Da un lato l’omaggio all’Italia che all’inizio della pandemia ha “indicato la via” agli altri Paesi e il cui “dramma“, come ha ricordato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, “ha reso consapevole il resto dell’Europa spingendolo ad adottare più rapidamente misure drastiche”. Dall’altro un avvertimento: il Recovery fund – su cui devono ancora iniziare negoziati che si preannunciano difficilissimi – è una grande occasione di ripresa ma richiede altrettanto impegno. L’Italia, è la richiesta unanime arrivata dai vertici delle istituzioni europee collegati per il primo giro di incontri degli Stati generali dell’economia a villa Doria Pamphilj, deve cogliere l’occasione per fare le riforme strutturali di cui ha bisogno da decenni.
Un messaggio al quale Giuseppe Conte, al termine della giornata, ha risposto dando garanzie sul piano di rilancio mirato a traghettare l’Italia verso un “nuovo Rinascimento”. Tre le linee strategiche ricalcate sugli assi portanti del piano Colao appena consegnato al governo: modernizzazione del Paese, transizione ecologica, inclusione sociale, territoriale e di genere. “Non vogliamo sprecare neanche un euro per il rilancio del Paese”, ha dichiarato alla stampa, “non ci accontenteremo di ripristinare una normalità, non vogliamo ripristinare lo status quo ma migliorare il Paese”. I grandi assenti del summit a porte chiuse rimangono però le opposizioni, alle quali il premier ha voluto rivolgersi al termine della giornata: “Lancio un appello a loro perché diano una mano”. E in particolare, è stata la proposta di Conte, i partiti (come Lega e Fratelli d’Italia) che hanno rapporto i Paesi di Visegrad che ancora contestano gli aiuti Ue, “possono dare una mano a convincerli”.
Dagli Stati generali dell’economia uscirà il piano che sarà la base per avere accesso ai fondi europei per la ripresa. Anche se sullo sfondo c’è il timore che la “dieci giorni” si riveli poco più di una passerella senza risultati tangibili, come sostengono le opposizioni che hanno declinato l’invito. Ma anche il Pd ha chiesto al premier una “svolta di concretezza“, ora alla prova dei fatti. E lo stesso il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco , oltre ad aver ribadito che “I fondi europei non potranno mai essere gratuiti“, ha anche auspicato che “queste consultazioni nazionali possano concludersi con degli atti concreti che ci consentano di compiere quei passi avanti di cui il Paese ha più che mai bisogno”. Accorgimento per evitare ulteriori polemiche: niente pranzi o cene di gala e tanto meno buffet, visto il periodo. Solo acqua minerale, caffè e qualche stuzzichino. Il premier Conte ha anche chiuso gli incontri ai giornalisti, motivando la decisione con la volontà di “evitare l’effetto passerella”.
Una
La conferenza stampa finale di Conte-Gualteri-Pisano – Al termine della prima giornata di lavori, il premier ha incontrato i giornalisti insieme al ministro dell’Economia e alla collega dell’Innovazione: “Abbiamo scelto questa villa”, ha detto Conte tra le prime cose, “perché è una sede istituzionale, ma anche perché vogliamo richiamare l’attenzione del mondo su quello che è un patrimonio inestimabile del Paese, la bellezza“. Quindi, sulle priorità che dovranno guidare il lavoro dell’esecutivo ha specificato: “Non ci accontenteremo di ripristinare la normalità, vogliamo, migliorare le nostre performance, coniugandola con lo sviluppo sostenibile”. E, ha osservato Gualtieri, “il perno di questo piano saranno gli investimenti, vogliamo portarli a un livello al di sopra della grande crisi, diventare tra i Paesi che investono di più in scuola ricerca formazione e innovazione”. Tra le problematiche riconosciuto dal premier, c’è sicuramente il fatto che la strada per ottenere il Recovery fund è ancora lunga: “Non credo che il consiglio del 19 sarà risolutivo, ma faremo in modo che sia importante”, ha detto.
