Burocrazia contro scienza? Per ora vince la burocrazia. “Un virus ben peggiore del Covid”, afferma a ilfattoquotidiano.it lo scienziato Cesare Galli. Che, con la moglie e collega Giovanna Lazzari, è il titolare del Laboratorio di tecnologie avanzate di riproduzione animale e di ricerca in campo biotecnologico Avantea, alle porte di Cremona. Per intenderci, è il padre del primo toro clonato (Galileo, 1999), della prima cavalla ‘fotocopia’ (Prometea, 2003) e fa parte del team di esperti impegnati nel clonare gli embrioni per salvare dall’estinzione il rinoceronte bianco del Nord.
Lo scienziato nato a Como ma cremonese d’adozione, in materia è una istituzione. Tuttavia, contro il virus dei lacci e dei lacciuoli burocratici c’è ben poco da fare: “Sto aspettando da due anni la variazione della destinazione d’uso di un terreno, di mia proprietà, da agricolo ad area per servizi, per procedere ad ampliare lo spazio del laboratorio”. Ma tra conferenze, pareri, commissioni e consigli comunali l’iter burocratico si sta allungando sempre di più. La conseguenza è che Galli ha dovuto spedire in Belgio i maiali, prodotti in laboratorio, affinché potessero essere allevati e immunizzati per la produzione di siero Covid immune. “Ne abbiamo prodotti una quarantina in tre anni – racconta -. Ho provato a tenerli in Italia ma non ci sono riuscito, dovendo aspettare tutte le autorizzazioni del caso. Vi ho quindi rinunciato”.
“Si tratta di un’area di 30mila metri quadrati e la variazione d’uso è impattante prevedendo un consumo di suolo, quindi è soggetta ad un iter ben preciso che richiede pure la Valutazione ambientale strategica (Vas) e la condivisione di più soggetti, non solo istituzioni ma anche associazioni e cittadini che possono sollevare osservazioni o suggerimenti”, dice a ilfattoquotidiano.it l’assessore a Territorio e Lavori Pubblici di Cremona, Andrea Virgilio. Siamo alla fine del 2018 quando venne formulata, da parte di Galli, la prima istanza di ampliamento al Comune di Cremona per il cambio d’uso dell’area. La Vas è stata presentata a marzo 2019, poi è stato siglato un protocollo d’intesa Provincia-Regione per dare avvio alla variante all’inizio di quest’anno. Ma il Covid ha rallentato il procedimento. Ora si attende a metà giugno il pronunciamento del consiglio comunale di Cremona, successivamente la palla può passare in Regione per tornare in consiglio per l’approvazione definitiva, prevista verosimilmente a settembre.
La Provincia, per quanto di sua competenza, fa sapere l’ufficio stampa, ha convocato la conferenza dei Comuni interessati necessaria per la variazione, similmente a quando fa il Comune, della pianificazione territoriale provinciale. E così, dopo l’estate, saranno trascorsi due anni dalla prima richiesta di ampliamento da parte di Galli. Nel frattempo, ad Avantea la ricerca è proseguita. Il modello animale studiato è il suino, specie che per le sue caratteristiche fisiologiche è la più vicina all’uomo dopo i primati. Una attività che combina ingegneria genetica e tecniche della clonazione somatica e che si sostanzia di tre fasi: produzione, allevamento e immunizzazione. Quindi la produzione del siero: “Molto alta, dopo i test, sembra essere la risposta anticorpale”, spiega Galli. In ogni caso, l’utilità sarà a livello di cura, non di prevenzione. Ma fra carte da compilare e permessi da richiedere i maiali, per crescere, finiscono all’estero. Alla fine il paradosso di queste lungaggini burocratiche è che rispetto al progetto sul laboratorio Avantea erano fin da subito tutti d’accordo.
Foto di archivio