Dominic Cummings, il principale consigliere del primo ministro e tra i più importanti “strateghi” della Brexit, ha viaggiato per centinaia di chilometri in Gran Bretagna durante il lockdown, pur avendo gravi sintomi riconducibili al coronavirus. Ci sono molti punti interrogativi sui dettagli del viaggio: se ha utilizzato la macchina o il treno, i giorni e l’ora esatta dei tragitti, etc., ma diversi spostamenti con il figlio e la moglie sono stati confermati dallo stesso Cummings e dal governo.
Era il 27 di marzo quando un giornalista della Bbc riprese il consigliere del primo ministro scappare dal n. 10 di Downing Street, dopo che Boris Johnson e Matt Hancock (segretario alla sanità) avevano presentato sintomi di coronavirus. Cummings ha dichiarato che stava correndo per raggiungere a casa la moglie malata. Il consigliere ha infatti detto ai giornalisti che la consorte poteva essere affetta da Covid-19, nonostante presentasse sintomi differenti dalla classica tosse continua e febbre. Quando le condizioni della moglie migliorarono nel pomeriggio, Cummings tornò al n. 10 di Downing Street per continuare a lavorare.
Tra il 27 e il 28 marzo, il consigliere si diresse verso Durham con la moglie e il figlio (località a Nord del paese a circa 260 miglia di distanza da Londra) per raggiungere altri membri della famiglia. Il governo ha dichiarato che Cummings ha iniziato a presentare sintomi dopo il viaggio nel week end tra il 28 e il 29 marzo.
Il 31 marzo e 5 aprile la famiglia è stata vista a Durham, mentre è stato confermato da un’inchiesta del Guardian che il 12 aprile il nucleo familiare del consigliere era in visita al castello di Barnard, a circa 30 miglia di distanza da Durham. Due giorni dopo Cummings è stato fotografato a Londra per strada, mentre il 19 aprile è stato di nuovo visto vicino Durham nelle foreste di Houghall. In fine, il 20 aprile Cummings è stato di nuovo visto per le aree pubbliche della capitale.
Da questi spostamenti si può notare un atteggiamento di totale irresponsabilità di Dominic Cummings nei confronti delle istituzioni e dei cittadini britannici; uno spregio per il rispetto delle regole richieste proprio dal governo per la tutela della salute pubblica. Un modo di fare coerente con l’atteggiamento d’irresponsabile minimizzazione dei rischi della pandemia del suo stesso partito, soprattutto nella prima fase di diffusione.
Boris Johnson ha difeso la condotta del proprio consigliere, nonostante siano state chieste a gran voce le dimissioni di Cummings da gran parte dell’opinione pubblica, dall’opposizione e persino da alcuni membri del governo e dello stesso partito conservatore.
Lo stesso Cummings, pur confermando la propria condotta, ha dichiarato di non aver in alcun momento pensato di dimettersi. Douglas Ross, politico conservatore e sottosegretario di Stato in Parlamento per gli affari scozzesi, proprio a causa di tali fatti ha ritenuto di doversi dimettere. La piattaforma britannica di analisi di dati YouGov ha fatto notare che la difesa da parte di Johnson del consigliere stia influenzando negativamente la popolarità nei sondaggi dello stesso leader conservatore, in un momento storico molto complicato per l’Inghilterra, che dovrà a breve fronteggiare gli effetti combinati della Brexit e della pandemia sull’economia nazionale.
Mentre la Gran Bretagna conta il più alto numero di morti in Europa (il secondo paese con più decessi dietro agli Stati Uniti), Cummings ha violato il lockdown contribuendo alla diffusione del virus in giro per il paese. Mentre l’Inghilterra dovrà affrontare gli effetti collaterali del lockdown, Dominic Cummings non si interessava delle conseguenze che i suoi spostamenti avrebbero potuto causare sulle persone in contatto con lui. Mentre il governo mandava messaggi e lettere inducendo le persone a rimanere a casa, Cummings si recava a Durham e tornava a Londra più volte senza alcuno scrupolo.
Questi eventi, combinati con le dichiarazioni di Johnson in difesa di Cummings, sono dei messaggi molto pericolosi per il paese: c’è chi si sentirà legittimato a violare le regole e sottovaluterà le gravi conseguenze della violazione della quarantena obbligatoria in presenza di sintomi.
Questo scandalo può essere riassunto parafrasando un famoso passaggio della Fattoria degli Animali di George Orwell: “La legge è uguale per tutti, ma i membri del governo conservatore britannico sono più uguali degli altri”. Un nuovo motto da consigliare per la prossima campagna elettorale del Conservative party a guida Johnson.