative, propedeutico all’adozione del piano, che sarà pronto tra pochi giorni.
Intanto in una nota il procuratore di Brindisi, Antonio De Donno, ieri aveva fatto sapere che “la Procura della Repubblica di Brindisi ha sempre seguito e segue ancora con attenzione e scrupolo le, recentemente note, vicende relative agli impianti brindisini in uso e nella disponibilità di Versalis. “Il procuratore aggiunto, Antonio Negro responsabile del primo gruppo di lavoro che si occupa anche dei reati ambientali, con la preziosa collaborazione di Arpa Puglia, di propri consulenti e del gruppo carabinieri forestale di Brindisi, svolge ogni accertamento necessario e utile anche per verificare quanto emerso negli ultimi giorni (emissioni odorigene e picchi di benzene), e quindi finalizzato ad accertare eventuali responsabilità penali qualora emergano connessioni causali tra i fenomeni registrati e le attività di Versalis, che ha manifestato piena disponibilità a collaborare con questo ufficio, ovvero di altre aziende”. Ieri si era tenuto un vertice convocato dal prefetto Umberto Guidato al termine del quale era stato deciso riunire per stasera un ulteriore tavolo tra la presidenza della Regione Puglia, Confindustria, Comune di Brindisi e Task force regionale con Versalis. “Impegni importanti – aveva dichiarato il sindaco Riccardo Rossi – possono portare alla rimozione dell’ordinanza di sospensione”. E oggi così è stato.