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Greg Glassman, il fondatore di CrossFit costretto a dimettersi dopo la sua frase su George Floyd: “Perché dovremmo essere in lutto per lui?”

Parole che gli erano subito costate la perdita di importanti sponsorizzazioni, con centinaia di palestre in tutto il mondo aveva ritirato la propria affiliazione al marchio

“Non siamo in lutto per George Floyd? Perché dovremmo esserlo se non perché è la cosa da fare da bianchi“. Sono le parole shock pronunciate dal fondatore e amministratore delegato delle palestre CrossFit, uno dei giganti del fitness negli Stati Uniti. Frasi pesanti che sono costate a Greg Glassman il posto: travolto dalla critiche per le parole usate con i suoi dipendenti in uno videochiamata Zoom, Glassman è stato infatti costretto a lasciare il suo incarico.

Oltre ad aver dichiarato di “non piangere per la morte di George Floyd” in una videoconferenza tra esperti del settore fitness, Glassman aveva poi anche risposto con uno spiacevole gioco di parole sul Covid (“FLOYD-19“) a un tweet dell’account dell’Institute for Health Metrics and Evaluation di Seattle che spiegava che le condizioni sociali degli afroamericani negli Stati Uniti hanno conseguenze negative anche sulla salute pubblica.

Parole che gli erano subito costate la perdita di importanti sponsorizzazioni, con centinaia di palestre in tutto il mondo aveva ritirato la propria affiliazione al marchio. Inoltre critiche erano arrivate dagli atleti più in vista e anche Reebok, suo sponsor principale, aveva annunciato l’interruzione dei rapporti con l’azienda. Così Glassman è stato costretto a dimettersi, ammettendo in una nota di aver “creato una spaccatura nella comunità di CrossFit” e di aver “ferito involontariamente molti dei suoi membri”.