In appena due anni e mezzo sono già diciotto su settanta gli esponenti dell'Assemblea regionale siciliana che hanno cambiato gruppo parlamentare: gli ultimi sono i cinque ex 5 stelle. Prima c'è stata la fuga da Forza Italia e la creazione del gruppo del Carroccio. E c'è anche chi ha cambiato partito due volte, per non cambiarne nessuno
Sono già diciotto su settanta. Uno su quattro. In appena due anni e mezzo. Eletti con un partito, sono già transitati in un altro gruppo dell’Assemblea regionale siciliana. Sono i voltagabbana del consiglio regionale dell’Isola. Uno di loro è riuscito persino a cambiare casacca due volte, per non cambiarne nessuna. Una storia da Gattopardo.
I cinque ex Cinquestelle – Gli ultimi cinque, un po’ a sorpresa, sono il frutto della spaccatura del Movimento cinque stelle. Una novità, visto che nei quasi otto anni di presenza all’Ars dei grillini, si era registrato un solo “addio”: quello dell’allora vicepresidente Antonio Venturino, espulso dal movimento. I cinque dissidenti hanno dato vita a un nuovo gruppo parlamentare: si chiama “Attiva Sicilia” ed è formato dalla vicepresidente dell’Ars Angela Foti, da Matteo Mangiacavallo,Valentina Palmeri, Elena Pagana e Sergio Tancredi. Quest’ultimo, in realtà, era già stato espulso poche settimane fa. Il motivo? La mancata restituzione di parte dello stipendio, secondo il Movimento; la volontà di “mettere a tacere una voce critica” per il diretto interessato. Lo “strappo” degli ex grillini è stato salutato dai compagni rimasti nel gruppo d’origine, con una punta di ironia: “Erano partiti per cambiare la politica, hanno finito per cambiare casacca. Un fatto è incontrovertibile, hanno tradito il mandato che i siciliani gli avevano affidato”.
Il ballo di Bulla – Prima dello strappo degli ex Cinquestelle, l’ultimo a cambiare casacca era stato il consigliere catanese Giovanni Bulla. Ma in questo caso, la storia è persino più complicata. Eletto con l’Udc, infatti, il consigliere era dapprima passato alla Lega, per poi tornare all’Udc. E così, nella storia assai variopinta dei voltagabbana dell’Ars, entra persino il consigliere “boomerang”.
L’aeroporto Lega – Di sicuro, l’addio di Bulla ha indebolito ulteriormente il gruppo del Carroccio in Sicilia, che già in realtà non era partito col piede giusto: una specie di aeroporto, sul quale atterrano e dal quale partono consiglieri d’ogni colore. Dopo le Regionali, l’unico eletto era stato Tony Rizzotto, un ex fedelissimo di Lombardo fulminato sulla via di Busto Arsizio. Ma lo stesso Rizzotto fece in tempo a lasciarlo, il gruppo leghista, passando nella nuova formazione politica “Ora Sicilia”. In quel gruppo (e all’Ars) però Rizzotto non c’è già più perché nel frattempo è anche decaduto dalla carica, per un caso di ineleggibilità. Al suo posto era quindi giunto all’Ars Mario Caputo (fratello di Salvino, il primo consigliere siciliano a subire gli effetti della Severino, un po’ di anni fa) che però subito dopo ha deciso di passare a Forza Italia. Nel frattempo, persi Rizzotto e Bulla, la Lega si è comunque organizzata formando un gruppo nuovo di zecca: nessuno dei consiglieri che lo compone, infatti, è stato eletto col Carroccio. Ne fanno parte Antonio Catalfamo (ex capogruppo di Fratelli d’Italia), Marianna Caronia (eletta con Forza Italia) e Orazio Ragusa (ex Udc).
Da Genovese all’ex assessore di Crocetta – “Ora Sicilia” è invece un movimento a metà strada tra la Lega e il movimento del governatore Musumeci (“Diventerà Bellissima”). Essendo un gruppo di nuova formazione è composto da deputati provenienti da altri partiti. Luigi Genovese, ad esempio, porta il cognome pesante del padre Francantonio, già segretario regionale del Pd e parlamentare nazionale prima dei Dem, poi di Forza Italia e condannato per vicende legate alla Formazione professionale in Sicilia. Il figlio, come detto, eletto nella lista di Forza Italia, guida il gruppo completato poi da Luisa Lantieri, eletta col Pd e già assessore di Rosario Crocetta, e Daniela Ternullo eletta con la lista dei “Popolari e autonomisti” e giunta all’Ars “grazie” a una inchiesta: quella che ha portato alla decadenza del consigliere Pippo Gennuso, in un processo sulla presunta corruzione di un giudice amministrativo. Gennuso ha patteggiato la pena per il reato di traffico illecito di influenze. Anche lui, comunque, aveva cambiato casacca, passando a “Ora Sicilia”.
La fuga da Forza Italia – Già a questo punto, il valzer fa girare la testa. Ma nel frattempo, altri hanno deciso di cambiare schieramento. È il caso dei consiglieri che hanno abbandonato Forza Italia: oltre ai già citati Genovese e Caronia, anche Rossana Cannata ha salutato, passando a Fratelli d’Italia, dove l’ha raggiunta anche Totò Lentini, subentrato a Giuseppe Milazzo, eletto in Europa. Ci sono poi i “cambiacasacca” loro malgrado. Quelli cioè, che hanno cambiato gruppo in seguito alla scissione del loro partito. Così, Luca Sammartino e Giovanni Cafeo hanno lasciato il gruppo Pd per aderire a quello renziano di Italia Viva. Ma questa è un’altra storia.