Lo stop in tutti gli impianti nel giorno del tavolo tra governo e sindacati. La segretaria della Cisl Furlan: "Vicenda scandalosa. Non si scarica il peso di scelte sbagliate sui lavoratori. La gestione dell'ex Ilva è la sommatoria di errori gravi della politica"
Il piano industriale di ArcelorMittal è “inaccettabile” e per questo i sindacati dei metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil proclamano lo sciopero in tutti gli stabilimenti del gruppo per il 9 giugno, nel giorno in cui il governo – segnatamente i ministri Stefano Patuanelli e Roberto Gualtieri – incontreranno le segreterie nazionali delle organizzazioni dei lavoratori. Le segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm, insieme alle strutture territoriali ed alle Rsu del gruppo Arcelor ex Ilva “rivendicano con forza la piena occupazione, gli investimenti e il risanamento ambientale oggetto dell’accordo sindacale del 6 settembre 2018. Ritengono ancor più grave che le decisioni dell’azienda si basino su un accordo tra la stessa ArcelorMittal e il governo siglato nello scorso mese di marzo ma a tutt’oggi a noi sconosciuto”.
Ad Avvenire oggi aveva parlato la segretaria della Cisl Anna Maria Furlan: “La vicenda dell’Ilva è davvero scandalosa. Gli esuberi annunciati da Arcelor sono inaccettabili. Non si può scaricare il peso di scelte sbagliate ancora una volta sui lavoratori, su migliaia di famiglie ed anche comunità che aspettano da tempo il risanamento ambientale. La gestione dell’ex Ilva è la sommatoria di errori gravi e strategici della politica e di Arcelor Mittal”. Per questo Furlan dice che “è arrivato il momento di fare chiarezza non solo con l’azienda, ma anche con il governo sul futuro di un settore strategico come l’acciaio”.
Per la segretaria della Cisl “è sicuramente necessario oggi un ruolo, anche temporaneo, dell’investitore pubblico per salvare e rilanciare le aziende strategiche. Ma questo deve essere accompagnato da piani industriali credibili, partner adeguati e soprattutto dalla scelta del modello partecipativo”.
Sul punto ieri il ministro dello Sviluppo Patuanelli ha parlato di un piano nazionale dell’acciaio che possa valere non solo per Taranto, ma anche per Genova, Terni e Piombino, dove ci sono annose questioni che vanno avanti a singhiozzo per gli stabilimenti siderurgici. “L’acciaio in Italia non è solo Taranto – ha detto il ministro – Il governo sta pensando a come accompagnare la filiera in questo momento di difficoltà”.