Tra gli obiettivi poi che l’Italia deve assolutamente realizzare in fretta, Conte ha citato: la riforma fiscale. “Abbiamo un fisco non equo e inefficiente e potremo, per una riforma del genere, utilizzare anche risorse Ue”. Poi, ha riconosciuto perplessità sulle proposte del piano Colao in merito alla voluntary disclosure: “Il contrasto all’evasione fiscale è un’assoluta priorità. Noi dobbiamo recuperare quei miliardi che vengono sottratti a tutta la comunità. La voluntary disclosure è un progetto particolare che andremo a discutere insieme anche ad altri elementi. E’ chiaro che questo tipo di disclosure pone dei problemi sui possibili reati che ci sono dietro” un’azione di evasione. Su questo ha risposto anche il ministro Gualtieri, garantendo che l’Italia “vuole diventare leader nei pagamenti digitali”. Proprio la digitalizzazione è un’altra delle urgenze che deve affrontare l’Italia. Sul tavolo il tema “dell’infrastruttura tecnologica e la connettività, la banda ultralarga: la tecnologia non deve essere esclusiva, ma inclusiva e arrivare in ogni parte del Paese”, ha detto Pisano. “La pubblica amministrazione può diventare motore di crescita dell’innovazione, spingendo la domanda di servizi digitali in cloud per fare crescere l’offerta”.
Il documento finale sarà la base per il Piano nazionale di riforma – Il documento finale che Palazzo Chigi punta ad approvare dovrebbe coincidere con il Piano nazionale di riforme (Pnr) che il ministro Roberto Gualtieri invierà a Bruxelles e che sarà la base su cui la Ue deciderà quante risorse concedere all’Italia nell’ambito del Recovery fund, peraltro ancora da approvare (il 19 giugno è in agenda un Consiglio europeo che non sarà risolutivo). Il commissario Gentiloni ha spiegato che la Commissione valuterà i piani di riforma nazionali per allocare i fondi esaminando se sono in linea con “le sfide individuate nel semestre europeo”, “se contribuiscono a rafforzare crescita, resilienza e coesione” e se vanno nella direzione della “transizione verde e digitale”
Sassoli: “Fare in fretta, riforme e sostegno diretto alle persone” – Nella prima parte della giornata, sono intervenuti in collegamento tutti i vertici delle istituzioni Ue: il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, il commissario all’Economia Paolo Gentiloni, la presidente della Bce Christine Lagarde e il numero uno del Consiglio europeo Michel.
“Bisogna fare in fretta“, ha detto Sassoli rivolto a Conte, perché “tutti gli indicatori ci riferiscono che la crisi colpirà duramente. Servono riforme strutturali e interventi di sostegno diretto alle persone. Semplificare, garantire efficienza nel pubblico e nel privato, agire con tempestività”. E “la prima sfida da affrontare è quella dell’adeguatezza dei nostri sistemi sanitari“, per i quali “l’Unione europea ha messo a disposizione una linea di finanziamento del Mes” anche se “non voglio entrare nel dibattito interno relativo alle scelte del governo“. In più bisognerà concentrarsi anche sui “giovani“, sulle “donne” e su un “modello di sviluppo nuovo, basato sulla Green economy, la sostenibilità, e la transizione digitale”. Non solo: “l’Italia deve riflettere di più su una strategia di lotta all’evasione che ogni anno sottrae ai cittadini, secondo l’Istat, circa 100 miliardi. Si tratta non solo di un fenomeno anti-sociale, ma anche di un ostacolo alla credibilità internazionale del nostro paese”.
Von der Leyen: “Next generation Eu chance di ripresa, sta a voi farlo succedere” – “Grazie Italia. L’Europa s’è desta”, ha esordito invece la Von der Leyen, pronunciando queste parole in italiano per ringraziare la Penisola “colpita prima di chiunque altro in Europa” e il governo che ha preso “misure coraggiose, chiedendo alle gente di stare a casa per lunghe settimane e mesi, indicando la strada ad altri Stati membri”. Poi, guardando al futuro, ha parlato del programma Next Generation Eu che “può affrontare le sfide che da tempo pesano sull’economia italiana e spianerà la strada ad una ripresa economica duratura”. Ma “ora sta a voi farlo succedere“. “E’ un’alleanza tra generazioni, un’opportunità unica per l’Italia”, ha continuato. L’Italia “ha sempre sorpreso il mondo, vi siete risollevati dalle crisi più profonde, avete preservato la nostra identità e le vostre tradizioni, mentre innovavate e vi reinventavate”. Ora però “è il momento per sviluppare ed attuare un efficace piano di rilancio”. Occorre “ridurre la burocrazia, rendere più efficiente il settore pubblico, assicurare che i lavori pubblici siano al riparo dal crimine organizzato“. Inoltre “il mercato del lavoro presenta delle sfide, l’occupazione femminile e giovanile è troppo bassa”. E, ancora, la presidente della Commissione europea sottolinea la necessità di “una sostanziale riforma del fisco e di un più efficace sistema della giustizia“.
