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Irama a FqMagazine: “Il monologo su George Floyd? È stato molto difficile per me, ho elaborato i miei pensieri. C’era molta verità in quel momento”

Il vincitore di “Amici Speciali” racconta a FqMagazine la sua esperienza sul palco, che lo ha lanciato nel 2018. Irama non si ferma mai ed esplora sempre nuove forme d'arte: nel futuro c'è anche un corso di recitazione, dopo il successo del suo monologo sull'ultimo respiro di George Floyd. E ancora la pandemia, il boom della hit estiva “Mediterranea”, il nuovo album e la privacy (“che difendo gelosamente”)

di Andrea Conti

Irama è il secondo cantante, nella ventennale storia di “Amici di Maria De Filippi”, a vincere due volte il talent show. Già nel 2012 Alessandra Amoroso vinse per la seconda volta nella categoria Big, dopo il trionfo nel 2009. Un bel traguardo per il cantautore che ha sbaragliato tutti ad “Amici Speciali”, lo spin-off benefico del format, a favore della Protezione Civile. Gli obiettivi centrati, durante le quattro puntate del programma, sono stati importanti: 119mila tamponi, 30mila mascherine ffp2, 3 apparecchiature per la terapia sub-intensiva, 3 apparecchiature per la terapia intensiva, rimborsi per 15 operatori socio sanitari e per 7 medici volontari per 30 giorni, 1000 tute speciali anti-Covid-19 e tutti i proventi del televoto.

Irama si gode anche del suo nuovo singolo “Mediterranea” – già entrato di diritto nella corsa dei tormentoni estivi – che, con oltre 5.6 milioni di streaming, si posiziona, per la seconda settimana consecutiva, al numero uno della classifica Top of The Music FIMI/GfK dei singoli più venduti della settimana. Abbiamo incontrato il vincitore di “Amici Speciali”, che ci ha raccontato perché tra i suoi prossimi obiettivi c’è la recitazione, il nuovo album e il suo attaccamento per la privacy.

Sorpreso per la tua vittoria contro Michele Bravi, il favorito della vigilia?
Premesso che questa esperienza non l’ho percepita come una gara, proprio per la finalità benefica che ha avuto il programma. Al di là di tutto, sono rimasto sorpreso perché non sai mai quello che succede in quel momento. Se devo ricordare il mio stato d’animo pochi attimi prima della vittoria, posso dirti che avevo accumulato ansia e tensione per il monologo su George Floyd, una esibizione a cui tenevo moltissimo.

Come ti è venuto in mente di recitare un monologo?
Sono entrati in gioco sia il fattore umano che artistico. La vicenda mi ha colpito moltissimo, come del resto il grande movimento di protesta che ne è scaturito. Ho pensato che dovevo comunicare tutto questo. Sono dell’idea che tutte le forme artistiche abbiano alla base sia un tono leggero che importante. Non mi ero mai approcciato alla forma del monologo, anche perché la forma canzone è diversa, soprattutto per il lessico. È stato molto difficile, era una nuova sfida per me perché ho dovuto elaborare i pensieri che avevo dentro e ho fatto molta fatica a raccontarmi recitando, anche se non stavo proprio recitando perché c’era molta verità, in quel momento.

È la prima volta che reciti? Pensi di approcciarti al cinema?
Per me era la prima volta e farlo in diretta su Canale 5, è stata tosta. Un attimo prima di cimentarmi con il monologo, ho cercato di concentrarmi il più possibile. Infatti durante le pause dalle mie esibizioni, è sembrato fossi assente da alcune inquadrature che mi ha fatto la regia (ride, ndr), ma ero solo molto concentrato! Mi piace imparare e studiare l’arte. Per me la musica, come la recitazione e i tatuaggi sono tutte espressioni d’arte. Ne sono attratto e trovo che siano, in qualche modo, collegate tra loro. Quando ho lavorato al monologo, mi hanno fatto notare che aveva dei punti di contatto con la forma canzone. Da questa esperienza ho capito che l’arte collega alle emozioni. Comunque sì mi piacerebbe molto fare un corso di recitazione.

