Polemica sulla scelta di Palazzo Ducale. Il consigliere dem Pandolfo: "Un rischio che non si doveva prendere, infatti, il mare mosso del 4 giugno ci ha dato ragione". Gambino (Fratelli d’Italia) assicura: "Sono sacchi resistenti e che pesano 7 chili e che abbiamo messo distanti dalla battigia ben 5 metri"
Duemila sacchetti di plastica, quelli normalmente utilizzati dalla Protezione civile per le alluvioni, sono stati posizionati sulle spiagge di Genova, dalla giunta di centrodestra guidata da Marco Bucci. Disposti a 4 metri di distanza l’uno dall’altro dovevano fare da segnaposto per i bagnanti, per far rispettare il distanziamento sociale imposto dall’emergenza Covid-19. “È successo ciò che temevamo – dice Alberto Pandolfo, segretario Pd e consigliere comunale di Genova – mettere dei sacchetti di plastica come segnaposto era un rischio che non si doveva prendere, infatti, il mare mosso del 4 giugno ci ha dato ragione, ho ricevuto moltissime segnalazioni fotografiche, video e io stesso ho fatto un sopralluogo che dimostra che molti di quei sacchetti sono purtroppo finiti in mare”. “È una bufala – replica Sergio Gambino (Fratelli d’Italia) – consigliere delegato alla Protezione civile, che ha guidato l’operazione – si tratta di sacchi resistenti e che pesano 7 chili e che abbiamo messo distanti dalla battigia ben 5 metri”.
Sui social si accende la polemica. Girano le foto di sacchetti sotto la schiuma delle onde e si vedono giovani volontari, lungo la spiaggia del ponente, nella località di Vesima, intenti a recuperarli. Gambino commenta: “Sono sulla battigia, li abbiamo raccolti”. Ma per Pandolfo, “è una situazione completamente fuori controllo, non possiamo quantificare il danno e in aggiunta nel Levante ci sono stati pure i gabbiani a prendere di mira i sacchetti, frammentando e aumentando la dispersione della plastica, onestamente mi chiedo perché non si sia usato il legno”.
Ai paletti di legno, Gambino ci aveva pensato: “I tecnici li hanno bocciati perché il litorale genovese è sassoso, si sarebbero dovuti mettere troppo in profondità rappresentando un pericolo di inciampo, soprattutto per i bambini e gli anziani e per la stessa ragione sono state escluse le corde. Lo abbiamo detto fin dall’inizio che la scelta della plastica era solo una soluzione temporanea per poter aprire le spiagge sabato 30 maggio, dato che i sacchetti di juta non erano ancora arrivati. Ma la sostituzione è già in atto e si concluderà proprio in questi giorni, questa è una polemica inutile mossa dal Pd contraddicendosi, dato che dove amministra a Sestri Levante ha usato proprio dei sacchetti sintetici”.
Anche a Sestri Levante, la fretta di aprire le spiagge, lo stesso sabato, ha in effetti portato la giunta guidata da Valentina Ghio (Pd) alla scelta della plastica: “Sono stati messi sacchetti di rafia sintetica, ma nella Baia del silenzio dove tradizionalmente il mare è calmo”, si difende il sindaco della località rivierasca, “adesso abbiamo solo segnaposti di juta, paletti di legno o quadrati di graniglia riciclabili per pavimentazioni”.
La polemica sui sacchetti ha raggiunto anche Palazzo Ducale, il cui presidente – l’attore Luca Bizzarri – ha ironizzato su facebook in dialetto “Se te dixan fürbu asbriteghe (Se ti dicono che sei furbo, incazzati, significa che ti stanno prendendo per i fondelli). Dedicato a chi ha partorito la geniale idea”.
“È più divertente quando fa il comico”, replica Gambino. “Bisognava aspettare. La Liguria è regione capofila di bandiere blu e poi abbiamo avuto la lezione della quarantena che, diciamolo, è un richiamo della natura per i maltrattamenti che le facciamo e noi cosa le rispondiamo? Con la plastica sulle spiagge?”, conclude Pandolfo.