Il garante pentastellato con un lungo post ricorda la battaglia delle origini e il referendum del 2011: "Un progetto dove la persona è al centro e non il profitto, perché è importante ripeterlo, non si possono fare affari sull’acqua". Il giorno dopo l'inizio degli Stati Generali dell'economia, Grillo scrive: "Creiamo un sistema di sicurezza nazionale dell’acqua, che garantisca a tutti la disponibilità della preziosa risorsa anche nell’ipotesi di calamità. Contribuiremo così alla nascita di nuove occupazioni e saremo un esempio per tanti Paesi"
La “grande occasione per passare dalla teoria ai fatti” e “realizzare il nostro sogno“. Beppe Grillo torna a parlare di acqua pubblica. Lo fa con un lungo post sul suo blog, dal titolo “La nostra prima stella“, che ricorda al Movimento 5 stelle la prima battaglia delle origini. E che conclude con una domanda: “Che cosa stiamo aspettando?”. Il garante pentastellato ricorda come in occasione del referendum del 2011 “oltre 27 milioni di italiani” abbiano “votato Sì all’acqua pubblica, definendo con il loro voto l’acqua come bene comune, prezioso e inalienabile“. Per Grillo il momento è propizio per trasformare quel voto in realtà, con “un progetto dove la persona è al centro e non il profitto, perché è importante ripeterlo, non si possono fare affari sull’acqua”.
Il blog firmato da Grillo arriva all’indomani dell’apertura degli Stati generali dell’economia, con il governo riunito a villa Doria Pamphilj per gettare le basi della ripresa dell’Italia e delle riforme strutturali di cui ha bisogno da decenni. Il garante M5s in qualche modo fissa la sua priorità: “Creiamo un sistema di sicurezza nazionale dell’acqua, con la ricostituzione di un corpo di Polizia Idraulica 2.0, e di una Protezione Civile dell’Acqua, che garantisca a tutti la disponibilità della preziosa risorsa anche nell’ipotesi di calamità. Contribuiremo così alla nascita di nuove occupazioni e saremo un esempio per tanti Paesi”, scrive Grillo nel suo post.
“C’è molto lavoro da fare per tutti – avverte ancora Grillo – E più coraggio da mettere in campo”. “Il Parlamento dovrà correggere alcune norme discriminatorie che negano l’acqua alle persone più fragili. Il Governo e le Regioni dovranno pianificare le soluzioni, i Comuni dovranno ascoltare i territori e tutti insieme dovremo rimboccarci le maniche, per dare solide basi al rilancio del paese, per noi tutti e per le generazioni che verranno”, spiega Grillo, concludendo il suo post con una domanda che è anche un’esortazione: “Cosa stiamo aspettando?“.
Tra le varie azioni da mettete in campo, il garante M5s invita a ripensare i “sistemi idrici domestici, per limitare gli sprechi di acqua in casa, attraverso un recupero dell’acqua piovana e un suo riutilizzo per lavatrici, lavastoviglie”. Ma anche a prendere spunto dalla nostra natura di esseri umani per reinventare i servizi igienici: “Abbiamo due uscite nel nostro apparato urinario-intestinale, perché non separiamo i rifiuti solidi da quelli liquidi?”.
La convinzione ribadita nel post è che “va ribaltato completamente il sistema, cambiando la visione di come produciamo cibo, di come fabbrichiamo prodotti e di come li trasportiamo, o di come nell’agricoltura viene utilizzata l’acqua. L’acqua è un bene prezioso ma il suo spreco ne fa un bene di poco valore, perché non usata con intelligenza”. Grillo fa quindi riferimento a “una cultura del valore dell’acqua” che vado di pari passo con lo sviluppo, ad esempio, di “sistemi di irrigazione computerizzati che possano dirigere i flussi d’acqua direttamente sulle piante, utilizzando magari l’acqua dissalata di mare, laddove è meno agevole l’approvvigionamento”.
Quello a cui Grillo aspira è “l’acqua di comunità“, frutto di “una pianificazione più vicina ai territori” e della “esclusione del profitto dagli obiettivi”. “Non possiamo mettere a rischio le fonti d’acqua, cedendo il nostro bene più prezioso, ciò porrebbe gravi limiti alla sovranità del nostro Paese e ci esporrebbe agli appetiti delle mafie“, ribadisce Grillo. Che nel suo post avverte: “Le multinazionali francesi sono entrate nelle gestioni idriche con l’acquisizione di quote di numerose società pubbliche e ne hanno preso il controllo esautorando la politica”. Quindi un altro appello alle istituzioni: “Il Governo e il Parlamento, Regioni, Provincie e Comuni devono tornare ad esercitare a pieno le proprie funzioni. Non possiamo mettere a rischio le fonti d’acqua del Mezzogiorno, dobbiamo ripubblicizzarle ponendo rimedio agli errori del passato. Molte sono già nelle mani delle Corporation straniere (Suez e Veolia), ce le dobbiamo riprendere!“, scrivo Grillo.