In cosa sei cambiato rispetto alla tua vittoria ad “Amici” nel 2018?
Sono stati due anni pazzeschi e assurdi. Ho fatto un sacco di cose, esperienze, tanta musica dal vivo, tour e concerti con la consapevolezza del mestiere e di aver fatto una gavetta intensa ‘al contrario’.

Perché al contrario?
La mia prima volta dal vivo è stata su un palco come quello del Festival di Sanremo nel 2016 (nelle Nuove Proposte con ‘Cosa resterà‘, ndr). Ognuno fa il suo percorso artistico, nel mio caso più cose ho fatto e più sono cresciuto, non solo per l’età ma anche a livello emotivo. Fare sempre cose nuove per me è stata ed è una sfida, l’importante è rimanere con la curiosità sempre intatta. Rimanere giovani dentro, che non vuol dire mettersi con il cappellino al contrario a 70 anni (ride, ndr), ma lasciare intatta la curiosità verso il mondo esterno.

Come lo spieghi il successo di “Mediterranea”?
È il lato più leggero di me ed ha un sapore positivo, specialmente in un momento difficile come quello che abbiamo vissuto e stiamo vivendo, così teatro e di sentimenti negativi. Ho cercato di infondere nelle persone un po’ di gioia. L’ho voluto fare tirando fuori la parte più leggera di me. Mi piace con la musica toccare diverse corde dell’animo umano, anche il lato più intenso e riflessivo, come è successo con ‘La ragazza con il cuore di latta‘. Nel testo di ‘Mediterranea‘ ci sono delle figure poetiche speciali come ‘e quando il sole chiede alla luna dove andrò, andrò dovunque andrai, altrove no’. È una canzone che culturalmente abbraccia tutto il Mediterraneo, così ricco di cultura e sfumature. Bisogna spingere su messaggi importanti ed è fondamentale farlo anche con semplicità.

Stai già preparando un nuovo disco?
Mi sto prendendo il giusto tempo. A volte suono con i miei musicisti, altre volte mi isolo. Comunque abbiamo un bel po’ di cose tra le mani. Non è adesso il momento. Mi ritengo sempre un eterno insoddisfatto e sono sempre alla ricerca di cose nuove. Insomma ci sono delle canzoni, ne usciranno altre in alcuni momenti precisi e poi ci sarà spazio per il disco.

Come hai vissuto umanamente il lockdown?
È stata veramente pesante però a me è andata bene, nessuno dei miei familiari si è ammalato del virus. Ma tante persone hanno attraversato lutti improvvisi, si sono ammalate ed è per questo che con Francesco Sarcina de Le Vibrazioni abbiamo lanciato il singolo “Milano”, per raccogliere i fondi per aiutare l’Ospedale Niguarda.

J-Ax durante la finale ha fatto un appello al Governo per tutelare i lavoratori fragili del mondo della musica. Che ne pensi?
È stato un grande, concordo su tutto quello che ha detto e non vorrei aggiungere altro perché risulterei retorico. Detto questo, è una situazione che conosco bene, diverse persone che hanno lavorato con me si sono trovate in situazioni davvero difficili. Capisco che ci sono tanti altri settori lavorativi in estrema difficoltà, ma oggi si confondono un po’ i piani quando c’è chi accusa noi artisti di essere dei privilegiati. Non è così, alle nostre spalle ci sono migliaia di lavoratori che contribuiscono dietro le quinte dei nostri spettacoli a far sì che la gente possa godere di un momento unico. Questi stessi professionisti oggi hanno bisogno di questo lavoro, hanno un sacco di problemi.

Non si parla molto di te, tieni molto alla tua vita privata?
Sì e parlo per me. Quando seguo gli artisti non mi interesso delle caz***e da gossip. Non mi chiedo mai Fabrizio De André, per fare un esempio, con chi usciva e cosa faceva. Non me ne frega proprio nulla. Secondo me, quello che realmente alle persone dovrebbe interessare è il lato artistico e sensibile di una persona. Non so perché c’è questa ricerca continua alla ‘normalità’, che è una cosa molto bella ma non va ‘premiata’. La normalità va solo vissuta.

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