Roma, 22 mar. (Adnkronos Salute) - "Se vogliamo cercare di raggiungere gli obiettivi di copertura è necessario che tutti i pediatri abbiamo accesso all'anagrafe vaccinale dell'assistito per verificare le inadempienze e sollecitare la somministrazione delle dosi mancanti. A tale proposito diventa centrale che il pediatra possa vaccinare direttamente in ambulatorio, evitando che il bambino, quindi i genitori, si debbano recare al centro vaccinale in un secondo momento". Lo ha detto Martino Barretta, coordinatore nazionale vaccini immunizzazione Federazione italiana medici pediatri (Fimp), in occasione della 2 giorni in corso a Torino 'Il bambino al centro: vaccinato e soddisfatto e Vaccinando su e giù per l’Italia', uno dei diversi appuntamenti organizzati da Fimp in varie regioni d'Italia per fare chiarezza sul tema della vaccinazione pediatrica e dell'anagrafe vaccinale.
"Le coperture per le vaccinazioni obbligatorie sono buone, intorno al target del 95% indicato dal Pnpv, il Piano nazionale prevenzione vaccinale, ma il trend è in calo e con valori diversi nelle varie regioni", sottolinea Barretta. "Inoltre, per le raccomandate, che sono incluse nel piano vaccinale nazionale e hanno la stessa importanza delle obbligatorie, perché prevengono malattie con esiti gravi o mortali come meningite, le percentuali sono più basse. Infatti, per l'anti-meningococco è all'80%, secondo gli ultimi dati del 2023. Ma il panorama è molto variegato nelle regioni: in alcune si arriva al 90% e in altre siamo intorno al 60-65%".
Nello specifico, "l'anagrafe vaccinale ha un ruolo fondamentale - illustra lo specialista - perché permette di monitorare l'andamento delle coperture e, nel caso di inadempienza, aiutare il recupero delle somministrazioni anche con la chiamata attiva. Oggi le Regioni hanno informatizzato l'anagrafe vaccinale, manca però la possibilità di accesso da parte di tutti gli specialisti. Secondo un'indagine recente fatta da Fimp, quasi il 20-30% dei pediatri non ha accesso alla piattaforma per vedere tutte le vaccinazioni. Manca poi una piattaforma nazionale, alimentata dalle anagrafi regionali, come previsto dagli obiettivi del Pnpv. Questo strumento sarebbe importante per poter monitorare meglio le coperture anche per bambini che cambiano regione, cosa che attualmente non si può fare. Ovviamente c'è il cartaceo, ma con i limiti di essere dimenticato o perso o non aggiornato adeguatamente".
In questo contesto, evidenzia Barretta, "stiamo lavorando come Fimp perché tutti i pediatri abbiano accesso all'anagrafe vaccinale - cosa attualmente possibile in molte regioni solo ai centri - ma anche perché possano somministrare il vaccino in ambulatorio".
"In questo modo - spiega l'esperto - durante una visita, un bilancio di salute, ad esempio, il pediatra può abbastanza facilmente verificare la condizione vaccinale. Nel caso di inadempienza ricorda ai genitori di recarsi al centro vaccinale, che significa prendere un altro appuntamento e portare il piccolo in un secondo momento per il richiamo. Se invece il pediatra può somministrare il vaccino in ambulatorio, non solo velocizza la procedura, ma anche migliora la copertura, anche dei raccomandati. La somministrazione dei vaccini fatta dal medico che conosce il piccolo non risolve solo una questione organizzativa, ma rende più efficace l'intervento preventivo proprio per il rapporto continuativo di fiducia e di conoscenza del bambino. In Toscana, per esempio, dove i pediatri vaccinano, ci sono coperture più elevate".