“Abbiamo riaperto, ma per ora si lavora in perdita“. Rispondono così quasi tutti i titolari di bar e ristoranti che abbiamo interpellati a Milano sulle difficoltà e le prospettive del post-lockdown. “Il primo problema è che, tra diffidenza delle persone, azzeramento del turismo e chiusura di molti uffici, mancano i clienti“, spiegano in molti. Poi c’è la questione delle normative: “Troppa confusione, ci impongono regole che cambiano di continuo e che sono difficilmente applicabili”. E in tanti lamentano difficoltà nell’accesso al credito garantito, che in ogni caso non basta: “Servono finanziamenti a fondo perduto alle attività sane, per far fronte agli affitti e alle spese fisse”. Altrimenti, prevede più di una voce, “molti saranno costretti a chiudere o non riapriranno”. Nel frattempo, c’è chi punta sul potenziamento del servizio all’aperto e qualcuno si è perfino inventato “una raccolta fondi tra amici e clienti abituali per superare la fase più difficile”.
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