Statisti, esploratori e anche reali. Tutti accomunati dalle accuse che vengono loro rivolte: di essere dei razzisti, schiavisti o colonizzatori. Dopo l’abbattimento della statua di Edward Colston, mercante-filantropo di Bristol arricchitosi nel ‘600 anche con il commercio degli schiavi, al culmine di una delle manifestazioni antirazziste del movimento Black Lives Matter nel Regno Unito, continuano a cadere o a essere imbrattate le effigi di personaggi storici in tutto il mondo.
Una di quelle maggiormente prese di mira, in alcune città americane, è quella di Cristoforo Colombo. Dopo Boston e Richmond, è toccato al monumento eretto a Saint Paul, in Minnesota, essere abbattuto dai manifestanti. Lo si vede in un video di una televisione locale in cui le perone scese in strada hanno tirato a terra la statua con delle corde, esattamente come successo nella città inglese pochi giorni prima.
E a Miami sette persone sono state arrestate con l’accusa di aver vandalizzato una statua di Colombo e Juan Ponce de Leon, secondo quanto riferito dalla la polizia cittadina spiegando che gli arresti sono avvenuti mercoledì dopo un momento di tensione tra i dimostranti antirazzisti e le forze dell’ordine. Sempre a Miami i dimostranti hanno usato vernice colorata sulle statue dei due esploratori nel Bayfront Park, per scrivere ‘George Floyd’e ‘BLM’, l’acronimo del movimento Black Lives Matter. C’è “zero tolleranza per chi si nasconde dietro i dimostranti pacifici per incitare rivolte, danneggiare proprietà, colpire persone comuni o ufficiali”, ha dichiarato la polizia.
Nel corso delle proteste alcuni manifestanti avevano bloccato le auto della polizia, secondo i media, mentre un video del Miami Herald ha mostrato gli agenti uscire dai veicoli e immobilizzare un dimostrante a terra, mentre altri spingono via la folla. “Siamo stati pacifici per tutta la settimana e ora voi venite qui e mettete fine alla pace”, dice un dimostrante agli agenti. Un altro ha raccontato ai media che la polizia è “arrivata dal nulla e ha iniziato a picchiare i partecipanti“. La manifestazione, ha riferito l’Herald, era stata organizzata per ricordare un 18enne, Israel Reefa Hernandez, morto dopo che la polizia nel 2013 aveva usato contro di lui una ‘stun gun’, un taser.
Già nei giorni scorsi gli attivisti avevano minacciato di abbattere la statua del navigatore italiano, considerato responsabile con la scoperta dell’America dell’avere avviato la colonizzazione europea del continente con il conseguente genocidio delle popolazioni native. Il governatore Tim Walz era anche intervenuto dicendo che non si devono tacciare di “political correctness” le critiche delle minoranze verso la statua: “Sono delle sofferenze storiche che portano a quello che abbiamo visto con George Floyd, quando la rabbia viene fuori”, ha detto il democratico.
Sempre in Virginia e sempre a Richmond le proteste anti razziste hanno preso di mira un altro monumento confederato: una folla di manifestanti ha rimosso nella notte la statua di Jefferson Davis, un democratico del Mississippi che è stato il primo e unico presidente degli Stati Confederati d’America dal 1861 al 1865.
Ma episodi simili si sono registrati anche in Italia. A Torino è stata imbrattata la statua di Vittorio Emanuele II, azione rivendicata su Facebook dal Kollettivo Studenti Autorganizzati Torino (Ksa) che mostrando la foto del monumento sfregiato scrivono: “Torino come Bristol. Quando la giunta comunale di Torino si indigna per una sbombolettata nera sulla statua di un colonialista di m… noi rispondiamo che questa statua non è il nostro patrimonio culturale“.
E proprio a Bristol è stata intanto ripescata dalle acque del porto cittadino, dove era stata gettata dopo l’abbattimento, la statua di Colston. Il recupero, riferisce la Bbc, è stato disposto dalle autorità comunali ufficialmente per questioni di sicurezza della navigazione. Non è ancora chiaro, però, dove verrà portata adesso, ma è escluso che per il momento torni al suo posto. Il sindaco di Bristol, Marvin Rees, laburista e nero, pur senza giustificarne l’abbattimento illegale aveva fatto sapere nei giorni scorsi di non sentire la mancanza di quel monumento sul piedistallo.
Intanto a Poole, nel Dorset inglese, è stata spostata per precauzione una statua dedicata a Robert Baden-Powell, fondatore del movimento degli scout e inserito nel mirino degli attivisti per le rivelazioni biografiche su sue presunte idee razziste e simpatie per Adolf Hitler. “La storia non va nascosta, dobbiamo confrontarci con il nostro passato per imparare da esso”, ha commentato alla Bbc la professoressa Louise Richardson, rettore dell’università di Oxford, in riferimento a un altro appello per l’abbattimento di un monumento dedicato dallo stesso ateneo a Cecil Rhodes, benefattore dell’illustre università e protagonista dell’imperialismo vittoriano nell’Africa del Sud giudicato da molti un precursore dell’apartheid. Ma i nomi celebri finiti nel mirino dei manifestanti britannici sono anche altri, come Oliver Cromwell, che portò avanti una dura persecuzione degli irlandesi, o come William Gladstone, celebre primo ministro liberale coinvolto a sua volta nel traffico degli schiavi.