“I dati cumulativi non riflettono il momento in cui si trova il Paese”. Quindi stop alla diffusione dei numeri complessivi su contagi e decessi in Brasile. La decisione di Jair Bolsonaro arriva mentre la curva della pandemia non accenna a diminuire. Anzi, continua a salire e preoccupa. Ma il presidente ‘negazionista’ ha dato ordine di oscurare il sito web del ministero della Sanità con i dati complessivi dell’andamento della pandemia nel Paese, il secondo al mondo maggiormente colpito dal Covid-19 e focolaio dell’America Latina con 691.758 casi confermati e 36.455 vittime.

“Stiamo adottando altre azioni per migliorare la comunicazione del numero dei casi e la conferma delle diagnosi“, ha spiegato senza specificare altro e nei bollettini quotidiani – la cui pubblicazione è stata spostata dalle cinque del pomeriggio alle dieci di sera – verranno registrati soltanto gli aggiornamenti delle ultime 24 ore. Un atteggiamento bollato dai critici come “tentativo autoritario, insensibile, disumano e antietico di rendere invisibili i morti di Covid-19″. Intanto a San Paolo una manifestazione contro il governo è stata dispersa dalla polizia militare, che ha fatto uso di gas lacrimogeni. “Sono vandali, non manifestanti. Respingiamo queste attività”, ha detto il portavoce della polizia militare, il tenente colonnello Emerson Massera.

Il Brasile paga l’atteggiamento ‘negazionista’ di Bolsonaro, che nei giorni scorsi, sulla falsariga di Donald Trump, ha accusato l’Oms di approccio “ideologico” minacciando di uscire dall’organizzazione delle Nazioni Unite, e in poche settimane è arrivato a diventare il terzo Paese più colpito al mondo dopo Stati Uniti e Regno Unito. La volontà di minimizzare la portata della pandemia era già stata espressa nei giorni scorsi dal ministero della Salute, che aveva dichiarato di volere ricontare le morti per Covid-19 perché “causate da altre malattie ma erroneamente registrate come coronavirus per ottenere fondi dal governo federale”. Considerazioni fatte dal responsabile della Scienza del ministero Carlos Wizard che, senza fornire prove, ha definito i dati “fantasiosi o manipolati”. Wizard ha aggiunto che i nuovi dati saranno forniti tra un mese, scatenando le polemiche dell’opposizione che denuncia un tentativo di censurare le informazioni.

Ma gli esperti ritengono che la realtà sia opposta a quella descritta dal governo di Brasilia, cioè che i morti siano in realtà molti di più a causa della mancata diagnosi. Intanto in tutta l’America latina si contano quasi 64mila decessi e 1,2 milioni contagi. Il Brasile è seguito dal Perù (191.758 e 5.301) e dal Cile (127.745 e 1.541), con almeno altri 9 Paesi che superano i 5.000 morti, compresi Argentina e Messico.

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