Uno dei grandi verdetti di questa crisi di sanità pubblica è che la strada verso la creazione di una società digitale, adatta all’era dell’informazione, è ancora parecchio lunga. Ora, potremmo metterci a fare liste, più o meno lunghe, e snocciolare tutto quel che serve – e in larga parte manca – per arrivarci.

Solo che anche dopo circa dieci anni di trasformazione digitale in giro per il mondo in questo settore, sembra un po’ strano vedere ancora molti parlare prevalentemente di progetti futuristici e futuribili. Pochissimi sono già oggi in grado di andare avanti su quella strada. Sarebbe opportuno ricominciare dalle basi, invece, soprattutto per quei Paesi (come l’Italia) che hanno ancora molto da fare su modernizzazione della pubblica amministrazione, cambiamenti necessari a livello organizzativo e cultura digitale nel suo insieme. Va benissimo parlare di Immuni, anche perché l’app è stata creata come una risposta immediata a una crisi corrente. C’è almeno una cosa, però, che varrebbe la pena inserire nel dibattito su sanità e digitalizzazione: l’interoperabilità.

Lunedì 1° giugno l’Estonia e la Finlandia hanno completato il progetto di interoperabilità internazionale che rende valida la reciprocità delle prescrizioni mediche digitali rilasciate nei due Paesi. I cittadini estoni con prescrizioni estoni, dove il 99% di questi documenti è in digitale dal 2010, potranno andare senza problemi in farmacia a Helsinki e ritirare le loro medicine. Stessa cosa per i cittadini finlandesi in Estonia. E considerati i profondi rapporti economici e culturali tra le due nazioni, come anche l’alto numero di finlandesi in Estonia ed estoni in Finlandia, il progetto sarà sicuramente di grande utilità su entrambe le sponde del Baltico.

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