“Parlare di mafia” è il titolo della quarta ‘TvLoft Masterclass’, il format ideato da Matteo Forzano con la collaborazione di Matteo Billi e pubblicato in esclusiva su sito e app di TvLoft dopo “Recitare per comunicare”, l’intervista di Melania Petriello ad Alessandro Preziosi, “L’architettura nella quotidianità” di Massimiliano Fuksas e “L’intelligenza artificiale” di Antonio Pescapè. Protagonista è la giornalista siciliana Dina Lauricella che spiega quando, come e perché la mafia entra nel mondo della comunicazione, a partire dal maxiprocesso e dalle testimonianze di Tommaso Buscetta, passando per le stragi degli anni 90. “Dopo quelle stragi i riflettori si sono spenti e le tipologie di criminali sono cambiate – spiega la giornalista – La mafia stessa è diventata una multinazionale ramificata in tutto il mondo, i cui membri sono spesso insospettabili, laureati e poliglotti”. La Lauricella racconta la specificità della ‘ndrangheta che, a differenza di Cosa nostra, ha sempre mantenuto un basso profilo basandosi su legami di sangue che le hanno assicurato un bassissimo numero di collaboratori di giustizia. La giornalista riporta la sua esperienza raccolta nel libro “Il codice del disonore” (ed. Einaudi), in cui ha raccolto le testimonianze delle donne che hanno trovato il coraggio di denunciare le proprie famiglie per strappare i propri figli a un ineluttabile destino criminale, ma soprattutto per sfuggire loro stesse al cosiddetto “codice d’onore”.