L’NBA va a Disney World. Non è il titolo di un nuovo film di Hollywood, ma la strada che il miglior campionato di basket del mondo ha trovato per ripartire dopo il Coronavirus. Tutte le partite verranno giocate nell’ESPN Wide World of Sports Complex di Orlando, in Florida. Lì, tra campi e hotel, le squadre resteranno finché la stagione non sarà finita. La decisione è arrivata con 29 voti favorevoli e un solo contrario (i Portland Trail Blazers). La NBA quindi ripartirà il 31 di luglio per finire il 12 ottobre, data in cui è stata fissata la eventuale gara 7 delle finali. A Orlando non andranno tutte e 30 le franchigie, ma solo 22: questo per evitare che la concentrazione di persone sia troppo alta.
Ogni squadra potrà portare un massimo di 35 tesserati in Florida. Oltre alle 16 squadre attualmente qualificate ai playoff (Lakers, Clippers, Nuggets, Jazz, Thunder, Rockets, Mavs e Grizzlies a Ovest; Bucks, Raptors, Celtics, Heat, Pacers, Sixers, Nets e Magic a Est), staccano il biglietto per Disney World altre 6, 5 da ovest (Portland, New Orleans, Sacramento, San Antonio e Phoenix) con la sola Washington in rappresentanza dell’est. Queste squadre potranno partecipare perché distanti non più di 6 partite dall’ottavo posto, l’ultimo che qualifica ai play off; tutte le altre restano a casa e vedono di fatto concludersi la loro stagione. Tra queste c’è anche Golden State, vincitrice di 3 titoli negli ultimi 5 anni.
Dal 30 giugno le 22 elette riprenderanno gli allenamenti nei propri centri sportivi, per trasferirsi poi in Florida dal 9 luglio. Qui ogni squadra giocherà minimo 8 partite, per un totale di 88 partite; al momento dello stop, le partite in calendario previste erano 259. Questi numeri non sono casuali: 8 infatti sono le partite che bastano alle singole franchigie per superare quota 70 in stagione e sbloccare i vari pagamenti dei diritti tv delle emittenti locali. Conclusa la regular season, partiranno i play-off, seguendo la tradizionale forma di accoppiamento 1-8. Per cercare però di rendere più equo il tutto, la NBA ha stabilito che al termine della stagione regolare si svolgerà uno spareggio tra l’ottava e la nona in classifica, sia a est che a ovest, a patto che lo scarto tra i due team non superi le 4 partite e che chi sta dietro arrivi da almeno due vittorie consecutive (altrimenti non ci sarò alcuno scontro).
Il mini play-off sarà al meglio delle due, con la nona che dovrà vincere entrambe le gare per accedere alla fase successiva. Tutte le partite saranno giocate a porte chiuse, annullando quindi il fattore casa: per questo sono al vaglio diverse ipotesi per dare un vantaggio a chi è arrivato prima in graduatoria. Stabilite le – complesse – regole per questa stagione, dalla riunione sono emerse anche le prime date su quella 20/21: a inizio novembre le franchigie riprenderanno ad allenarsi, con l’avvio ufficiale fissato per il primo di dicembre. Il Draft invece sarà il 15 di ottobre. La NBA così diventa la prima lega professionista americana a rimettersi in marcia dopo il Coronavirus, in perfetta linea con uno dei motti più cari alla cultura americana: “The show must go on”.