Anche in caso di positivi all’interno delle squadre di Serie A, lo show deve andare avanti. Il comitato tecnico scientifico del governo ha accolto la richiesta della Federcalcio e deciso che non sarà necessaria la quarantena di due settimane per tutta la squadra anche nel caso in cui un membro dello staff o della rosa risulti positivo al coronavirus. Una scelta che ricalca quella già presa dalla Bundesliga e che accontenta soprattutto club, Federazione e tv che, così, avranno maggiori garanzie sul fatto che il campionato, in partenza il 20 giugno, potrà concludersi entro il 3 agosto.

Per limitare la diffusione tra compagni di squadra e avversari, la mattina prima della partita successiva al caso di positività tutti, tra giocatori, tecnici e staff, si sottoporranno al tampone rapido prima di entrare in campo o negli spogliatoi. Questi test dovranno essere eseguiti almeno 4 ore prima del fischio d’inizio, così da permettere una diagnosi pre-partita e l’esclusione di un soggetto in caso di risultato positivo.

Esultano presidenti e Federazione, preoccupati dall’ipotesi di un nuovo stop ai match in che avrebbero prima di tutto messo a rischio la conclusione del campionato ‘sul campo’, evitando così di ricorrere alla ‘linea Gravina’ che, con la Serie A contraria, in caso di stop con gare utili avrebbe definito la classifica finale con il ricorso a play-off e play-out. Con un blocco definitivo ai match, invece, le posizioni finali di classifica sarebbero state decise con l’algoritmo.

In questo modo, salvo un riacutizzarsi improvviso e incontrollato della pandemia o un alto numero di positivi concentrati all’interno di alcune rose, il torneo dovrebbe chiudersi il 3 agosto, con le squadre che si giocheranno sull’erba le sfide Scudetto, le qualificazioni europee, le promozioni e le retrocessioni.

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