Attentati incendiari contro le macchine del servizio di car-sharing Enjoy, contro la multinazionale Eni e un ordigno rudimentale contro una caserma dei carabinieri: dietro, sempre la stessa mano, una cellula eversiva anarco-insurrezionalista scoperchiata oggi dai carabinieri del Ros a Roma. Sette le persone arrestate (tra cui anche due donne), tra i 30 e i 40 anni, che facevano base in un centro sociale occupato della Capitale. Le accuse sono associazione con finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico, atto di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi e altri reati. Lo scopo del gruppo era “riorganizzare il movimento anarchico” superando le divisioni locali per “colpire l’organizzazione democratica dello Stato” e intrecciando rapporti anche con gruppi stranieri, specialmente quelli attivi in Grecia.
Le indagini dell’operazione ‘Bialystok’ erano partite dopo dopo l’attentato esplosivo alla Stazione dei carabinieri San Giovanni nel 2017. Quel giorno un ordigno artigianale – un chilo e mezzo di esplosivo nascosto in un termos di metallo – era stato fatto esplodere davanti all’ingresso della caserma provocando diversi danni e rischiando di colpire a morte un passante. Un elemento, questo, che secondo gli inquirenti confermava l’estrema pericolosità della cellula, che accettava il rischio di provocare vittime collaterali. L’attentato era stato rivendicato dalla sigla terroristica “Federazione Anarchica Informale-Fronte Rivoluzionario Internazionale”. Uno dei fermati nell’operazione di oggi avrebbe preso parte direttamente all’attacco.
Tra le azioni di disturbo compiute ci sono anche attentati contro le auto ‘Eni-Enjoy’: uno degli arrestati, Daniele Cortelli, 35enne romano, è ritenuto responsabile del triplice attentato incendiario avvenuto nel febbraio 2019 contro le macchine del servizio di car-sharing, rivendicato poi sul web in “solidarietà a tutti gli anarchici detenuti” e contro la multinazionale Eni, accusata di devastazione ambientale (”Eni uccide e inquina in Italia e all’estero”). Altri attentati sono stati compiuti, sempre a Roma, ai danni delle macchine di Enjoy: il 1 dicembre 2017, in viale Jonio, quattro vetture sono state date alle fiamme con della diavolina sui pneumatici. Lo scorso febbraio, altre due macchine bruciate tra via Casilina e il Pigneto, poi altre tre a marzo, nel quartiere di Prati Fiscali.
Tra le sette persone arrestate, oltre Daniele Cortelli, c’è Claudio Zaccone, 33enne messinese, Roberto Cropo, 34enne torinese, Flavia Di Giannantonio, 39enne romana, Nico Aurigemma, 30enne romano, Francesca Cerrone, 31enne trentina: come base operativa avevano scelto il centro sociale ‘Bencivenga Occupato’. Due di loro si trovavano all’estero: la Cerrone è stata arrestata vicino ad Almerìa, in Spagna, mentre Cropo a Saint Etienne, in Francia. Secondo gli investigatori, si tratta di un nuovo gruppo d’azione, il cui programma era stato definito in un documento clandestino dal titolo “Dire e sedire”, destinato solamente agli affiliati all’ideologia, con cui portare avanti una “conflittualità viva e accesa“. Il gruppo puntava a “riorganizzare il movimento anarchico superando “ogni localismo”, per intraprendere attivamente una nuova fase dell’insurrezionalismo, con il fine ultimo di “colpire l’organizzazione democratica e costituzionalmente organizzata dello Stato“.
Gli arrestati erano determinati a sostenere, con atti di terrorismo, gli imputati nel processo ‘Panico’, concluso a Firenze nel 2019 con pesanti condanne nei confronti degli imputati, accusati, tra l’altro, dell’attentato alla libreria ‘Il Bargello’ (area CasaPound Italia) di Firenze, compiuto il 1° gennaio 2017. Grande solidarietà era rivolta al detenuto Pierloreto Falanca, oggi agli arresti domiciliari. Ma la cellula aveva intrecciato contatti anche fuori dai confini dell’Italia con gruppi analoghi operanti in Cile, Germania e soprattutto in Grecia, Paese in cui è molto attiva la ‘Cospirazione delle Cellule di Fuoco‘, gruppo terroristico aderente al cartello Fai-Fri. La cellula romana è dedicata alla memoria del militante argentino “Santiago Maldonado”, morto nell’agosto 2017 a seguito di una manifestazione a difesa del popolo mapuche, tematica di lotta degli anarchici cileni. Nella loro strategia, si rifacevano ai dettami strategici di Alfredo Cospito, ideologo della Fai, attualmente detenuto presso il carcere di Ferrara.