Un crollo senza precedenti della produzione industriale: -19,1% rispetto a marzo, -42,5% su base annua. E’ la rilevazione dell’Istat su aprile, mese di pieno lockdown. In picchiata tutti i settori di attività economica ma in particolare l’auto che ha perso il 100% di produzione e le industrie tessili, dell’abbigliamento e di pelli e accessori (-80,5%). I cali minori, invece, si osservano come era immaginabile nella produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-6,7%) e nelle industrie alimentari, bevande e tabacco (-8,1%).
Commentando il dato l’Istat ricorda come su base congiunturale, al netto della stagionalità, la flessione è “meno ampia di quella di marzo (-28,4%); l’unico comparto in leggera crescita è quello farmaceutico (+2%), mentre rimane sostanzialmente stabile quello alimentare (-0,1%)”.
L’istituto di statistica ha anche aggiornato i conti economici trimestrali. Il dato più rilevante è il crollo delle ore lavorate: nel primo trimestre hanno registrato una diminuzione del 7,5% pur in un contesto di sostanziale stabilità delle posizioni lavorative (-0,2% rispetto al trimestre precedente). Il crollo corrisponde a una perdita di 1 milione 659mila unità di lavoro ‘full time equivalent‘, ovvero unità standard che ricompattano le ore lavorate in posizioni a tempo pieno. “Questo risultato – si spiega – è dovuto a un calo del 2,4% dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, dell’8,9% dell’industria in senso stretto e del 9,9% delle costruzioni, mentre i servizi registrano una riduzione del 7,3%”.