Il Nucleo di polizia economico-finanziaria di Prato ha dato esecuzione a un’ordinanza che dispone la custodia cautelare in carcere di un imprenditore cinese titolare di una ditta di confezioni. L’uomo, titolare di una ditta dove era formalmente inquadrato come dipendente, è accusato di gravi reati connessi allo sfruttamento del lavoro ai danni di 23 suoi connazionali, operai impiegati a “nero”, 15 dei quali anche in stato di clandestinità. Moltissime le irregolarità rilevate: turni di lavoro, in media, di 13-16 ore giornaliere in condizioni degradanti e di pericolo, in spazi ridotti per la presenza di numerosi macchinari, con vie di fuga ostacolate dal deposito di materiale lavorato. Inoltre, tramite due nuove ditte nel frattempo subentrate alla precedente, gestite con le medesime modalità e anch’esse intestate a prestanome, aveva riconvertito la propria attività manifatturiera verso la produzione di mascherine.