Gli ambientalisti denunciano già il disastro, con migliaia di pesci morti, uccelli soffocati e animali avvelenati. Vladimir Putin ha dichiarato lo Stato d’emergenza dopo il collasso di una cisterna contenente gasolio nella città artica di Norilsk (Siberia orientale), una delle più inquinate al mondo e in cima alla lista per le emissioni di anidride solforosa. Un incidente che ha causato lo sversamento di almeno 20mila tonnellate di combustibile in un fiume nell’estremo nord del Paese, l’Ambarnaïa. Le sue acque si sono tinte di rosso e la fuoriuscita ha determinato la contaminazione di un’area di 350 chilometri quadrati.

Per il Wwf l’inquinamento potrebbe essere contenuto da una diga galleggiante, installata dalle autorità, prima che possa raggiungere un grande lago a nord della città artica di Norilsk (Siberia orientale). L’inquinamento è stato causato dalla perdita, riportata venerdì scorso, avvenuta da un serbatoio di combustibile di una centrale termoelettrica del gigante delle miniere Nornickel, proprietario dell’impianto. La società ha però taciuto per due giorni sull’incidente, ma a dare notizia in tempo reale di quanto avvenuto sono stati i social.

Secondo quanto ricostruito finora pare che i pilastri della struttura, che poggiavano su uno strato di permafrost, abbiano ceduto a causa del surriscaldamento globale. In Asia settentrionale, e in particolare al di sopra del circolo polare artico in Siberia, sono state infatti registrate dall’inizio del 2020 temperature al di sopra della media, con una media di 4 gradi in più nei primi quattro mesi dell’anno. L’area intorno al Circolo polare artico si sta infatti scaldando a una velocità doppia rispetto al resto del pianeta. Il procuratore della regione di Krasnoyarsk ha reso noto che un’”emergenza” ambientale è stata dichiarata a livello locale. È stata inoltre aperta un’indagine per “contaminazione del suolo“.

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