Con la fine del momento peggiore dell’emergenza, anche il mondo della giustizia torna alla normalità. Dal primo giorno di luglio la celebrazione delle udienze tornerà ad essere regolare. Lo ha annunciato il guardasigilli Alfonso Bonafede, rispondendo a un’interrogazione del Pd, durante il question time al Senato. “Con l’inizio della fase 2, il ministero ha dato avvio al graduale e progressivo ampliamento delle attività giurisdizionali e amministrative. Adesso, grazie al mutamento del contesto sanitario, è giunto il momento di un ritorno alla normalità per la giustizia”, ha esordito il ministro della giustizia. “In particolare – ha aggiunto – è imminente l’emanazione di una circolare che riequilibra il rapporto tra lavoro in presenza e lavoro da remoto del personale amministrativo che mira a garantire, per quanto possibile, la regolare celebrazione delle udienze, in condizioni di sicurezza, già a partire dal 1° luglio 2020“.
Per garantire una ripresa in sicurezza nel mondo dei tribunali in via Arenula hanno deciso di dotarsi di un gruppo di esperti: “Dal 22 maggio – ha spiegato sempre Bonafede – è stata istituita la ‘Cabina di regia nazionale per la gestione dell’attività giudiziaria durante la fase 2 dell’emergenza da Covid-19‘, proprio per garantire un monitoraggio della ripresa e per permettere interventi mirati ed efficaci . Inoltre, gli ingenti investimenti stanziati con il cosiddetto decreto Rilancio, stanno consentendo di provvedere all’installazione di tutti i presidi di sicurezza necessari secondo le indicazioni dell’autorità sanitaria, perché garantire un servizio significa assicurare che non comporti rischi per la salute dei cittadini e degli addetti ai lavori”.
Durante il question time il guardasigilli ha risposto anche a domande sulla riforma del Csm. “Dovrà prevedere un nuovo sistema elettorale per eliminare le degenerazioni del correntismo; meccanismi per garantire, in un’ottica di eliminazione del carrierismo, che solo il merito sia al centro dei criteri con cui si procede nelle nomine e nell’avanzamento di carriera; una separazione tra politica e magistratura, con previsione di regole che chiudano definitivamente le ‘porte girevoli‘; rigide previsioni, che, più in generale, demarchino in maniera netta la linea tra lo svolgimento delle funzioni proprie del magistrato rispetto a tutti gli incarichi che lo stesso potesse essere chiamato a svolgere fuori dal ruolo della magistratura”, ha spiegato Bonafede. “Tra l’altro – ha aggiunto – sebbene già sussistano rigidi meccanismi di separazione funzionale tra magistratura giudicante e magistratura requirente, nell’attuale bozza di riforma viene prevista una riduzione del numero dei transiti da una funzione all’altra”.
Secondo il ministro la riforma del sistema elettorale di Palazzo dei Marescialli garantirà inoltre la parità di genere. “La professionalità delle donne in magistratura va valorizzata. E la cosiddetta riforma del Csm attualmente in cantiere, improntata alla valorizzazione assoluta della preparazione e della competenza dei candidati che aspirano ad incarichi apicali, deve chiaramente garantire parità di accesso nei ruoli in questione, così come all’interno del Consiglio stesso”, ha sostenuto l’inquilino del dicastero che ha sede in via Arenula. “Un’ipotesi al vaglio – ha spiegato – tende a mutuare il sistema dettato dalla legge per l’elezione dei membri del Parlamento europeo in base al quale si possono esprimere fino a tre preferenze. Nella scelta della pluralità di preferenze espresse, queste devono riguardare candidati di sesso diverso. Sono spunti che confido troveranno concretezza nei prossimi sviluppi del progetto di riforma, da elaborare assieme a tutte le forze politiche”.