Gentiloni: “Recovery fund è un impegno, non un tesoretto” – “So che il governo italiano è pienamente consapevole che non si tratta di spese facili, tesoretti o libri dei sogni ma di un impegno che ci metterà alla prova”, ha commentato il commissario Gentiloni. “Ora dobbiamo dirci che queste ingenti risorse metteranno alla prova tanto la Commissione che il sottoscritto nelle sue responsabilità, quanto i singoli Paesi e governi. Per l’Italia si tratta di un’occasione irripetibile per riforme che eliminano le strozzature che hanno limitato la crescita e per investimenti per rendere l’Italia più competitiva. Si tratta di risorse senza precedenti”. Positivo il fatto che ora “ci sono tutte le condizioni per sostenere la causa comune. L’Ue ha come superato una linea d’ombra. Superando divisioni di decenni in poche settimane”. E “la storia delle condizionalità imposte dall’alto per salvare i singoli Paesi è una storia finita, è alle nostre spalle. Parliamo di risorse comuni a 27, alle quali si accede volontariamente sulla base di piani elaborati dai governi nazionali”.
Lagarde: “Perché il Recovery fund abbia successo servono riforme strutturali” – “Il recovery fund raggiungerà il suo pieno potenziale solo se sarà saldamente inserito in riforme strutturali concepite e attuate a livello nazionale”, ha sottolineato dal canto suo la numero uno dell’Eurotower Christine Lagarde. “Le raccomandazioni specifiche per l’Italia” stilate dalla Commissione Ue identificano per esempio “gli investimenti in infrastrutture digitali per l’istruzione e la formazione, la promozione della produzione di energia rinnovabile, lo sviluppo di modelli di e-business e la modernizzazione della pubblica amministrazione. Queste riforme sono indispensabili per capitalizzare questo momento”. Inoltre “la mobilitazione degli investimenti richiede soprattutto un quadro economico favorevole alle imprese, con servizi pubblici e privati efficienti e flessibili, adeguate infrastrutture fisiche e digitali, un sistema giudiziario ben funzionante e un settore finanziario forte”. Se saranno prese delle decisioni in questa direzione, spiega Lagarde, “questa crisi può generare un periodo di trasformazione positivo” verso “una crescita più inclusiva, più verde e più digitale”. Per il presidente dell’Eurotower “una rinnovata attenzione all’economia digitale, ad esempio, può aiutare a spezzare il circuito di feedback negativo che vediamo in Europa tra mercati frammentati, bassi livelli di economie di scala e investimenti bassi nel digitale,”.
Michel: “Negoziati difficili, ci sono divergenze significative” – “Vorrei mettere tutti in guardia dal sottovalutare la difficoltà dei negoziati che stanno per iniziare”, ha avvertito il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel dopo aver riconosciuto che “sono state le autorità italiane a indicare la via da seguire ed i cittadini italiani a dare l’esempio” anche se all’inizio della pandemia l’Italia è stata guardata “con distacco“. Sul Recovery fund, ha ricordato, “c’è ancora strada da fare. Come sapete, su vari punti chiave del progetto esistono divergenze significative: sulla dotazione globale, sulla ripartizione tra prestiti e sovvenzioni, sui criteri di distribuzione delle risorse finanziarie, sulle condizioni di assegnazione dei fondi… Ora più che mai, questi negoziati sono irti di difficoltà, poiché costringono tutti gli Stati membri a riconsiderare determinati principi cui sono fedeli da così lungo tempo. Non tutti condividono la stessa interpretazione di cosa sia nel concreto la solidarietà. Così come non tutti sono istintivamente d’accordo sulle implicazioni pratiche che derivano necessariamente dal principio di responsabilità. Potremo riuscire solo se sia gli uni che gli altri faranno lo sforzo di mettersi nei panni dei rispettivi interlocutori”.
Gli altri interlocutori: Visco presente di persona. Poi Georgieva e Gurria in collegamento – Nel pomeriggio è intervenuto il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, il segretario generale dell’Ocse, Ángel Gurría, e la direttrice del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva. La cui presenza, pur in video, insieme alle presidenti di Commissione e Bce, ha fatto dire alle opposizioni e all’ex ministro Giovanni Tria che ci sarà “la troika“, vecchio spauracchio di chi teme ingerenze esterne nella gestione dei conti. Lunedì 15 giugno ci sarà Vittorio Colao che presenterà ufficialmente il documento della sua task force, criticato dopo la diffusione sui giornali per eccesso di liberismo. Mentre dovrebbe aver declinato l’invito l’ex presidente della Bce, Mario Draghi.