La rubrica del giovedì con il bestiario di ciò che accade nelle serie minori del pallone italiano. Le perle nei comunicati della giustizia sportiva regionale, quelle dei calciatori in campo e dei giornalisti in tribuna stampa
In archivio tutti i campionati dilettantistici, com’era nell’aria, ad oggi le mazzate per promozioni e retrocessioni invece che tra la polvere, sotto il sole, se le danno gli avvocati nei tribunali. E a Domeniche Bestiali non interessa: l’unico giudice amato da questa rubrica è quello sportivo, coi suoi preziosi comunicati ma…. Ebbene sì, c’è un “ma”: abbiamo scoperto che oltre a squalifiche e referti, pure protocolli e ordinanze hanno i loro effetti comici, da quella notissima del presidente della Regione Abruzzo e dalle reazioni che si è portata dietro, al protocollo attuativo per la ripresa in sicurezza delle attività di base del calcio giovanile e dilettantistico. E dopo un’analisi delle nuove direttive vogliamo congedarci con una storia che arriva da Oltralpe, quando prima del Covid il contatto era il sale del calcio dilettantistico.
MANI PULITE
E’ un bel leggere il protocollo per la ripresa in sicurezza delle attività sportive nel calcio dilettantistico e nelle giovanili: si suggerisce agli atleti di lavare spesso le mani “durante le attività sportive” e di “portare con se il disinfettante per le mani e le salviettine disinfettanti”: stante l’assenza di tasche dai pantaloncini dei calciatori sarà curioso osservare l’applicazione di queste norme: flaconi nei calzettoni? Appesi con il taping al torace (a meno di adipe tipico delle ultime categorie)? Nelle mutande per fare volume? In più sono ovviamente vietatissimi i contatti stretti: tra cui abbracci e strette di mano (e purtroppo mazzate), ma anche attività che favoriscano il “droplets”. Neqrouz, per intenderci, sarebbe un fuorilegge assoluto, ma pure Robbie Fowler, Cristiano Lucarelli e i suoi rapporti con la maglia amaranto, Maradona e Caniggia e così via. Vietatissimo per i portieri “sputarsi nei guanti per aumentare la presa”, poiché il protocollo specifica in maniera preziosa che “il gioco del calcio comporta la necessità di toccare la palla con i piedi, con la testa e con le mani”.
NO MARCATURA A UOMO, PANICO TRA I DIFENSORI
Non si fanno attendere le reazioni all’ordinanza di Marco Marsilio, governatore della Regione Abruzzo, che vieta la marcatura a uomo, i contrasti e le scivolate. Se si aspettava di prendere così i voti di tutti i “guardiolisti” abruzzesi, Marsilio deve anche valutare l’emorragia di consensi tra i puristi della trattenuta, tra i tatuatori di tacchetti, tra i cultori della minaccia con annessa gomitata. Sui social insorgono i ragazzi di “Calcio, Nebbia e Tavernello” che parlano di “rivolta tra i difensori a fine carriera e con precedenti penali”. E sono sconvolti gli amici di “Abruzzo Calcio Ignorante”, toccati nel profondo: “Speravamo fosse uno scherzo ma purtroppo non è così. L’uomo va marcato, così come si “marca” la fornacella a Pasquetta e Ferragosto”.
IL GIUSTO COMMIATO
E in attesa di osservare partite con sola difesa a zona e con i difensori che esercitano moral suasion stile assistenti civici deluchiani, a base di esercizi spirituali e inviti a pentirsi agli attaccanti avversari, ricordiamo il gioco del calcio con la squalifica record di un difensore francese del Soetrich, squadra dilettantistica del Nord Est, che dopo una partita contro il Terville è stato squalificato per 5 anni. Perché? Ha ben pensato di mordere un avversario esattamente sui genitali, costringendolo a farsi ricucire con 12 punti. Insomma, altro che droplets.