Operazione antimafia a Palermo condotta dalla polizia di Stato. Circa cento uomini della squadra mobile, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia, hanno eseguito l’ordinanza di applicazione della misura cautelare emessa dal gip del Tribunale nei confronti di 11 soggetti, indagati a diverso titolo, per associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione aggravata, trasferimento fraudolento di valori aggravato e altro. Nove sono finiti in carcere e due ai domiciliari. Agli arresti sono finiti gli esponenti del mandamento della Noce, un quartiere di Palermo da sempre snodo strategico per gli interessi economici di Cosa Nostra. Il boss Totò Riina, prima di essere arrestato, diceva che “era nel suo cuore”.
Dalle indagini della polizia di Stato nel corso dell’operazione “Padronanza” è emersa una radiografia del clan mafioso e l’allarmante quadro di una organizzazione criminale sempre “vitale” e pronta a intessere rapporti illeciti pur di ottenere profitti economici. Le indagini hanno fatto luce sui delicati equilibri all’interno del mandamento, specie tra le famiglie della “Noce” e di “Cruillas”, registrando una strutturata spartizione di compiti, con “deleghe” affidate a uomini di fiducia, in relazione a diversi campi di interesse economico: appalti, compravendite di terreni, scommesse on line ed estorsioni. È stato accertato che esponenti del mandamento abbiano avuto contatti con altre “famiglie” nel 2018, in un momento in cui, per la prima volta dopo decenni, era tornata a riunirsi la commissione provinciale. Secondo gli investigatori è plausibile che anche esponenti della “Noce” siano stati coinvolti nel progetto di riorganizzazione di Cosa Nostra, riservato solo ai più autorevoli esponenti dell’organizzazione.
Tra gli 11 arrestati c’è Salvatore Alfano, 64 anni, ritenuto il nuovo boss della Noce. Alfano avrebbe avuto l’investitura direttamente da Settimo Mineo – il capo che aveva cercato di ricostituire la nuova Cupola dopo la morte di Totò Riina – con un bacio sulla bocca nella piazza principale del quartiere. Mineo andava a trovare spesso Alfano nella concessionaria di famiglia, in piazza Principe di Camporeale. Già questo un segno di rispetto. La riorganizzazione della cupola mafiosa fu bloccata nel dicembre di due anni fa dalla procura di Palermo. Oggi l’inchiesta della squadra mobile fa luce sul mandamento della Noce, dove la famiglia puntava a un rigido controllo del territorio, con estorsioni a tappeto e persino con la gestione delle giostre; negli ultimi tempi i boss si erano lanciati anche nel settore delle intermediazioni immobiliari.