“Su queste coste è nato il turismo balneare di massa, adesso tocca a noi rinnovarlo dopo la pandemia per dare al turista più spazio e tranquillità”. Simone Battistoni è il gestore di uno degli oltre milleduecento bagni privati della costa emiliano-romagnola. Dal 1926 la sua famiglia è proprietaria dei Bagni Milano a Cesenatico e oggi è presidente della Cooperativa dei bagnini locali: “Il nostro settore vale il 13% del Pil della Regione” spiega mentre igienizza lettini e ombrelloni al termine della giornata. Dopo il via libera del 23 maggio, questo fine settimana è stato il primo banco di prova per adattarsi ai nuovi protocolli. Dodici metri quadrati per ogni ombrellone. Un metro e mezzo di distanza per lettini e sdraio che sono fuori da quell’area.
A Riccione, Daniela si è svegliata presto per piantare le nuove file di ombrelloni. Ha iniziato a fare la bagnina a otto anni e con il passare del tempo ha ereditato la gestione dalle donne della propria famiglia. “Abbiamo aperto il ping pong, ma non possiamo dare le racchette così come materassini e palette e secchiello”. I primi ad arrivare sono dei clienti emiliani. “Hanno riscoperto la bellezza e l’ampiezza della nostra costa” racconta Otello che gestisce il bagno novantanove. Le distanze di sicurezza hanno dimezzato i posti ombra disponibili nel suo lido, ma al momento il problema dell’affollamento non c’è. “Aspettiamo l’arrivo dei lombardi e dei piemontesi, mentre per gli stranieri ci vorrà ancora un po’ di tempo”.
Non tutti però hanno scelto di aprire questa settimana. Giorgio Mussoni, storico bagnino 82enne che gestisce i bagni 44-45 a Viserbella, nella zona nord di Rimini, è uno di quelli: “Da un lato mancano i clienti, dall’altro c’è una grande incertezza nelle norme e ci hanno dato l’ok con pochissimo preavviso”. In attesa dei turisti, pochi chilometri più a sud la situazione nella spiaggia libera di Rimini è ancora sotto controllo. La distanza di cinque metri prevista tra un ombrellone e l’altro è rispettata. La ruota panoramica aprirà nel ponte del due giugno ma di fronte al futuro c’è un grane punto interrogativo: “Quest’anno dobbiamo resistere e dare un servizio ai clienti per non perderli – conclude Battistoni – c’eravamo novant’anni fa e ci saremo anche l’anno prossimo”