Un totale di oltre 186 miliardi di titoli pubblici comprati sul mercato secondario. E 37,4 miliardi, il 20%, sono titoli emessi dallo Stato italiano. Mentre si prepara a rispondere alla Corte di Karlsruhe che le ha chiesto di provare che gli obiettivi del quantitative easing “non sono sproporzionati rispetto agli effetti economici e fiscali“, la Banca centrale europea va avanti dritta con il piano di acquisti pandemico da 750 miliardi messo in campo a marzo per contrastare gli effetti del coronavirus sulle economie dell’Eurozona. E per la prima volta pubblica i dati di dettaglio sugli strumenti comprati tra il 26 marzo e fine maggio per un valore che sommando titoli di Stato, bond aziendali e altri strumenti raggiunge i 234,6 miliardi.
Quel che ne emerge è un sostegno all’Italia che va ben oltre quello che sarebbe spettato alla Penisola se fosse stata rispettata la regola del “capital key”, in base alla quale gli acquisti devono essere proporzionati al peso nel capitale dell’Eurotower. La capital key italiana, dopo le modifiche fatte a gennaio in vista della Brexit, è del 13,8%. Ma la Bce, per contrastare l’allargamento degli spread che si è fatto sentire soprattutto a fine aprile prima dell’accordo dei leader Ue sull’urgente necessità di un recovery fund, ha comprato una quantità di Btp superiore a quella che ci sarebbe spettata. Del resto, il Pepp è sì ancorato in linea generale alla capital key, ma è stato disegnato per essere flessibile e consente “fluttuazioni nella distribuzione dei flussi di acquisto nel tempo, tra asset class e tra giurisdizioni”.
Ai Bund tedeschi la Banca centrale ha dedicato comunque una cifra superiore, 46,74 miliardi: anche in questo caso la percentuale sul totale (25%) supera – anche se di poco – la quota di partecipazione della Germania nel capitale Bce, che è del 21,4%. Lo stesso vale per la Spagna, con 22,39 miliardi di titoli comprati. Mentre la Francia con 23,57 miliardi di titoli acquistati risulta per ora relativamente penalizzata rispetto al suo peso nel capitale. Nell’ambito del Pandemic emergency purchase program sono stati comprati anche 10,38 miliardi di debito olandese. Solo 4,7 miliardi alla Grecia, ammessa eccezionalmente al programma di acquisti anche se i suoi bond non sono considerati “investment grade” dalle maggiori agenzie di rating.