Sbloccato l'impasse tra costruttore e governo francese, che garantirà il 90% dell'importo erogato da cinque istituti bancari entro il 31 dicembre 2020. "Accompagniamo Renault in una delle piu' gravi crisi della sua storia", fanno sapere dal ministero dell'Economia di Parigi, mettendo in conto la perdita di posti di lavoro
Il braccio di ferro tra Renault e la Francia è finito. Come era lecito attendersi, con Parigi che fa un passo indietro. Anzi, avanti: dopo aver ottenuto il nulla osta, la casa della Losanga riceverà infatti un prestito da 5 miliardi di euro da parte di un pool di banche: soldi che saranno garantiti dallo stato francese.
Una misura che si è resa necessaria, per fronteggiare la crisi conseguente al lockdown da Coronavirus, che ha seriamente compromesso sia l’attività produttiva che quella commerciale dell’azienda francese. Al punto da spingere il ministro dell’economia Bruno Le Maire qualche tempo fa a dichiarare che “Renault sta lottando per la sua stessa sopravvivenza”.
La concessione del prestito è stata annunciata dallo stesso costruttore francese con una nota ufficiale, in cui sono specificati i dettagli dell’apertura di credito. L’erogazione totale o parziale avverrà entro il 31 dicembre 2020, e potrà essere effettuata con un’unica soluzione o in più tranche. La scadenza iniziale per ogni prelievo sarà di 12 mesi, ma Renault ha la facoltà di prorogarla per altri tre anni.
Come detto il prestito verrà garantito per il 90% dell’importo dallo stato francese, mentre gli istituti bancari deputati ad erogarlo sono cinque: BNP Paribas, Crédit Agricole, HSBC France, Natixis e Société Générale.
“Accompagniamo Renault in una delle piu’ gravi crisi della sua storia, per questo bisogna accettare che ci sia una parte di ristrutturazioni“, ha dichiarato a Radio France Inter la segretaria di Stato all’Economia, Agnès Pannier-Runacher. Lasciando intendere che la condizione posta inizialmente dal governo transalpino, ovvero quella di non tagliare posti di lavoro francesi, è venuta meno. Sostituita da una più blanda richiesta di “dialogo sociale esemplare”. Anche in considerazione del fatto che, giusto qualche giorno fa, il costruttore ha annunciato tagli per due miliardi e 14.600 dipendenti nel mondo, di cui 4.600 proprio in Francia. Un provvedimento doloroso ma necessario, per ripartire.