L'immagine è stata postata da Claudio Ticci su Facebook. Solo 24 ore dopo sono arrivate le scuse: "Volevo solo criticare il decreto e non era intenzione riaprire una ferita dolorosa"
Un’immagine con la scritta dell’ingresso di Auschwitz trasformata da “Arbeit macht frei” (il lavoro rende liberi) a “La scuola educa alla libertà“. È polemica per il post che il consigliere leghista di Borgo San Lorenzo, in provincia di Firenze, Claudio Ticci, ha pubblicato domenica su Facebook per criticare le misure contenute nel decreto scuola per il ritorno sui banchi a settembre. Il paragone tra ha la scuola e il campo di sterminio ha provocato un’ondata di sdegno: l’immagine “mi inorridisce”, ha commentato la viceministra dell’Istruzione Anna Ascani. “Come può una mente sana paragonare questo alla scuola?”, ha aggiunto deputato dem, Emanuele Fiano. “Questa è una banalizzazione della storia“. Solo lunedì, a 24 ore di distanza, sono arrivate le scuse di Ticci, sempre via Facebook: “Mi sento di chiedere scusa…lo faccio per coloro che si sono sentiti offesi per quella foto, per quello che rappresenta”. Ma il post è ancora visibile sul suo profilo.
Poche ore dopo la pubblicazione, il consigliere leghista ha ripostato l’immagine includendo una spiegazione: “Ammetto che sia un’immagine molto forte – si è giustificato Ticci – ma il messaggio era per evidenziare un problema reale“, ovvero i provvedimenti che il ministero dell’Istruzione ha annunciato di poter mettere in pratica per permettere agli studenti di tornare sui banchi a settembre. In particolare il consigliere ha puntato il dito contro la proposta della ministra Lucia Azzolina di divisori in plexiglass, commentand: “Il plexiglass ce lo avete al posto dei neuroni o nelle vostre poltrone”. Immediata la reazione del sindaco di Borgo San Lorenzo, Paolo Omoboni, che sempre su Facebook ha scritto: “La foto si commenta da sola. Si può essere critici verso un partito, un’idea, una legge, ma usare queste immagini, in particolare se chi la usa è un consigliere comunale, è inaccettabile”.
La viceministra Ascani che ha sottolineato che “il dissenso politico non può raggiungere questi ignobili livelli. In questo momento, così difficile per il nostro Paese, non è tollerabile che rappresentanti delle Istituzioni si lascino andare a queste bassezze”. E il deputato dem Fiano ha aggiunto che paragonare la scuola al campo di Sterminio di Auschwitz-Birkenau, “dove furono gasate e poi bruciate circa 1,2 milioni di persone per la sola colpa di essere nati”, significa che “non abbiamo educato abbastanza, non abbiamo spiegato abbastanza, non abbiamo studiato abbastanza“, perché “abbiamo una generazione davanti non sempre o non tutta consapevole che il male esiste e può sempre tornare”.
Nel post di scuse, Ticci ricorda che lui stesso ha avuto modo di visitare i campi di sterminio “due volte, una delle quali grazie al Viaggio della Memoria e del Ricordo e ritengo le conseguenze di quei regimi totalitari momenti più bassi della storia dell’umanità intera”. Scusandosi con i discendenti delle vittime e con i sopravvissuti, aggiunge: “Volevo solo criticare il decreto scuola e non era intenzione riaprire per nessuno una ferita dolorosa e frase più buia della storia moderna”.