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Trump, ordine esecutivo contro la Corte penale internazionale. “Attacca i diritti del popolo americano”

Il presidente vieta l’ingresso negli Stati Uniti ai componenti della Corte dell'Aja direttamente coinvolti nelle indagini su soldati e ufficiali dei servizi americani per presunti crimini di guerra in Afghanistan

Un ordine esecutivo per autorizzare sanzioni economiche e restrizioni di viaggio contro membri della Corte penale internazionale (Cpi) direttamente coinvolti nell’indagine su soldati e ufficiali dell’intelligence statunitensi, per presunti crimini di guerra in Afghanistan. Donald Trump sferra un altro attacco alle organizzazioni, ai trattati e agli accordi internazionali che non sono in linea con le sue politiche e questa volta punta il dito contro la Corte dell’Aja. “Le sue azioni – ha detto la portavoce della Casa Bianca Kayleigh McEnany – sono un attacco ai diritti del popolo americano e minacciano di violare la nostra sovranità nazionale. La Corte – ha aggiunto – è stata creata per rendere responsabili per crimini di guerra, ma in pratica è stata usata per una irresponsabile e inefficace burocrazia internazionale che prende di mira e minaccia il personale statunitense così come il personale dei nostri alleati e partner”, ha aggiunto. L’ordine esecutivo, autorizzato dal Segretario di Stato in consultazione con il Tesoro, blocca gli asset economici nella giurisdizione Usa e autorizza a impedire l’ingresso negli Stati Uniti.

L’invio delle truppe a Berlino per l’esercitazione Nato – E nelle ultime ore al centro del dibattito politico Usa c’è la possibile riduzione del contingente americano in Germania, anche se gli Stati Uniti hanno confermato che nelle prossime settimane invieranno a Berlino 600 soldati per riprendere le esercitazioni Nato interrotte per il Covid-19. I soldati americani andranno ad unirsi agli altri 400, già nel paese, per iniziare le manovre militari dal 10 luglio nella zona di Bergen-Munenster, in Bassa Sassonia, nell’ambito dell’esercitazione “Defender Europe 2020“, a cui prenderanno parte in tutto 37mila soldati, tra cui 18 paesi della Nato e circa. Le manovre si svolgeranno in Germania, Polonia e Paesi Baltici.

Il dibattito sul ritiro del contingente – La ripresa delle esercitazioni avviene in un momento in cui infuria il dibattito su una possibile riduzione del contingente americano in Germania. Ieri la portavoce della cancelliera ha reso noto che Berlino ne è stata informata ma non si hanno notizie di una decisione presa. In serata l’ambasciatore americano uscente Richard Grenell, ha ricordato che “nessuno dovrebbe stupirsi se Trump riporta le truppe a casa”. “Trump ha detto di voler riportare a casa le truppe dalla Siria, dall’Afghanistan, dall’Iraq, dalla Corea del Sud e sì anche dalla Germania“, dove “rimarranno comunque 25.000 soldati e non è poco”, ha proseguito Grenell parlando alla Bild. Il diplomatico ha quindi implicitamente negato l’ipotesi del tabloid per cui il ritiro delle truppe statunitensi dalla Germania sarebbe una sorta di contromossa polemica alla decisione della cancelliera Angela Merkel di non partecipare al G7 in Usa.

“Gli americani hanno pregato gli europei di pagare di più dal 2016″ per l’Alleanza atlantica, ricorda Grenell. Fin dallo scorso settembre c’è stato un dibattito nei media tedeschi sul fatto che gli americani avevano annunciato la loro decisione di ritirarsi, afferma il diplomatico Usa. Lo stesso “Trump nel vertice Nato di Londra in dicembre aveva ribadito di voler ritirare le truppe”, ha continuato Grenell. Dunque non deve essere considerata una sorpresa o una rappresaglia diplomatica. Già il 5 giugno fonti dell’amministrazione Usa avevano confermato una riduzione di 9.500 dell’attuale contingente americano in Germania, circa 34.500 uomini.