Il liquido è stato chiamato Unichina, viene prodotto seguendo le norme dell’Oms e ha ottenuto l’autorizzazione da parte del ministero della Salute. Laura Prati, capo dipartimento: "Non riusciamo a rispondere a tutti, servirebbe più tempo e più personale. E i costi delle materie prime sono quintuplicati. Ma ho visto professori tornare in laboratorio pur di aiutare"
Lavorano in squadre da quattro persone, rispettando distanze e indicazioni anti-contagio. Sono in tutto 40. Da quando è esplosa l’emergenza sanitaria, i ricercatori del dipartimento di Chimica dell’Università Statale di Milano insieme ai colleghi del Cnr aiutano come possono: producono disinfettanti. All’inizio li distribuivano all’Ospedale Sacco: “Durante le settimane più critiche il personale sanitario era in grande difficoltà. Producevamo anche soluzioni per igienizzare le superfici, come la candeggina”, spiega Laura Prati, alla guida del dipartimento. “Di recente invece ci ha contattato una scuola per chiederci aiuto in vista della maturità. Così abbiamo pensato di estendere l’iniziativa”. Cioè, distribuire gratis liquido disinfettante a 90 scuole secondarie di II grado e Istituti tecnici delle province di Milano, Monza Brianza, Bergamo, Brescia, Cremona, Pavia, Como, Varese, Lodi e Lecco.
Un litro per ogni classe, diviso in due flaconi: “Abbiamo fatto una stima di massima. Immaginiamo che le situazioni fra le singole classi non siano tutte uguali, ma ci serviva pensare a una quantità comune per tutti”, spiega la dottoressa Prati. Il liquido è stato chiamato Unichina, viene prodotto seguendo le norme dell’Organizzazione mondiale della sanità e ha ottenuto l’autorizzazione da parte del ministero della Salute. “Per realizzarlo uniamo alcol (isopropanolo) ad acqua ossigenata e glicerina. La prima serve per disattivare le spore batteriche che potrebbero contaminare la soluzione, la seconda per proteggere la pelle delle mani, che altrimenti si seccherebbe”, precisa Prati.
La parte più difficile però non è la produzione, ma il packaging: “Perché è il tipico procedimento di un’azienda, e noi non lo siamo, non lavoriamo a catena. Può sembrare assurdo ma lo sforzo è stato grande anche nei piccoli gesti, come suddividere il liquido in bottiglie, etichettarle e sigillarle”. Anche il trasporto richiederà cautela, perché il materiale è infiammabile e può essere trasportato in poche quantità. “Oltre ai contributi del rettore Elio Franzini, del dipartimento stesso e del Cnr, abbiamo ricevuto anche aiuti dall’esterno: qualcuno ci ha donato i contenitori, qualcuno si è proposto per la consegna. È questo il caso di un nostro ex allievo, che ha una piccola azienda attrezzata di trasporto”.
Intanto, continuano le richieste da parte degli istituti scolastici: “Purtroppo non possiamo arrivare a tutti”, continua la dottoressa Prati. Ci sarebbe bisogno di più tempo e di più personale. C’è inoltre il problema dei materiali necessari per produrre il disinfettante, perché reperirli non è così facile. Ma non solo: “C’è anche un discorso economico: il prezzo della glicerina sul mercato negli ultimi tempi è quintuplicato. E dire che prima era considerato quasi un prodotto di scarto”. Il giorno cruciale è il 17 giugno, data d’inizio della maturità. “Puntiamo a consegnare nella seconda settimana del mese”, conclude Prati. “Quando tutto sarà finito, resterà una bella esperienza anche dal punto di vista umano. Ho visto professori universitari tornare in laboratorio e rimettersi il camice, per dare il proprio contributo”.