Non solo la promessa che “entro venerdì 12 giugno” l’Inps pagherà tutti i lavoratori in cassa integrazione che ancora attendono il versamento dell’ammortizzatore. Ma anche un’accusa alle imprese: “Stiamo sovvenzionando con la Cig anche aziende che potrebbero ripartire, magari al 50%, e grazie agli aiuti di Stato preferiscono non farlo. Per pigrizia, per opportunismo, magari sperando che passi la piena”. Parole per le quali il presidente dell’istituto previdenziale Pasquale Tridico, sotto pressione per i ritardi nell’erogazione degli aiuti a una parte dei lavoratori fermi causa Covid, finisce nel mirino di Confindustria, delle opposizioni e di Italia viva. Sono il Movimento 5 stelle si schiera con lui parlando di “attacchi ingenerosi perché la pandemia ha fatto emergere tante distorsioni del nostro sistema Paese”.
“In alcuni settori ci possono anche essere imprenditori che non affrontano le difficoltà della riapertura ‘tanto c’è lo Stato’ che paga l’80% della busta paga“, ha detto l’economista in un’intervista a Repubblica che gli si chiedeva conto delle cig ancora non pagate. “Adesso basta scrivere Covid e noi paghiamo, senza controlli, senza burocrazia, senza sindacati; dal mio punto di osservazione, vedo un Paese con molte zone grigie. C’è ancora tanto lavoro in nero, c’è moltissimo lavoro in ‘grigio'”.
Apriti cielo: per il vicepresidente di Confindustria e presidente della Piccola Industria, Carlo Robiglio, sono dichiarazioni “sconfortanti, profondamente ingiuste e oltremodo ingenerose nei confronti del sistema produttivo”, che “riflettono, ancora una volta, un forte pregiudizio nei confronti del sistema imprenditoriale che, oltre a essere ingiustificato, è offensivo“.
Secondo il numero uno di Confindustria Piemonte Fabio Ravanelli “invece di insinuare la malafede delle imprese, il Presidente Tridico dovrebbe preoccuparsi di tenere fede agli impegni presi ed erogare quanto dovuto ai lavoratori nel più breve tempo possibile”, anche perché “forse al Presidente sfugge che molte aziende stanno anticipando la cassa per supplire alle mancanze di una burocrazia statale spesso inefficiente. Il pregiudizio verso il sistema imprenditoriale insito nelle sue parole è francamente inaccettabile”. Vincenza Marinese, sua omologa per Venezia e Rovigo, parla di “esternazioni fuori luogo” e avverte che “quando le aziende scapperanno, qualcuno dovrà assumersene la responsabilità”. “Dichiarazioni qualunquistiche“, attacca il presidente di Confidustria Umbria Antonio Alunni, di cui “non si comprende quale sia lo scopo di tali esternazioni se non quello di umiliare lo sforzo straordinario che gli imprenditori, le imprese e tutti i loro collaboratori stanno realizzando per salvare l’economia del nostro Paese”. Mentre Sicindustria alza il tiro commentando: “Parole offensive, sconcertanti, cariche di un pregiudizio anti-imprenditoriale”.
Per il presidente del Consiglio delle rappresentanze regionali di Confindustria e presidente di Confindustria Campania, Vito Grassi, quella di Tridico è “una lettura diametralmente opposta alla realtà dei fatti. Sono state proprio le imprese a garantire la sostenibilità del lockdown, continuando a operare nei settori essenziali” e “nessun imprenditore ha interesse a tenere chiusa la propria azienda”.