Trama fantascientifica, numeri da capogiro: Beautiful compie trent’anni. Il 4 giugno 1990 il debutto in Italia, tre decenni dopo la folle soap opera continua ad andare in onda con successo su Canale 5. Un prodotto entrato nella storia del nostro paese e del costume: 100 matrimoni celebrati, 22 bambini nati e 22 personaggi passati a miglior vita, di cui 3 resuscitati e 3 in “visita” dall’aldilà. 4160 ore di girato, 8300 puntate, oltre 374.000 pagine di copione, più di 1700 set allestiti.
The Bold and the Beautiful, questo il titolo originale, era arrivato su Rai2 in contemporanea con i mondiali di calcio Italia 90, nella fascia del primo pomeriggio come sostituto estivo. Un boom di ascolti inatteso, una media di sei milioni di telespettatori a puntata, e una riconferma nei palinsesti invernali con una collocazione nella fascia preserale. Poi il cambio di rete, l’acquisto dei diritti di Finvinvest e il passaggio breve su Rete 4 per approdare ad aprile 1994 su Canale 5 dalle 13.40 alle 14.10. Il resto è storia per la soap opera creata da William J. Bell e Lee Philipp Bell in onda negli Stati Uniti dal 23 marzo 1987.
Così ancora oggi Beautiful incolla allo schermo su Canale 5 in media 2.846.000 telespettatori con il 15,1% di share, negli Stati Uniti dopo 32 anni ha spodestato Febbre d’amore, altro prodotto dei Bell, diventando la saop più seguita. In onda in più di cento paesi nel mondo, dal Rwanda agli Emirati Arabi, dall’Iran alla Bulgaria: “Sono molto orgoglioso che la serie duri da 30 anni. Abbiamo creato una sorta di famiglia allargata per i nostri telespettatori. È difficile trovare cose nella vita su cui contare“, ha detto Bradley Bell, produttore esecutivo e capo sceneggiatore che ha ereditato il successo dai genitori.
Ridge, Brooke, Eric, Taylor, Stephanie sono diventati personaggi familiari e forse icone per i fan della soap, partita come la storia della famiglia Forrester, proprietaria di una casa di moda, per lasciare spazio praticamente fin da subito a intrighi sentimentali, amori improbabili, eccessivi e per il pubblico fedele ipnotici. Il mascellone di Ron Moss, che poi ha lasciato la serie dopo venticinque anni, gli amori infiniti e “familiari” di Brooke, l’odio di Stephanie, la rivale Taylor. Non solo, perché la soap si è spesso soffermata su tematiche importanti, nel 2001 il personaggio di Antonio Dominguez ha rivelato di essere sieropositivo, nel 2015 la soap ha fatto suo il tema transgender con Maya Avant, ma ha anche parlato di abusi sui minori, lotta contro il cancro, eutanasia, il dramma dei senzatetto. In stile Beautiful, ovviamente.
Così con Brooke e Taylor, nel rispetto della loro rivalità, hanno trovato spazi temi come la depressione, l’alcolismo, la violenza sulle donne. Oggi la serie punta soprattutto sulla nuova generazione: Hope, figlia di Brooke, Steffy, figlia di Taylor e Ridge. Neanche a dirlo entrambe innamorate di Liam, entrambe gli danno dei digli. Un copione che si ripete, sempre con i colpi di scena. La soap fenomeno ha vantato fan come Franco Zeffirelli, Natalia Aspesi e perfino il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Il successo continua.